Il Cocer: abbiamo incontrato tutti Siamo stati anche a casa Berlusconi di Francesco Grignetti
Il Cocer: abbiamo incontrato tutti Siamo stati anche a casa Berlusconi I DOSSIER DEL COLONNELLO PARLANO I MILITARI CHE ERANO CON LUI NELLORGANISMO DI RAPPR^ENTANZA Il Cocer: abbiamo incontrato tutti Siamo stati anche a casa Berlusconi retroscena Francesco Grignetti ROMA N ESSUNA allivilii lobbistica finalizzala a influenzare le decisioni dei politici. E' dol tutto normali» e legittimo incontra�re esponenti di governo o singoli parlamentari». Il Cocer dei carabi�nieri rompe il silenzio sull'onda dell'ennesima polemica, rivendi�cando la piena trasparenza del suo operalo. E se si chiede qualche cniarimento, quel che resta del (lucer dopo le dimissioni del conte�stato presidente Pappalardo si sfo�ga. l'ariano in cinque 111 colonnello Paschetto, i marescialli Rizzo Spi�nelli o Olivieri, l'appuntato Sergi), dandosi sulla voce, ognuno portan�do un tassello alla ricostruzione dei tantissimi incontri «politici» che si sono intrecciati negli ultimi mesi, «Tulio comincia nell'agosto scor�so, esali amenle a Ftorragoslo, quan�do il ministro dell'Intorno .lervnlino dissi.1 agli Italiani di andare in vacanza tranquilli. "Vigileranno le forze di polizia". Bene. Il giorno dopo scopriamo che i soldi per gli straordinari sono slati tagliali del dieci per cento. Scoppia la polemi�ca. A settembre, anche per riparare, noi del Cocer veniamo invitali assie�me ai sindacati di polizia a palazzo Chigi. Ci presentano il Dpef. La Jervolino disse: "Voi carabinieri siete nel cuore del governo. Avrete tulli una bella notizia". Ce ne andia�mo soddisfatti, l') diramiamo alle caserme la prima nota informativa via fax. Lo noie in lutto saranno una trentina». Passano due mesi e scoppia la bomba degli aumenti da 18 mila lire. «Ci sentiamo imbrogliati dal governo. Facciamo un comunicato a uso interno che definisce gli stanziamenti del Dpef "ridicoli al limite dell'offesa" e minacciamo "iniziative democraticamente cla�morose". I giornali sintetizzano che stiamo per fare manifestazioni in piazza. In quel momento si scatena�no i politici. Nell'arco di 48 ore arrivano alla nostra segreteria innu�merevoli invili». Chi? «Incontriamo tutti tra il 18 e il 25 novembre. Il primo è Gian�franco l'ini, alla Camera. C'erano Selva, dasparri, Ascierlo, Palombo, più uno che ci presentano sottoline�ando che è candidato alle europee. Era pieno di telecamere e Fini fece l'uscita "Da servitori dello Stalo vi hanno fatto servi". Andammo poi a Botteghe Oscure. Con Veltroni c'ora�no Polena, Spini e Leoni. "Fate riferimento a Spini, qui costruire�mo un tavolo di confronto". Poi c'è l'incontro con Berlusconi, a casa sua in via del Plebiscito. C'è Frattini, Aleffi e altri. Berlusconi ci promette di organizzare una mani�festazione sul tipo del Security Day e conclude: "Rivolgetevi a Frattini. Noi tra 500 giorni governeremo. Nel frattempo è bene prepararci. Noi della destra vi daremo quello che altri non vi concedono". Di questi incontri non facciamo note informative perché ci pensavano loro, i politici, a fare pacchi di comunicati». Infine c'è l'incontro con D'Ale�ma. «Fu lo stesso Iconio di Berlusco�ni. Fummo costretti a muoverci in divisa perché non c'era il tempo per cambiarsi. Da via dol Plebiscito andammo a passo di marcia fino a Palazzo Chigi. Una sudata. Quel pomeriggio, a Palazzo Chigi, erano stati invitali davvero lutti. C'ora la folla. D'Alema ci sgridò: "A parlare di manifestazioni di piazza c'è il rischio che i cittadini si spaventi�no". Finisce che ci dà quanto nem�meno speravamo: un tavolo di con�fronto permanente diretto da Minniti. Diventiamo un soggetto politi�co. Diramiamo la nota informativa n. 12». Altri incontri? «Bertinotti ci rice�ve al partilo e dice che lui, da vecchio sindacalista, non vede bene il nostro sganciamento dal pubblico impiego. Lo slesso giorno incontria�mo i Verdi, Paissan e Annamaria Procacci. Lei esordisce ricordando di ossero figlia di un ufficiale del�l'esercito. Per l'Udeur vediamo Manzione: è talmente d'accordo, che la sera slessa attacca in aula il ministro Amalo che lesina i fondi. Andiamo a piazza del Gesù dove vediamo Castagnetti e Carralelli. Tutti ci ci invitano a farci risenti�re». Infine c'è il rapporto con gli uomini di governo. «Incontri no abbiamo avuti tanci; con Diliborfo, con Brulli, con Guerrini. Torniamo anche da Gaspani, da Frattini, da Polena, da Palombo. Ci attiviamo quando scopriamo che nel pacchet�to sicurezza ci sono norme che subordinano i marescialli ai com�missari o i tenenti colonnelli ai questori. Vengono allo scoperto gli oppositori, da Aliquò ai Cocer della Marina e dell'Aeronautica. La Guar�dia di Finanza si dà anch'essa da fare e, chissà come, sparisce il comma che stabiliva il nostro con�trollo di polizia militare sui finan�zieri». Ma tutta questa non è materia lontana dallo vostre competenze? «Un Cocer ormai soggetto politico non si può tirare indietro. Lo stesso legislatore prevede che dobbiamo dare un parere sui prossimi decreti legislativi, stabilendo la fine dei vecchi ambiti. Quanto al lobbing, lo fanno lutti. Ma se illustriamo lo nostro posizioni, senza alcuna pres�sione, è del tutto normale. 0 no?». «Andammo a Palazzo Chigi in divisa. Eravamo diventati ormai un soggetto politico» A sinistra Rosa Russo Jervolino e qui accanto Franco Frattini A destra Antonio Pappalardo con il generale Siracusa e il premier D'Alema
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