Un decreto contro le scarcerazioni facili

Un decreto contro le scarcerazioni facili Un decreto contro le scarcerazioni facili Il giorno dopo l'appello di Ciampi il Csm si difende ROMA Il Consiglio superiore della magistra�tura si difende, e il governo prova a mettere una toppa. Il giorno dopo l'appello di Ciampi ad affrontare l'emergenza giustizia, il vice-presi�dente dell'orbano di autogoverno dei giudici cerca di bloccare il tentativo di «accollare le responsabUità sui ma�gistrati, 0 sul Csm o sul ministero», mentre oggi il Consiglio dei ministri varerà un decreto-legge per evitare possibili, future scarcerazioni. Il prov�vedimento, predisposto prima della liberazione degli ergastolani calabre�si, dispone un aumento dei termini della carcerazione preventiva duran�te la fase del rito abbreviato. Si tratta di una forma di processo che dopo la recente riforma'approvata dal Parla�mento è accessibile a tutti gli impu�tati, anche quelli ch( rischiano l'erga�stolo, e il suo svolgimento è diventato più lungo e complesso di quanto non fosse in precedenza. Di qui la necessi�tà di adeguare i tempi della custodia cautelare alla nuova situazione, in modo da non arrivare alla liberazione degli imputali detenuti prima che il giudice abbia pronunciato il suo ver�detto. Si tratta della prima risposta del governo a una realtà sempre più difficile da gestire, nella quale tutti dicono di voler agire con tempestivi�tà ed efficacia, soprattutto dopo il discorso pronunciato l'altro giorno dal capo dello Stato al Consiglio supe�riore della magistratura. Ma proprio dal Csm, ieri, è giunto l'invito a non praticare' il gioco dello «scaridlbarile». E' il vice-presidente Giovanni Verde, con dichiarazioni molta deri�se, a schierarsi a difesa dell'organo di autogoverno e della magistratura in generale. Accusando, implicitamen�te, il Pariamento. «E' semplicistico ammonisce Ver�de risolvere i problemi accollando le responsabilità sui magistrati, oppure sul Consiglio, o sul ministero della Giustizia. Tutti devono essere più prudenti. Vedo una tendenza a fare proctìssi di piazza e a chiedere proces�si sommari, ma non è ceno trovando uno o più responsabili che rivolveremo i problemi strutturali». Il Csm farà la sua parte e se emetteranno colpe individuali que�ste saranno punite, assicura Verde, ma i mali della giustizia risiedono altrove, e punta il dito su chi fp le leggi. «Nei nostri pareri dice aLmamo sempre evidenziato le ricadute degli interventi legislativi sull'orga�nizzazione giudiziaria. Non è dunque responsabilità del Csm so non ci si e preoccupali di adeguare le leggi. Ab�biamo organici fermi a vent'anni fa, lutti amicamente soiiostiniati vista l'evoluzione ordinamenlale che c'è stata nello stesso periodo, e che oggi richiede una forza lavoro almeno doppia rispello al passato. Se prima bastava un magistrato per emettere un provvedimento, oggi ce ne voglio�no due o più». Verde fa l'esempio concreto dei maxi-processi, che sono alla base delle scarcerzioni dei presunti boss a Reggio Calabria, e prima ancora a Milano; «Se in un piccolo 0 medio ufficio arriva un maxi-proces�so, non c'è organizzazione die tenga; né ci si può attrezzare prima, essendo�vi avvenimenti imprevedibili'\ Più in generale, il vice-presidente del (".sin denuncia il garantismo a senso uni�co; «Non si può protestare un giorno perché si condannano talune perso�ne, solo perehe hanno un determina�to nome, e il giorno dopo protestare perché altri imputati vengono scarce�rati, solo perché hanno un altro nome 0 appartengono a un altra categoria. Il trattamento degli imputati dev'es�sere uguale pertutti». 11 Consiglio ha avviato proprio ieri l'inchiesta sulle scarcerazioni di Reg�gio Calabria, e il «laico» del Polo Michele Vietti aniticipa: «Qualcosa non ha funzionato». Ma il sui) collega dei ds, Gianni Di Cagno, ripropone la polemica con il Parlamento: «invece di lamentarsi per le scarcerazioni facili, approvi immediatamente l'aumentodell'organioo della magistratu�ra, con l'istituzione delle "task force' distrettuali», (ili scambi d'accuse non sembrano destinati ad esaurirsi se il presidente della commissione parla�mentare antimafia Ottaviano Del Turco dichiara; «li mio terrore è die il Csm scarichi su altri quella parte di responsabilità che è anche propria; questo e tinello che fanno liuti, e oggi rischio di tarlo anch'io. Ctoni volta è emersa sempre una parziale disponi�bilità ad afnuntare i problemi, ma mai a risolverli radicalraente», Dal�l'opposizione, l'ex-ministro della Giu�stizia Alfredo Biondi (Forza Italial invita a tram' le conseguenze dal «giusto, forte e opportuno» monito di Ciampi, mentre Antonio Di Pietro dice; «Sono disperato per il fatto che le leggi sono andate avanti solo tenen do in niente un diritto fondamentale, quello dell'imputato, e non invece un diritio altrettanta fondamentale, queUfcdel processo come mezzo per arcermre la verità»., Igio. bia.l i 'i' Si tW* mmm.' II1WW f Il Consiglio dei ministri varerà oggi un decreto legge per evitare possibili future scarcerazioni facili. Sarà predisposto un aumento deìtermini di carcerazione pre qi resBs mm som ^yg* reventiva durante la fase del rito abbreviato

Persone citate: Alfredo Biondi, Antonio Di, Ciampi, Gianni Di Cagno, Giovanni Verde, Michele Vietti, Ottaviano Del Turco

Luoghi citati: Calabria, Milano, Reggio Calabria, Roma