Nel segno del «Guazza», tra la via Emilia e il West di Antonella Rampino

Nel segno del «Guazza», tra la via Emilia e il West Nel segno del «Guazza», tra la via Emilia e il West Cane: «La sinistra al poterei'E' come regalare l'Avis a Dramla» inchiesta Antonella Rampino inviata a BOLOGNA ECCOLA li, la Torre Velasca, quella roba che hanno volu�to far fare a quel giappone�si!. Io non ci metterò mai piede». Non ò pessimismo quel�lo di Gabriele Cane, 59 anni, candidato alla presi�denza della Regione Emilia e Romagna per il Polo. Non è pessimi�smo, perché Cane, an�che se ai comizi ci vanno un centinaio di vegliardi, e ai mercati si sente diro (in roma�gnolo stretto) che era meglio se portava Alessandra Mussoli�ni, affronta la pugna elettorale con entusia�smo ai limiti del can�dore. Non e pessimi�smo, soprattutto per�ché, qualora si ribal�tassero i sondaggi suoi che lo danno 4 punti sotto il rivale Francesco Errani e quelli degli altri che lo piazzano a 10 pun�ti, per prima cosa catnbierobbe ufficio: «La presidenza va in cen�tro città, ci stessero gli impiegati, sulla Torre». Gabriele Cane è un distinto signore con due mogli e tre figli tra Firenze e Rologna: infatti, è stato direttore della «Nazione», e ultimamente pu�re del «Resto del Carlino». Dell'esperienza, giura che «se rinasco faccio l'editore», ma ricorda i tempi belli in cui, da inviato, se ne stava in giro per l'Africa a produrre uno-due articoli sulla legione straniera. E' vero che per una battuta si venderebbe l'anima. Ma non perché imiti Berlusconi. Per�ché è come se considerasse l'Emilia-Romagna, e cos�pure l'Italia tutta, divisa in due: metà sopra, metà sotto la cinto�la. Lui punta sotlo la cintola. «E che devo fare, parlare come Errani, il funzionario di parti�to? Devo dire che questa ò l'unica regione che paga una sovrattassa automobilistica por colmare il deficit dell'assi�stenza sanitaria?». Por carità: «Meglio diro: affidare il potere a questi qui della sinistra è come mettere Dracula all'Avis». E pazienza se Wall Street corteggia gli omosessua�li, pazienza se a Parigi c'è in lesta ai sondaggi un candidato sindaco che nella vita di tutti i giorni è gay. «L'Arcigay dice che io voglio allontanare l'Emi�lia e Romagna dall'Europa, che loro qui sono il 5 per cento e non mi voteranno: oh, sono duecentomila, ma i voti dei froci li perdo volentieri». E' con uscite di questo tipo che Cane spera di intercettare non solo il voto della tifoseria, ma anche quello del malcontento. Perché il 16 aprile nella Regio�ne una volta sognata di bandie�rine solo rosse, si gioca la terza puntata di una partita lunga, che rischia di diventare lun�ghissima. Prima Guazzaloca che espugna Bologna. Poi Tura che non conquista, per trecen�to voti, il seggio parlamentare che oggi occupa Arturo Parisi, come dire l'incarnazione della Bologna prodiana nella politi�ca italiana. E adesso Cane che attenta Francesco Errani, una vita per il Pci-Pds-Ds. Natural�mente, Errani ò dato per vin�cente. Ma, a parte le sempre possibili sorprese dell'ultima ora, il punto è di quante lun�ghezze il candidato della mag�gioranza riuscirà a staccare l'opposizione. La partita si gio�cherà tutta sui voti di Raven�na; perché a Parma e a Piacen�za il Polo ha stretto un accordo con la Lega che taglierà i numeri del pallottoliere Reg�gio Emilia e Modena sono date per sicure alla sinistra. Forl�e Ferrara, come dire la Romagna dove ormai si muovono a pro�prio ajjio anche quelli del Mar, il movimento per l'indipenden�za «dell'etnia», come dice il vecchio Lorenzo Cappelli, sono a rischio: nelle elezioni per i sindaci, la maggioranza ha vin�to con scarto risicato. Restano dunque, a fare da ago della bilancia, Ravenna e Bologna. E quanto a Bologna, sarà anche vero che Giorgio Guazza�loca, il sindaco del miracolo polista a Bologna, ha avvolto in un assordante silenzio la campagna elettorale del candi�dato del Polo. Ma intanto a seguire Cane come un'ombra c'è Francesca Golfarelli, come dire l'organizzatrice delle cam�pagne elettorali del Guazza, e pure di Tura. E perfino il ponderoso e bonario Vladimiro al volante della supercar azzur�ra col quale Cane batte la regione è lo stesso del Guazza. Questa dei rapporti tra il sindaco e Cane, che da dirottore del Carlino l'ha sostenuto lancia in resta, è la favola della città. Cane si profonde in ap�prezzamenti. A parte un inizia�le ed inevitabile «comunicato congiunto», da Palazzo Accur�sio invece non si muovono appoggi al candidato polista. Perché Guazza ci tiene a rima�nere l'unico che ha compiuto il miracolo di centro-destra espu�gnando Bologna la Rossa? O Perché Gabriele Cane, nello stilare lo «statuto dei diritti del cittadino dell'Emilia e Roma�gna», distribuito gratuitamen�te nei «Cane point» del circon�dario «prescrive ai sindaci qua�li ordinanze possono, e quali non possono fare in materia di sicurezza e immigrazione», co�me rileva il competitor France�sco Errani? Di certo, nello scontro Cane ed Errani, in finestra stanno i prodiani. Col dente avvelanalo. Perché la regione ha voglia di nuovo. E quando i comitati di base del�l'Ulivo hanno proposto il nome di Luigi Beghelli, industriale, cattolico solidarista cinquanlaseienne, da Botteghe Oscure si sono sentili rispondere che i funzionari del Pei lavorano e aspettano tutta la vita, per fare i candidati presidenti di Regione. I sondaggi danno ii candidato del Polo in ritardo di 5-10 punti. Ma il sindaco della «rivoluzione bolognese» non si fa vedere al suo fianco Parole come pietre alla conquista del malcontento «Gli omosessuali? Lo so che sono duecentomila, ma i loro voti non mi interessano» Gabriele Cane ex direttore del «Resto del Carlino» in corsa per il Polo Sotto: il sindaco di Bologna, Giorgio Guazzaloca