SU INTERNET LA LEGIONE STRANIERA di Carlo Rossella

SU INTERNET LA LEGIONE STRANIERA MTniNFRAim SU INTERNET LA LEGIONE STRANIERA Carlo Rossella L} AMBASCIATA francese a Washington ha aperto un sito Internet dedicato alla Legione Straniera. Ottomila soldati in tutto, che servono la Francia pur non essendo cittadini francesi. Ogni anno la Legione Straniera recluta 1300 nuovi uomini. 1 candidali, tutti volontari, sono diecimila, ma la sele�zione è rigorosa. Dal 1831, data di fondazione della Légion, 902 ufficia�li, 3175 sottufficiali e trentamila soldati sono morti per la Francia. 1 legionari, quando sfilano il 14 luglio sui Campi Elisi, portano il kepi bian�co. Abbiamo visto questo glorioso copricapo in molli film, da Blister Crabbe in «Captain Gallant» a Gary Cooper in «Beau Ceste» a Gene Hackman in «Marcia o crepa». 1 legionari dei film e dei romanzi, ma soprallullo della realtà, sono uomini duri («Duri a Marsiglia» è i! titolo di un racconto d'ambientazio�ne legionaria scritto anni fa da Gian�carlo Fusco e ristampato da Selleriol, ben addestrati, capaci di percorrere 3 km in 12' (tempo minimo per poter essere reclutati) e cadere da 6 metri di altezza senza rompersi una gam�ba. La Legione non è per i perdenti, i deboli, i fifoni ma per i sognatori, i coraggiosi, i forti. Almeno cos�spie�gano i reclutalori, che aspettano gli aspiranti legionari nelle stanzette fredde di Fort Saint N icholas a Marsi�glia, nella grande caserma di Aubagne, a pochi chilometri dalla stessa Marsiglia o in uno dei tanti centri aperti 24 ore su 24 come creilo di Fontaney-sous-Bois. Nei dépliant che stanno sparsi sui tavolini delle caserme e anche nel sito Internet si legge che «i legionari, stranieri di nascita, diventano fran�cesi nel sangue». Per uno stipendio mensile di 2 milioni di lire e la garanzia che dopo cinque anni di servizio si ha diritto alla cittadinan�za francese. Un tempo nella Legione si trovava di tutto, dai banditi ai gelosi che avevano ucciso la moglie, ai giovani romantici innamorali del deserto, dei quadri di Delacroix e dei diari di viaggio di Loti o di Gide. Voyacie au Congo, retour du Chad. era l'itinerario di chi voleva mettersi il kepi bianco o farsi prigioniero del sogno. La realtà dei fortini nel deser�to algerino e somalo, della giungla vietnamita o delle foreste della Guyana era ben diversa. Ma nel rischio, nel combattimento, nella dura disci�plina i coqii si forgiavano, le nienti si rinsaldavano e le nostalgie a volle diventavano tanto struggenti da co�stringere a rischiosissime fughe. Og�gi i legionari sono solo professionisti della guerra. Servono in Bosnia e in Kosovo, a Gibuti e in Gabon. Sono commandos addestrali alla penetra�zione profonda nel lerriiorio nemi�co. Lo si è visto nella guerra dol Golfo e per miesto motivo il generale Schwarzkopf ha voluto essere nomi�nato «legionario ad honorem». Gli italiani, che un tempo erano un buon numero (il più famoso è stato Giusep�pe Bottai, ex ministro fascista della Cultura, finito nella Legione in età un po' avanzala), oggi sono poco meno di un centinaio. La maggioran�za del corpo è composta, si dice, da slavi. Eppure la Legione è sempre una bella avventura per chi non ha un lavoro. O semplicemente per chi vuol fare (jualcosa di diverso al mondo e nel mondo. Le scuole di addestramento edu�cano alla cultura Irances'i, alla sto�ria, ai computer, alle tecnologie sofi�sticate della difesa. Il legionario, dopo l'addestramento finale nella scuola di guerra nella giungla della Guyana, è un combattente prepara�to e di intervento completo. Un tempo, quando si fuggiva per andare nella Legione si prendeva il treno per Ventimiglia, si scendeva alla stazione, si passava la frontiera clandestinamente. Poi si risaliva in carrozza a Mentone e da li si raggiun�geva Marsiglia All'alba, a Fort Saint Nicholas, ti davano una bapuefre, un bicchiere di latte e un caffè forte. Poi ti prendevano misure e impronte digitali. E ti chiedevano: «Hai ruba�lo? Hai ucciso qualcuno? Perché vuoi venire con noi?». Bisognava dire la verità, solo la verità. Prima regola dell'aspirante legionario. Ma queste cose il silo Intemel dell'amba�sciata di Francia a Washington non le racconta. Ne parlano i caporali che accompagnano i visitatori del museo legionario di Aubagne, un posto che vale la pena di vedere. 9 103'