Scoperta l'America, gli europei cominciarono a denigrarla
Scoperta l'America, gli europei cominciarono a denigrarla Scoperta l'America, gli europei cominciarono a denigrarla A distanza di circa mozzo secolo riappare in edizio�ne economica l'opera mo�numentalo di Antonello Cerbi, filosofo dol diritto e saggi�sta d'eccezione (Firenze 1904 Civenna 197G): Im disputa del Nuovo Mondo. Lo stesso Cerbi in un malizioso autoritratto di�chiarava di rivolgersi a un pub�blico ristrettissimo, che nessuno dei suoi scrìtti ora destinato «ai colloghi più o mono accademi�ci», Jie a costo di sembrare sgarbato non usava dedicare alcunché ai viventi, evitando altre�s�d�seguire l'andazzo dogli an�glosassoni che lo sappiamo ingioiellano il tosto di espressio�ni d�gratitudine indirizzate un po' a tutti: muglio, amanti, revi�sori di bozzo, bibliotecari, infer�mieri^ amici del weekend. In compenso, quel ristrettissimo pubblico poteva conliiro sul ripu�dio d�qualsivoglia pedanteria e su un raffinato sottofondo narra�tivo nel lungo viaggio di cultura transoceanica che gli veniva pro�posto. Elementi biografici essenziali ci fornisco il figlio Sandro introducendo il volume: l'antifasci�smo o il laicismo assoluto del genitore che amava definirsi ((anarchico costituzionale», gio�cando sull'ossimoro; le suo sim�patie per lo scomunicato Eme�sto Buonaìuti; gli schiaffi subiti noi dicembre del '25 ai funerali di Anna Kuliscioff; lo persecuzio�ni razziali e la necessità di emi�grare nel 193H. Oppure, il bollis�simo sodalizio con RaQaele Mat�tioli, l'alta considerazione di Be�nedetto Onice e l'approdo presso Laterza di Im politica del Sette cento e Im politica del Romanticismo', i soggiorni a Berlino e a Londra, il posto in banca a Milano qua�le capo doli'Ufficio studi della Comit, il decennio di «esilio doralo» in Perii o lo stesure dolio Viejas polémicas sabre et Nuevo Muti da confluito nel tomo onnicomjronsivo della Disputa. Ovvero 'analisi magistrale doi giudizi e pregiudizi espressi da pensatori, scrittori e naturalisti europei sul Nuovo Mondo, a partirò dal secolo doi Lumi, allorché essi tendono ad assumere veste «scientifica»; una vesto occorri! sottolineare talora goffa o roRECENGiuCa grossiva so paragonata, ponia�mo, alla lucida riflessione «Sui cannibali» di Montaigne. Quali i principali capi di accu�sa? La pochezza e anzi la «mali�gnità» della natura (clima, geolo�gia, flora o fauna) rispetto al continente europeo. E, allungan�do il passo, l'inferiorità tisica e mentale degli uomini che popola�no lo favologgiato terrò di Colom�bo. 'fra i campioni in vario grado accreditati nella diffusione della «calunnia»: Buffon, l'abate Cornoilln do Pauw (un nomo oggi privo d�echi, ma echeggiatissimo fino ad un passalo recente), Hegel. 1 quali si affannano a dimostrare che gli animali indigoni sono incomparabilmente più piccoli e deboli di quelli del SIONE ppe eri vecchio mondo; elio gli animali introdot�ti dagli europei fini�scono «rattrappiti, rinipiccioliti, minu�scolo caricature dei loro prototipi», cheassai sposso «perdono la coda, i cani non sanno più abbaiare, la carne di manzo diventa tigliosa, i genitali del cammello cessano di funzionare». li il paesaggio? Ahimé, tetro, paludoso, infestato di insetti e serpenti. E i costumi sessuali? Un castigo di Dio. I maschi eroticamente immaturi o dege�nerali, e quanto alle donne (nello paiolo, appunto, di una donna, la signora Frances Trollope, madro dol romanziere Anthony) «saranno magari le più splendi�de della terra ma no sono lo mono attraenti o invecchiano con rovinosa precocità». K non parliamo degli alimenti sui quali ha pur da esercitarsi la fantasia dell'onesta massaia: «In tutto il mercato di Cincinnati non c'è una pesca, una prugna, un'albi�cocca; le fragole sono meschine, i lamponi anche peggio, il ribes immangiabile, l'u 'a acida, le pere indegno di comparire su una mensa inglese». li guai a discorrere di uccelli. Su questo Ionia concordano perfino coloro che s'ingegnano di contenere la catastrofica visione dol conti�nente americano. Ebbene sì, gli uccelli del Nuovo Mondo smenti�scono ogni bucolica leggenda; sono disfonici, non conoscono la grazia e la soavità dei compagni cinguettanti nello nostre contra�de. Un misterioso deficit, biologi�co che impressiona, tra i molti, Kant e Leopardi. E le fumose virtù e il felice esìstere del «buon selvaggio», col patrocinio di Jean-Jacques Rousseau? Esaltazioni o pateti�che deduzioni, son pronti a ri�spondere gli oltranzisti. Fortuna che e uà e là, nel radicalizzarsi dol a disputa, ci sia dato di ascoltare un paio di lìmpido voci al d�sopra del coro. Ad esempio, Humboldt e Goe�the. Il grande naturalista che «si senio rinascere dinanzi ai muti, abbaglianti orizzonti dell'Ameri�ca tropicale», che vi scopre «una perfezione ingenua, una passabi�le imitazione bell'antico Eden»; e l'olimpico poeta che nell'inci�pit, di un epigramma lancia il suo augurio: «America, tu hai una miglior sorto di questo nostro vecchio continente...». Allrollanlo acceso, si capisco, lo repliche che piovono da oppo�sta sponda, via via che tempi e spazi si accorciano. Repliche ora grossolane ora acuminate, ora fidoisle ora liricamente apologe�tiche: dai Gesuiti a Thomas Jef�ferson, da Brissot de Warville il difensore dei quaccheri, dell'* idealismo agrario», dell'antiurbanosimo a Wall, Whilman,,. Né s�creda chn con le rivolu�zioni, gli olocausti e i processi tecnologici del Novecento quello polemiche si siano estinte. Muta�no gli scenari etnografici, muta�no i campi gravitazionali, non mula sostanzialmente il raggio ustorio del pregiudizio. Assumo dunque un preciso senso storico il titolo scelto da Antonio Melis per il suo ottimo saggio: «Una disputa che conti�nua». NELLA «DISPUTA DEL NUOVO MONDO» DI ANTONELLO CERBI I PREGIUDIZI DI NATURALISTI E FILOSOFI TRA 700 E '800, UNA PSEUDOSCIENZA CONTRO IL MITO DEL BUON SELVAGGIO Il ritorno di un classico, zibaldone di calunnie da Buffon a Hegel: un continente dalla natura «maligna», un paesaggio tetro e paludoso, un popolo «inferiore», maschi eroticamente immaturi o degenerati, femmine poco attraenti, cibi immangiabili RECENSIONE Giuseppe Cassieri M. Cristoforo Colombo approda sul suolo americano: Antonello Cerbi ricotmiscc come i pensatori europei hanno giudicato uomini e natura del Nuovo Continente A tonello Cerbi la disputa del Nuovo Mondo ron (in saggio di Antonio Mells, Adelphi, pp 101 /,l 28 000 SAGGIO
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