Elegia per una vita che si va spegnendo

Elegia per una vita che si va spegnendo Elegia per una vita che si va spegnendo N un utile bestseller, il dottor Erwin Nuland colui che ha illustrato le malattie termina�li con la stessa chiarezza divulgativa con cui a suo tempo il dottor Spock aveva insegnato a trattare i bambini appena venuti al mondo spiega ai parenti dei malati di Alzheimer che i loro cari cos�colpiti in realtà non sono «presenti»; che allo smarrimento da essi manife�stato non corrisponde una soffe�renza profonda; che il loro cer�vello leso li rende indifferenti a menomazioni e umiliazioni. Questi pazienti si parla ovvia�mente delle forme avanzate andrebbero perciò trattati sen�za attribuire loro sentimenti, diciamo come vegetali, beninte�so da proteggere, ma senza met�tere in relazione quello che sono diventati con quello che erano stati ima volta. Tanta drasticità secondo Nuland gioverebbe sia al malato, cui verrebbero rispar�miate sollecitazioni inutili, sia a chi rischia di rovinare anche la propria vita rifiutan�dosi di accettare l'irrecuperabilità di qualcuno a cui tie�ne. Facile a dirsi, mol�to meno a mettersi in atto, specie quan�do l'implacabile mor�bo colpisce qualcuno che, pri�mo, è sempre stato eccezional�mente dotato (e quindi continua a emanare almeno qualche favil�la dell'antico falò), e, secondo, occupa una parte vastissima dei RECENMasoD'Am nostri affetti. John Bayley, ingle�se, critico letterario, insegnan�te, romanziere, conobbe Iris Murdoch, irlandese, romanzie�ra, saggista, docente di filosofia, quando lei aveva trentacinque anni e lui un paio di meno (ma altri essendo i tempi, era total�mente privo di esperienze eroti�che); se ne innamorò ricambia�to, la sposò e visse con lei, quasi sempre a Qxford, per più di quattro decenni, senza fare fi�gli, ma in una di quelle simbiosi assolute, magari eccentriche e poco convenzionali, di cui fino a ieri si trovavano esempi nelle comunità accademiche della Gran Bretagna. Quando la donna cominciò a mostrare i sintomi del malo, Bayley decise di ignorarli; si sarebbe occupato lui di sua moglie, accompagnandola fin�ché possibile ai convegni inter�nazionali, aiutandola nel lavo�ro, e poi accudendola, facendole da mangiare, lavandola, vesten�dola. Del resto la coppia, orgo�gliosamente intellettuale, era abituata da sempre al faldate, anche se il suo ménage, cos�come Bayley lo descrive, fareb�be inorridire qualunque massa�ia. Indifferenti al comfort, sin dagli inizi i Bayley avevano deciso di fare a meno delle persone di servizio, e anche della manutenzione; e misero in pratica il consiglio di una scrit�trice amica, prendere una casa fatiscente e lasciarla andare in rovina. Nelle prime pagine del libro che ha dedicato al suo rapporto con Iris (venuta a mancare al�l'inizio del 1999) Bayley rievoca uno dei primissimi-incontri con la donna del suo destino, quan�do diretti entrambi a colazione da un corteggiatore di lei, sosta�rono per bagnarsi nel fiume (era estate) e asciugarsi precariamen�te, sdraiati sulla sottoveste di Iris. Dopo, lui si mise in tasca l'indumento bagnato. «Ho anco�ra quella sottoveste,» scrive 45 anni dopo: «L'ho ritrovata l'al�tro giorno appallottolata in fon�do a un cassetto, rigida per via dei residui polverosi di fango secco. Si è sbiadita fino ad assumere una tinta giallastra, e IONE ino ico l'orlo e decorato da un nastro spiegazza�to, un tempo azzur�ro. Una donna dei giorni nostri, quella che poi divenne mia moglie, può davvero aver indossato un ca�po simile? Sembra uscito dal guardaroba di Maria Antonietta. Dopo quell'occasio�ne non la restituii più a Iris, e credo che lei se ne sia del tutto dimenticata.» Quel bagno fuori programma fu la rivelazione di una passione comune, che an�che in seguito John e Iris conti�nuarono a buttarsi nelle torbide acque di stagni, torrenti e bacini di mezzo mondo, non per nuota�re, ma per il piacere di tenersi a galla. In una delle loro case ebbero una pozza giallastra, ri�fornita dalle piogge, piena di erbacce e di vita animale, che Iris preferiva a qualsiasi pisci�na. Bayley descrive uno degli ultimi tuffi nel fiume, nel 1997, quando una coppia di giovani elegani.i che passa in barca vedo «un anziano signore che faceva di tutto per togliere gli indumen�ti a una vecchietta, con la pelle ancora bianca e i capelli» (taglia�ti a frangetta da Bayley stesso) «di un biondo assurdo». Come si sarà capito, per evita�re il sentimentalismo Bayley si fa un dovere di insistere sui particolari meno ameni, sul su�diciume delle dimore come sulla scarsa avvenenza di Iris e sul suo passato prematrimoniale, viziato da qualche accoppiamen�to con maestri di pensiero, ma�gari vecchi egoisti «emigré», in�trapreso come un dovere sul quale Bayley esprime le sue riserve. Anche su se stesso il narratore è impietoso, non ta�cendo, anzi esibendo, le proprie impazienze, la propria taccagne�ria, e altri difetti che lo rendereb�bero poco simpatico se il tema principale dell'affascinante e an�che un tantino inquietante volu�me non fosse Iris: misteriosa ora che tace fissando i cartoni animati alla Tv (apparecchio del quale i coniugi avevano sempre fatto a meno), ovvero che irrita il marito con le sue ansie appa�rentemente immotivate ma misteriosa anche prima, quan�do genialmente trasfigurava de�gli spunti banali, piccoli episodi, persone intraviste in un viag�gio, nel flusso fecondo e appa�rentemente inesauribile della sua narrativa. Il marito che forse non l'aveva mai capita, ma che l'aveva amata e che soprattutto aveva goduto il mi�racolo di essere amato da lei, bilancia ora il presente contro il passato, rinunciando a tirare un senso dal tutto, ma fiero dell'av�ventura vissuta con la creatura straordinaria che il destino gli aveva assegnato e che lui, di questo ci convince, ha fatto del suo meglio per accudire. Una irlandese di grande talento, romanziera e saggista, e un inglese, critico letterario e insegnante: vissero insieme a Oxford e si amarono per quarant'anni, non ebbero figli Quando lei si ammalò lui le rimase accanto fino all'ultimo giorno, volle accudirla facendo tutto da solo, lavandola, vestendola, dandole da mangiare Una testimonianza impietosa, inquietante senza sentimentalismi LA SCRITTRICrimS MURDOCH CONSUMATA DAL MORBO DI ALZHEIMEIR NEL RACCONTO DEL MARITO JOHN BAYLEY, UNA RARA SIMBIOSI DI AFFETTI, DURATA FINO ALLA MORTE RECENSIONE Masolino D'Amico John Bayley Elegia per Iris traduzione di Roberta Zuppet. Rizzoli, pp.304, L. 29.000 TESTIMONIANZA Iris Murdoch: l'implacabile morbo di di Alzheimer l'ha condotta alla morte all'inizio del 1999

Luoghi citati: Alzheimer, Gran Bretagna, Oxford