Miami, assedio al «santuario» di Eliàn di Augusto Minzolini

Miami, assedio al «santuario» di Eliàn Miami, assedio al «santuario» di Eliàn Barriera umana per impedire la partenza del bimbo cubano reportage Augusto Minzolini inviato a MIAMI ((11011 100 AL caffè Nostalgia di Little Avana davanti a una colada o ad un cafecito già sognano "a catena umana di G0 mila, mila, 200 mila persone cho dovrebbe impedire agli odiali agenti dell'immigrazione di portar via il piccolo Kliàn dal sanluario della 23esima strada, la casa del prozio Lazaro Gonzalez, Più appa�ro chiaro chi; le autorità hanno deciso di affidare la custodia del piccolo al padre Miguel Gonzalez in arrivo da Cuba e più monta la protesta. I parenti di Miami hanno rotto le trattative che tuttavia potrebbero riprendere già domani con l'Ufficio Immigrazione chie�dendo invano una perizia psicolo�gica sul bambino per valutare i danni del dislacco. Intorno alla casa non ci sono più lo vecchiette ma omaccioni che in poco tempo hanno rollo i cordoni della polizia e, a loro volta, hanno formalo intorno all'edificio una barriera umana. (Bene che vada promolle Raul Sanchez, uno dei capi del movimento per la democrazia di Little Avana ci saranno centinaia di arresti. Non ci saranno violen�ze, ma non ce lo porteranno via impunemente». Sempre ai tavoli del caffè No�stalgia raccontano anche di .José Cohen, di Ana Eosa Grave de Peralta, di Conrado Rafael Marro�ni, di altri 22 cubani cho hanno storie opposte a quelle di Eliàn e di Miguel Gonzalez, il padre che viu. le riprendersi il piccolo profeta della contro-rivoluzione per ricon�durlo alla corte di Fidel Castro: questa gente ha i figli all'Avana e il Lfder Maximo, a sentir loro, li tiene in ostaggio. Elencano questi nomi i cubano-americani mentre dileggiano Janet Reno, il ministro della Giustizia di Clinton, che ha dato il via libera al rimpatrio di Kliàn a Cuba. «Perchè quella "hija do pula" si arrabbia Làzara Brilo che pure abita a Miami, non fa niente per i cubani di qui». Davanti all'abitazione sulla 23esima strada c'è, invoce. Belli�na Rodriguez-Aguilera, un'attivi�sta dei cubano-americani che ri�corda da lontano Rita Haiworlh e si presenta come la pronipote del�l'uomo che guidò cento anni fa la rivolta dell'isola contro gli spagno�li per strappare l'indipendenza. Mentre il cugino assicura di avere il filmaio dell'apparizione della Madonna nel bagno della casa-san�tuario. Bettina la rossa, come la chiamano qui por via dei capelli vermigli, descrive Miguel Gonza�lez come un poco di buono: «Al�l'Avana la motivazione del divor�zio tra lui e la madre di Kliàn parla di abuso tìsico e di infedeltà. In�somma, la picchiava. Di lull'altra pasta era invece Lazaro Munies, l'uomo che ha tentalo di pollarla in America ed è morto con lei nel naufragio. Dicono cho era un vio�lento ma non è vero: i superstiti raccontano che su quella barca ha tentato di aiutare tutti prima di finire in mare...». All'Avana, ovviamente, raccon�tano una storia diversa. Il vero sanK è Miguel, il padre che sta per partire per gli Usa in compagnia della nuova sposa, di un nuovo tiglio, di una professoressa, di una psicologa e di uno zio, mentre Lazaro era il delinquente, il rapito�re, il demonio. Le 'lue Cube sono due mondi opposti e ciò che ò il bene a Miami divonta irrimediabilmente il male all'Avana, li viceversa. Qui a Mia�mi davanti a quell'enorme dipin�to, in stile santeria, che occupa l'intera facciata della casa del prozio di Kliàn e da giorni raccon�ta alle telecamere di tutto il mon�do la Sloria del bambino salvato dai delfini, custodito dalla madre, dalla Madonna e dalla Statua della libertà mentre san Giorgio fronteg�gia lo stregone Fidel, Marisleysis Gonzalez, la cugina ventenne di Kliàn che da quattro mesi gli fa da madre, e considerala un'eroina: ieri, dopo aver rilascialo interviste alle Tv di tutto il mondo imploran�do il governo di Washington «di non mandare gli sceriffui e raccon�tando che Kliàn ha paura del padre e piange per il suo arrivo imminen�te, la poverella ha avuto un collas�so in diretta ed è stata trasportata d'urgenza all'ospedale di Coconul Grove. All'arrivo dell'ambulanza quel centinaio di persone che presidia�no la casa giorno e notte per impedire qualche colpo di mano degli agenti dell'Immigrazione, hanno cantato in suo onore La Bayamesa, l'inno di Cuba prima doll'avvenlodi Castro. Inutile dire che nell'altra Cuba, quella del Lider Maximo, Marisleysis sareb�be considerata una mezza pazza e quell'inno un'offesa. Di questo scontro tra due nazio�ni, comunque vada a finire la storia, farà le spese il povero Kliàn. Il Nino ha di fronte due padri (quello che è atteso e il prozio Lazaro che lo ha in casa da mesi), due famiglie, due mondi che se lo contendono. Tutti e due stanno cercando di abbracciarlo, di attirarlo a sé: la Cuba di Miami jli ha fatto conoscere Wall Disney, lo ha lusingato con le luci e i suoni dell'Occidente; la Cuba dell'Avana tenterà di riprenderselo rammen�tandogli il passato, il padre, la vecchia maestra, i compagni di classe. Ed entrambi i mondi si accusano reciprocamente di aver condizionato o di voler condiziona�re il Nino: all'Avana sono sicuri che i parenti di Miami gli hanno fatto il lavaggio del cervello; a Miami sono certi che quando Eliàn tornerà a Cuba sarà indottri�nato al comunismo, «magari dice Heledy Fleites, una delle pasionarie che da mesi sostano davanti alla casa della 23esima strada gli faranno l'elettroshock. Avete vi�sto come quel demonio di Castro scherza in tv con l'altro figlio di Miguel Gonzalez». Il piccolo Eliàn è li, disorienta�to, in mezzo allo scontro tra questi due mondi. Forse li rifiuta entram�bi: «Non ho lasciato nulla che mi importi a Cuba ha detto in un'intervista all'Abc -, non so che dire di Miami». Suo malgrado è diventato un simbolo di cui non può fare a meno né la Cuba di Miami, né quella dell'Avana. Pro�prio per questo anche se la sua sorte è decisa, anche se le autorità aspettano solo di riaffidarlo al padre che presto o tardi lo ricon�durrà con sé a Cuba, sarà difficile e rischioso portare via il nino dal sanluario sulla 23esima strada. E' difficile che uno scontro do�ve si mischiano ideologia, religio�ne e rancore possa avere un esito indolore, che l'altra Cuba rinunci a rivendicare la propria esistenza davanti a quel formidabile circui�to mediologico che sono le Tv di tutto il mondo. Ed intanto, attoni�ta e preoccupata, l'America assiste a qi^psto duello: secondo un son�daggio, sei americani su dieci vor�rebbero che il bambino'tomasse a Cuba consuo padre. Dalle risposte si arguisce che alcuni degli intervi�stati pensano che sia un diritto del genitore, ma la maggior parte ri�sponde in questo modo solo per�chè non vuole avere problemi da una contesa che non comprende. Imminente l'arrivo del padre dall'Avana E gli emigrati giurano: «Gli sceriffi non lo porteranno via Come minimo ci saranno centinaia di arresti». Rotti i negoziati tra parenti americani e autorità Per Eliàn Gonzalez queste potrebbero essere le ultime ore trascorse a Miami