La Magna Charta tra Africa ed Europa di Maurizio Molinari

La Magna Charta tra Africa ed Europa La Magna Charta tra Africa ed Europa M vertice del Cairo le nuove regole per aiutare il Continente Maurizio Molinari inviato al CAIRO La «Dichiarazione del Cairo» è un accordo a metà fra Unione Euro�pea ed Africa, fruito di 36 ore di summit fra i capi di Stato e governo di 67 paesi. Unanime la soddisfazione per il «nuovo slorico inizio» che ha avuto l'Egitto come regista. Accordi e differenze sono racchiusi nei documenti fina�li. Cancellazione del debito. L'Africa si era presentala con la richiesta dell'azzeramento di un debito complessivo di 700 mila miliardi di lire. L'Europa ha accet�tato di compiere dei passi in questa direzione. L'Ue ha crealo un fondo per 2000 miliardi di lire. La Francia si impegna a «cancella�re tulli i debiti dei paesi sotto la soglia della povera» entro tre an�ni. La Germania ha annunciato degli interventi. L'Italia si è impe�gnata per una riduzione pari a 6500 miliardi di lire. Ma molti leader africani si aspettavano di più. Dura la Nigeria: «La verità è che dovremo comunque pagare 35 miliardi di dollari dopo averne preso in prestito 5». Apertura dei mercati.L'Euro�pa ha accettato il principio di una «progressiva rimozione delle bar�riere doganali tariffarie» e di esplorare la rimozione di quelle «non tariffarie» per favorire l'inte�grazione dell'Africa nell'econo�mia mondiale. L'Ue darà aiuti ai paesi impegnali in programmi di riforme economiche. Lotta alla fame. L'Unione Eu�ropea invierà 800 mila tonnellate di aiuti alimentari verso il Como d'Africa dove oltre 16 milioni di persone rischiano di morire di fame. E' l'Ogaden etiopico la zona più minacciata: 5 bambini muoio�no ogni giorno. Caccia ai tesori rubati. Gior�ni contati per le ricchezze del�l'Africa trafugate all'estero da dillatori conio il defunto Mobutu. I paesi fimialari si impegnano a cooperare per investigare sui «ca�pitali esportali illegalmente» e quindi a «restituirli ai legittimi proprietari». Soldati bambini. I firmatari daranno vita a «programmi di recupero, smobilitazione e reinserimento sociale» per strappare i minorenni al reclutamento da par�lo degli eserciti africani. Mine antiuomo. L'Europa ha fallo passare la sua linea: coopera�zione por rimuovere le mine ovun�que ed assistenza per le vittime. Alcuni africani volevano una clau�sola che ne permettesse l'uso «per autodifesa». Ma la proposta non è stala accollala. Archeologia contesa. Gli atricani hanno chiesto la restituzione di «tulli beni culturali trafugali in Europa» come ad esempio la bar�ba della Sfìngo, l'obelisco di Axum e il trono dorato di Ashanti. Per gli europei cedere avrebbe significa�to svuotare i musei. Il compromes�so è sialo affidare ad un «gruppo di alti funzionari» il compilo di «esaminare le conseguenze tli ultoriori decisioni» e quindi riferirò alla conferenza interministeriale. Diritti umani. Tutti si impe�gnano ad un solenne rispetto. Ma le differenze restano come dimo�stra lo scontro fra la Gran Breta�gna e lo Zimbabwe, il cui governo ò accusato di fomentare violenze ed espropriazioni a danno dei cittadini bianchi. Democrazia. L'intesa sul soste�gno por la democrazia cela diver�genze profonde. Queste la tesi diffusa fra gli africani: «Perché voi europei non ci parlavate di democrazia quanto ci occupava�te? La democrazia è ciò con cui oggi ci governiamo». Meccanismo di consultazio�ne. 1 vortici si svolgeranno ogni tre anni e il prossimo, nel 2003. sarà probabilmente in Grecia. Ogni 18 mesi si terrà un incontro interministeriale mentre un grup�po di alti funzionali dei due conti�nomi cosituirà il dobolo canale di comunicazione permanente che l'Africa ha voluto a tutti i costi. «L'Unione Europea avrà da oggi un rapporto nuovo con l'Africa ma il legamo fra l'Africa e la Francia resta ed è un'altra cosa» sono stato lo parole del presidente Jacques Chirac. Lotta all'Aids. 11 virus che colpisco 23 milioni di africani viene dichiarato una «emergenza nazionalie in molti paesi» e si annunciano l'ondi e programmi. Un primo s�alla riduzione del debito e rimozione delle barriere doganali

Persone citate: Jacques Chirac, La Magna