Una congiura di carta contro l'italiano di Fabio Martini

Una congiura di carta contro l'italiano LE GRANDI MANOVRE NEI PALAZZI DEI QUINDICI Una congiura di carta contro l'italiano Igiornali l'attaccano ma i leader dell'Unione sono con lui retroscena Fabio Martini II. Professore stavolta non l'ha prosa bone. Il viso piti tirato del solito e leggermente ema�ciato, all'ora ili pranzo Romano Prodi 6 salito al Cairo sul volo die lo riportava a Bruxelles e insie�me ai suoi collaboratori ha tiniiiginato sullo «scherzetto» che gli aveva tiralo il colonnello Ghedda�fi e soprattutto sull'attacco lan�ciatogli dalla Frankfurter Alla meine Zeitung. Brullo segnale quell'articolo in prima pagina, anelli' perche è l'ultimo ili una raffica di «articoli-conlro», firma�ti dai piti autorevoli giornali europoi. E' il segno ili una fiducia che si è rulla? Un filo unisce gli articoli ilei giornali più influenti del Con�tinenti;? Come ha ripetuto in queste ore ai suoi, l'rodi ; a bene che il progetto di rafforzare l'Unione e al tempo stesso di allargarla e improsa troppo ambi�ziosa perché i grandi d'Europa la affidino interamente a lui; con il suo protagonismo il Profossore sa di toccare sposso i fili dell'alia tensione, ma è convitilo che «non esiste una manovra» por farlo fuori. Soprattutto per un motivo: i «grandi elettori» che lo hanno voltilo a Bruxelles anzitutto il primo ministro inglese, ma an�che il Cancelliere di Germania e i francesi sono ancora con lui. I rapporti di Prodi con Sclirooder, con Blair, con Chirac e con Jospin tostano «eccellenti», per (lir�ici con una fonie vicinissima al Professore. E' proprio questa lu chiave che ieri sera induceva Prodi ad essere sostanzialmente ottimi�sta. Certo, l'umore di questeoreè lineilo che è, ma il Professore ò convitili) di poter presto rimonta�re la corrente, anche con un'ini ziativa pubblica ancora impreci�sala che dovrebbe vedere prota�gonista il presidonle della Com�missione Europea assieme ai principali leader europei. Sull'ae�reo elio lo riportava ti Roma e poi a Bruxelles, Prodi è slato infor�malo delle forti smontilo della presidenza di turno, del governo tedesco, ma tinche dello parole pronunciale dal presidente fran�cese Jacques Chirac prima di ripartire dal Cairo: «Anche in questo summit la Commissione ha ben lavoralo e Romano Prodi ha confermato di essere un presi�donle affidabile ed efficiente». Ci'rto, ai palati più sensibili non ò sfuggita una insolita sottoli�neatura rontenuta nella dichiara�zione pronuiiciata al Cairo dal portavoce della presidenza di tur�no portoghese: «Un complotto contro Prodi non esiste. Scrivete�lo». Romano Prodi resta convin�to che un complotto non esista, ma certo la sequenza di atiacchi che lo ha colpito a partire da gennaio, somigliano a quelle coin�cidenze che alla fine formano una prova. Prima e partito il Financial Times («E' già finita la luna di miele»), poi è stata la volta del Times («Esordio medio�cre»), quindi è toccato a Le Monde insinuare per la prima volta l'addio prematuro («Prodi è pron�to a gettare la spugna»), pochi giorni fa ha sparato a zero Spieqel («L'uomo più solo di Bruxel�les») e finalmente ieri un giornale autorevole come la Frankfurter ha chiuso il cerchio. Davanti ai primi attacchi, alle insinuazioni sulla sua «passione» per la politi�ca italiana, Prodi ha risposto «segregandosi» a Bruxelles: ha preso casa nella capitale belga (costo, 630 milioni) a dieci minuti dair«ufficio», ha evitato por di�verse settimane di tornare in Italia anche nei fine settimana, ha istituito un filtro pur tutte le telefonate in arrivo dall'Italia perché non si ripetesse la beffa di Cossiga, che dopo un colloquio riservato con Prodi raccontò co�me e perché in quel \is-à-vis fossero stati passati in rassegna tulli i candidati premier alterna�tivi a D'Alema. Già, l'Italia. L'ulti�mo grande presidente della Com�missione, Jacques Delors, aveva alle sue spalle la forza della Francia, al ora in feeling con i tedeschi. E Prodi? «Prodi non ha un grande Paese dietro, ma per una ragione semplice dice l'ex ministro delle Finanze e del Com�mercio Estero, il democratico Augusto Fanlozzi D'Alema può dire di aver dietro di sé l'Italia? O almeno la sua maggioranza? Ita�lia e il Paese dei particolarismi. Ma è anche Paese che dagli altri grandi d'Europa viene visto con un mix di invidia, ammirazione, difficoltà a capire: Prodi sconta anche questo mettersi in catte�dra che. guarda la coincidenza, colpi il Prodi-premier prima dell'impresa-Euro».