Haber, un tango-jazz fra Borges e Piazzolla di Osvaldo Guerrieri

Haber, un tango-jazz fra Borges e Piazzolla PUNTO DI VISTA Spettacolo raffinato e popolare, con 13 pezzi Haber, un tango-jazz fra Borges e Piazzolla Osvaldo Guerrieri inviato ad ASTI Il tango senza bandoneon? E' come il ragù senza la carne. Solo la nota lamentosa e insieme violenta del bandoneon sembra portare dentro di sé l'aria acre dolio milonghe, il balenare di un coltello, la melanco�nia d'un gaucho in cerca d'amore sulle strade di Buenos Aires, magari noi quartiere di Palermo, dove Bor�ges anneriva i suoi specchi e svelava i suoi labirinti. Eppure... Basta assi�stere al «Tango d'amore e coltelli» che Alessandro Haber e la Banda del Barrio portano in giro per i teatri d'Italia, e li accorgi che si può rinunciare al bandoneon. In questo spettacolo raffinato e popolare, mi�nuziosamente studialo eppure vi�scerale, il tango viene trattato alla stregua della musica colta, che in alcuni casi può slittare verso il jazz. Un pianoforte, un violino, un violon�cello, un contrabbasso, una chitar�ra; e fra di loro Haber nella veste non di cantante, ma di artista che, tra canto e recitazione, s'insinua nell'atmosfera del tango per trame sonorità personalissime. Ecco tutto. «Un concerto tra Borges e Piazzol�la» spiega il sottotìtolo della serata prodotta dal Teatro dell'Archivolto di Genova e accolla con altissimo gradimento dal follo pubblico del Politeama di Asti, Con tredici «pez�zi» ci vengono restituiti i tanghi che Jorge Luis Borges scrisse per Astor Piazzolla e alcuni brani visionari con cui il grande scrittore dava anima e parola alla propria ombra o gridava, letteralmente gridava, il proprio desiderio di rinascere nel Tremila, ma al Sur, nel Sud, che mai come con lui è slato il luogo dell'ani�ma e il luogo del tango: «Tango che ho visto ballare I contro un crepusco�lo giallo 7 da chi faceva faville I nella danza e nel coltello». In poco più di un'ora si snodano le storie di Don Nicanor Paredes e di Jacinto Chiclana; si rievoca il com�mercio schiavista della «Milonga dei mori» e, in un cerchio tragico, si chiude la «Milonga de calandria», dove ci si gioca la pelle sulla lama del coltello e dove si capisce che «a tutti priim o dopo fa tradimento la vita». Haber non canta secondo convenzione. Con la sua voce roca, spesso raschiosa e fangosa, ma capa�ce di intenerirsi su brevi soffi di malinconia, interpreta o, se preferi�te, canta da attore. Obbedisce a ima doppia passionalità: a quella del tango e alla propria. Gioca con le tinte sonore, un po' grida e un po' accarezza, si accende di sentimenta�lismo e si acquieta nel lirismo, men�tre la magnifica orchestra, intomo a lui, in un certo senso reinventa il tango, lo europeizza, ma senza far�gli perdere un solo grammo di quel�la sua trascinante fascinazione. Una serata di enorme suggestione e di altissima qualità (la regia è di Gior�gio Gallione). E anche una piccola luce per rischiarare quel mistero dalle mille facce chiamato tango. A destra Alessandro Haber protagonista dello spettacolo «Tango d'amore e coltelli". Tredici pezzi con i brani che Borges scrisse per Piazzolla Il grande autore dava anima e parola ai suoi sentimenti attraverso quei brani e urlava il desiderio di rinascere nel Tremila

Luoghi citati: Asti, Buenos Aires, Genova, Italia