Venditti, un viaggio nella memoria di Mario Priolo
Venditti, un viaggio nella memoria Il cantautore ha aperto a Torino la sua tournée italiana tutta in programma nei teatri Venditti, un viaggio nella memoria «Spazi raccolti per guardare il pubblico negli occhi» Tornano i brani storici, primo di tutti Roma capoccia Mario Priolo roniNO Oiialciisa eli profondo Ioga Antonello Venditti a Torino. Da qui sono partite numero�se tournee o non sarà solo una scolta, legata magati ad un fattore scaramantico, e tantomeno un caso se il can�tautore romano sceglie spes�so il capoluogo piemontese per ilare il via alle sue nuove esibizioni dal vivo. L'altra sera ha debuttato al Teatro Colosseo la prima di 13 date l'ino all'B maggio nei princi�pali teatri del Nord Italia (unica eccezione stasera all'AugUSteo di Napoli) con il «Glie tesori) che sei Tour ^ooo»: k�è trattato di un ritorno dopo sedici anni negli spazi raccolti, perché «avevo voglia tli vedervi ne�gli occhi». Tutto esaurito da giorni e missione felicemen�te compiuta visto l'entusia�smo dei 1600 presenti, con�quistati dalla simpatia e dal�la voglia di comunicate! di questo cinquantenne che scrive canzoni dal 1963, «al�lora avevo M anni e pesavo 92 chili». Inizia con queste parole un gradevole viaggio nella memoria, non solo arti�stica, di Venditti clic raccon�ta di quando adolescente scrisse «Soni Rosa» e «Mio padre ha un buco in gola», pezzi che «fecero piangere non poco la mia mamma». I brani fanno parte del repertorio vendittiano, ciuci�lo storico, non sempre pre�sentati dal vivo e una corta emozione, peraltro annuncia�ta, traspare dall'intonazio�ne, comunque decisa e poten�te. So non ci fossero tutti gli strumenti piazzati sul palco si avrebbe l'impressione di un concerto solo, con il tradi�zionale pianoforte bianco a fare da compagno di un'av�ventura ricca di aneddoti e citazioni ili personaggi. Due parole in più spese per cam.e che gli stanno a cuore, il conflitto eterno tra Eritrea ed Etiopia, Jùbilee 2000, di uomini come Menghislu e Pinochet, politici italiani e non, perfino il Papa, e amici musicisti tirati in ballo per ricordare gli esordi ormai lontani quando «per scherzo qualcuno mi mandò alla RCA perché volevano farmi firma�re un contratto, lira il 1966, tornai a casa perché i testi non erano all'altezza, interes�sava solo la mia voce. Cinque anni dopo la stessa casa di�scografica mi avrebbe fatto incidere quei testi». l�dopo «Roma Capoccia» e «Le cose della vita» entrano in scena i nove musicisti, i fedeli di sempre, quelli che suonano con Venditti da tem�po, bravi, affiatati, con un superbo Derek Wilson alla batteria, tutti pronti a parti�re verso un itinerario meno intimista e più votalo al so�ciale e all'amore. Il concorto cambia rotta, viene mono la grande intensità emotiva ini�ziale, l'amplificazione ha sposso il sopravvento sulla voce di Antonello che, abban�donata la tastiera, si lascia accompagnare dal ritmo in�calzante delle sonorità più legate alle canzoni d'amore. Che sono tante e anche bolle, alcuno di grande successo commercialo, altre intonso e struggenti come «Modena», «La nave» con dedica finale a Fabrizio De Andrò, «Stella». Testi di grande ispirazione, frutto di una dimensione personale che ha saputo lega�re la vita di musicista alle esperienze di ogni giorno e capace di trasmetterlo in con�certo alla gente accorsa ad ascoltarlo. Sulle note di «In epiesto mondo che non puoi capire» entrano in scena i Kitonb, i ballerini già visti con Venditti a Sanremo, im�pegnati in quattro perfor�mance in altrettante canzo�ni, la più originale delle quali in costume da iguana con movenze o passi dal palco fin sotto la platea. Da cronista musicale qual ò, Venditti di�mostra di ossero sempre at�tento alla realtà e confeziona uno show che per ricchezza di contenuti sarebbe piaciu�to forse anche in spazi più grandi. Per la riprova biso�gnerà attenderò l'estate, quando il tour sarà proposto, con ogni probabilità, in una nuova versione scenica. Il cantautore sfoggia la voglia di raccontare «Scrivo canzoni dal '63, allora avevo 14 anni e pesavo 92 chili» Antonello Venditti: In concerto non solo canzoni ma anche storie di vita
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