Utopia le ciliegie di Yves Montand

Utopia le ciliegie di Yves Montand Da Rabelais al Maggio, in mostra a Parigi i mille volti di un'idea che attraversa la storia Utopia le ciliegie di Yves Montand duale o collettivo conferendogli una pienezza originaria e insie�me nuova. La Comune parigina laicizzò l'escatologia giudeo-cri�stiana orientandola verso il sini�stro messianismo proletario (ma 129 anni fa, non lo si poteva ancora sapere). Tuttavia Mon�tand deve ringraziare quali co�autori due Tommaso Moro e Campanella senza la cui media�zione rinascimentale l'utopia sa�rebbe ancora prerogativa divi�na. E anche il Paese di Cuccagna dalle straordinarie fortune in terra germanica (tra le possibili etimologie, la radice koka da cui l'inglese coke) che mimò il Para�diso terrestre per sostituirvi a fini satirici ma non troppo un'Oktoberfest non stop ove nessuno lavora per mangiare, pensionando quindi con Dio il monito biblico. I numerosi legami tra utopia e crapula sono attestati nella mostra «Utopia/ la ricerca della società ideale in Occidente», alla Bibliothèque nationale de France dal 4 aprile al 9 luglio (e in seguito alla Public Library di New York dal 14 ottobre al 27 gennaio 2001). Prima che Fourier razionalizzasse l'utopia in falasteri dal sapore concentrazionario (un approccio geometrico che ritroviamo nella grafica del Futurismo), spiritualizzan�do a suo modo l'Eden post-cri�stiano, Rabelais ce ne lasciò un'immagine assai ruspante. La prova? Definisce con bonomia Panlagruele «il principe degli Utopici». E terminerà il Gargan tua ( 1534) descrivendoci la para�dossale Thélème. La definisce un'abbazia senza muri e ove non vige alcuna regola salvo «far ciò che si vuole». Sbaglie�remmo a interpretarla come un critica delle rilassatezze tardomedioevali nei monasteri non solo francesi. I suoi membri, selezionatissimi, sembrerebbe�ro praticare una curiosa «volon�tà generale» mimetica. «Basta che uno dica "beviamo", e gli altri l'imiteranno». Il controverso passaggio nel Terzo Millennio era l'occasione ideale per inventariare le otti�mizzazioni visionarie che ac�compagnano i primi due. L'ulti�ma utopia millerandiana una criticaiissima Bibliothèque na�tionale de France tuttora in rodaggio era il contenitore predestinato. Ci aggiriamo tra oltre 400 documenti rari, anzi inestimabili come il portolanomappamondo cui secondo tradi�zione Cristoforo Colombo affidò le sue conoscenze geografiche innovative e il celeberrimo Tho mas More cancelliere a firma HansHolbein. Ed ecco la sua utopia carta�cea in versione originale (1516). Il titolo è beninteso latino: «Libollus vere aureus nec minus salutaris quam feslivus de ojilimo reip(ublicae) statu, de(que) nona Insula Vlopia». Besl seller ante lilloram, nel IC89 vantava già ben 24 edizioni. E quell'osti�co grecismo (u-lopos: non luo�go, ovvero il Paese introvabile ancorché dosidorabilissimo) en�trò nell'uso corrente. Splendide tavolo olandesi (Francois van Hloywik, 1715) illustrano l'iso�la, bizzarra per forma a mezza�luna e costumi. Ecco le incuba�trici por il pollame e i refettori comuni (30 famiglio ciascuno). Poi una bella festicciola campa�gnola. Ma che ci fa, sullo sfon�do, di quella pira l'orrendo fo�co? I nativi stanno incenerendo fra i lazzi un loro connazionale. Tommaso Moro sognava funera�li nella gioia, tuttora introvabi�li. Seconda scena madre: «La presentazione dei fidanzati». Nudi entrambi, per farsi un'idea. L'Utopia del futuro martire cattolico (gli anglicani non gli perdonarono la fedeltà a Roma, che lo santificò) oscilla fra visio�ne austera e carnavalesca, inlogrando ambedue con maestria. Ma per i suoi epigoni (e prede�cessori) quell'equilibrìo sapiente doveva rivelarsi inimitabile, j Prendiamo la Christianopolis ; del pastore strasburghese | Johann Valentin Andreae; la sua minuziosa utopia urbana evoca più un penitenziario mo�dello che la Civitas Dei. Con La �Nuova Atlantide/opera incomj pinta. Francis Bacon so la cava i meglio, innestando sul plalonij smo cristiano la tecnocrazia. Nella capitalo Bensalem, la rep,gia, execasa di Salomone», è anzi�tutto un consesso scientifico. L'expo ci accompagna in altri viaggi, non sempre leggendari. I missionari Gesuiti fecero per esempio dell'America Latina specie il Paraguay un formida�bile laboratorio, inseguendo quell'egualitarismo che i loro confratelli europei bollavano senza remissione. Doppiogiochi�smo? La mostra li assolvo. Per una volta, non furono gesuitici bens�rivoluzionari e anticolo�niali doc. Fra le «utopie concre�te» il termine risalirebbe al tilosolo novecentesco hrnsi Ulo eh c'imbattiamo nella Polino sia. Esplorando�la, Louis-Antoine de Bougaiville aggiorno la mito�logia amorosa de�signandola ((Viale «Nuova Citerà». Sono, tutta�via, le rivoluzio�ni americana e francese che ri�vendicano por primo il sigillo utopico. La rasse�gna ce ne illustra E i figli più o mono esempio Sainl-Sinion i cui adepti adottarono una liturgia laica (possiamo ammi�rarne alcuni paramenti) o il pitturo Frédéric Sorriou nei cui affreschi Gesù benedice dal Cie�lo la «Rèpublique universelle». Ma la fede, espropriata del�l'utopia, non si arrenderà senza combattere. Ne testimonia la splendida sezione sugli shakers i dervisci protestanti e l'epo�pea mormone verso le Monta�gne Roccioso, Potremmo aggiun�gerci il lazzarottismo operaiocontadino nella Toscana risorgi�mentale. Parrebbero, tuttavia, gli ultimi sussulti. L'utopia in versione XX secolo è ahinoi! statale. Urss e HI Roich. L'expo ne rievoca profetismo, ascosa e caduta. Ma nel dopoguerra hip�pies, «provos» v '08 riprivatizze�ranno il messaggio, sancendone l'eterna giovinezza. In definiti�va suggerisce la mostra tra le folograflo-chocdel Maggio fran�cese e le miniature edeniche su alcuni evangeliari dugonleschi, il (lasso è breve. le peripezie legittimi: ad Nell'immagine al centro della pagina Mundus subterrancus in XII libros del monaco gesuita Athanaslus Kircher. che nel l664-'65 immaginò un viaggio spirituale nell'universo. Le altre due immagini documentano moderne manifestazioni del pensiero utopistico, rappresentate nella mostra. A sinistra una manifestazione femminista in favore dell'aborto a Parigi nel 1979. A destra, bcatniks e hippies nella fotografia Nudisti (1971) di Denms Stock 400 rari documenti tra cui il portolano di Cristoforo Colombo e splendide tavole che illustrano l'isola a mezzaluna abitata dagli utopici Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI "TSTI DANDO Yves Montand 11 cantava he temps des I I cerises, i suoi fan non si Y accorsero che dietro V I l'anodino refrain c'era l'utopia. Lo chansonnier ripe�scò un inno comunardo. Il suo «tempo delle ciliegie» era, in chiave anarchica, la «Gerusa�lemme celeste», dimensione che trasfigura il nostro essere indiviMa la parola, coniata da Tommaso Moro, contiene anche impensate al li ision i alla crapula e ai divertimenti carnevaleschi ip»|ipi#..p|MJ^^ i dle peripezie legittimi: ad

Luoghi citati: America Latina, New York, Paraguay, Parigi, Roma, Toscana, Urss