« Mio fratello divorato da un muro»

« Mio fratello divorato da un muro» LO STRAZIO DI UN RAGAZZO SOPRAVVISSUTO AL DISASTRO « Mio fratello divorato da un muro» «Aveva 19 anni, non sono riuscito a salvarlo» la storia inviata a BRESCIA e lo fate vedere?». Dopo, dopo, gli rispon�dono. Lui si risiede sulla panchetta fornita dal�la Protezione Civile. Addos�so ha una coperta beige. Ci nasconde la faccia dentro e, forse, piange. Luca Bonardi ha 22 anni e piange un fratello che ne aveva diciannove e faceva Ingegneria come lui. «Di tutti questi disgraziati, i Bonardi sono i più disgrazia�ti», fa un amico di famiglia. «Un anno e mezzo fa gli muore la mamma. Angela. Aveva un cancro al cervel�lo. E' stata una lunga ago�nia. E adesso, questa sciagu�ra». Luca non sente niente. Guarda fisso al secondo pia�no i rottami della sua came�ra da letto che la ruspa sta grattando via piano piano. Fa piano perché dietro quella porta di legno inclina�ta che si intravvede appena nel fumo, li c'era la stanza di Carlo, e dentro «c'è lui». «Papà era uscito presto, andava via per lavoro, in Trentino. Siamo rimasti soli io e Carlo». Che cosa stesse facendo lui alle 11 e 5 non lo sa, «io ero ancora a letto». Ha sentito il boato, ha sentito la casa tremare e venire giù, si è ritrovato schiaccialo da una soletta di cemento, che ha tenuto il jeso di due piani crollati e o ha salvalo. «Ho capito, ho gridato dalla paura, c'era fumo, sentivo la casa scricchiola�re». Riesce a sfilarsi da sotto la soletta, «ho cercalo gli occhiali e li ho trovati. Me li sono messi e cosi ho trovato anche i pantaloni, e le scarpe. Era tutto un disastro. Ho pensato subito a Carlo, ho aperto la porta tiolla sua camera, ma dietro c'era un muro, un muro caduto da sopra, forse, ma comunque non sono riusci�to ad andare oltre». Tra le macerie ha trovato il telefonino, e ha fatto il numero del cellulare di Car�lo. «Non suonava, chissà dove era finito, ma il mio funzionava. Allora ho fatto il numero di papà, gli ho detto "torna, è crollata la casa, non trovo più Carlo"». Il padre Walter era in montagna. Un appuntamen�to di lavoro, fa il commercia�lista e segue molte aziende. Un colpo al cuore, ha girato la macchina ed é secso a rotta di collo verso casa. «Un uomo perbene, una famiglia perbene, e molto sfortunata», racconta a vo�ce bassa il sindaco di Bre�scia, Paolo Corsini, che abi�ta a Bovezzo, trecento metri più in là. «Bonardi è stato anche assessore al Bilancio in Provincia. Ma è anche un amico, che non merita tutto questo». Le ruspe scavano via pez�zi di mobili, pareti di pia�strelle blu, Bonardi indica ad un parente «vedi, li c'era il bagno». Piange in silen�zio, dietro un paio di occhia�li scuri che non toglie mai. Ogni tanto torna dal, figlio Luca e gli fa una carezza, «vedrai che adesso lo trova�no». Ma non vivo. Alle otto di sera, alle luci delle fotoelet�triche, un vigile fa segno con la mano di fermare e comincia a scavare con le mani. Sotto, i parenti dei dispersi, donne e uomini che tremano di paura e di freddo, si abbracciano e si consolano. Lo sanno tutti che non c'è niente da fare. Nessuno pensa al miracolo. «E' Carlo». Luca si nascon�de nella coperta, la fidanza�ta Elisa lo stringe forte e gli accarezza la testa. «Dove lo portano?». All'obitorio, a Brescia». «Vado anch'io». Inutile cercare di fermare questo ragazzo. Andrà a vedere il fratello, chi glielo può impedire? Seduti su un muretto, un gruppetto di scampati: i Marchetti, e "a signora Toni�ni. Arrivano i parenti, arri�va lo zio Francesco con un giaccone imbottito per il nipote Luca. «Li aspettava�mo per pranzo. Da quando è mancata mia cognata, ven�gono spesso da noi. Luca mi ha telefonato con il cellula�re, ha detto "zio, è successo un disastro, vieni ad aiutar�mi". Ho fatto l'autostrada a 180, correvo come un pazzo e mi dicevo ma perché proprio a loro, mio Dio? "». Luca era affacciato alla finestra. Era allucinato, un ragazzo stravolto che urla�va in mezzo al fumo e alle fiamme. Urlava «salvale mio fratello, è rimasto qui dentro, fate presto». I vigili l'hanno tiralo giù e lui ancora ripeteva «è dentro, non sono riuscito ad aprire la sua porla, fate qualcosa per lui». Stringeva il cellulare, con su impostato il numero del fratello, «ma non risponde, perché non risponde?». I vigili aprivano i getti d'accpia, e intanto tiravano giù una donna, Monica Pacelli, e lei ripeteva «tornate su, vi prego. Su c'è mio marito Roberto, slrva giocando ! con Luca in salotto. Aiutate' li, vi prego, erano appena tornati dalla chiesa, e se fossero rimasti ancora un po', saremmo tulli salvi». (bru.gio) «Nostra madre è morta l'anno scorso per un tumore» «L'ho cercato con il cellulare Ho chiesto aiuto era troppo tardi» «Gli ho gridato di scappare ma lui non e era già più inghiottito da tutto quel cemento»

Persone citate: Bonardi, Luca Bonardi, Monica Pacelli, Paolo Corsini

Luoghi citati: Bovezzo, Brescia, Trentino