E la terra d'Uganda partorì cadaveri

E la terra d'Uganda partor�cadaveri E la terra d'Uganda partor�cadaveri Dovunquefosse comuni, già mille vittime del profeta sterminatore la grande strage Domenico Qulrico TU non ucciderai», tira scrit�to sulld Tavoli; della legge elio ogni discepolo riceveva quando varcava la soglia della «chiesa per la restaura/ione dei precetti di Dio». K non devi rubare, non devi guardare film pornografici «perché questo equivale all'adulterio». Solo co�si, il primo gennaio del Duemi�la, lo acque del nuovo diluvio si sarebbero aperte intorno alla chiesa della setta ripetendo il miracolo dell'Arca biblica. Ora che i morti, assassinali in nomo dei Dieci Comandamenti, sono diventati un migliaio e difficile immaginare riti in cui centinaia di uomini, donne bambini arri�vati da tutta l'Africa australe, riuniti in autarchiche chiesette di legno e lamiera, continuava�no a ripetere la giaculatoria: non uccidere. A Rugazi l'erba e troppo ver�de, l'aria troppo limpida, le cose troppo pulite per immaginare le atrocità che li sono stale com�messe. Da quindici giorni tiuesla terra scura, turgida sembra colpita da una maledi/.ione: par�torisce cadaveri. Bruciati, ridot�ti a orrendi moncherini l'issati nell'orrore della morte, nella chiesa principale di Kanungu cui .ili assassini hanno dato fuoco dopo aver sbarrato porte e finestre; strangolati, accoltel�lati, gettati nelle fosse comuni che come le stazioni i ili un infinito calvario spuntano in città e villaggi, ovunque la setta aveva i suoi «templi». A Rugazi per arrivare alla chiesa della setta sfiori il verde smallato delle piantagioni tli tè. Non c'è bisogno di chiedere dove si trova la casa del «vesco�vo», terribile e impersonale sa�cerdote di questo Molocb africa�no. In lunghe file arrivano dai villaggi vicini per vedere il luo�go dell'apocalisse. E racconta�no. Raccontano d�(piando veni�vano a migliaia, con le loro tuniche bianche dei maestri e verdi dei discepoli, a piedi o stipati sui pulmini collettivi, venivano da tutto l'Uganda, dal Kenya, dal Ruanda, perfino dal Congo insanguinato dalla guer�ra, sudando guerriglieri e bandi�ti: vecchi, nomini, donne, bam�bini, famiglio e dinastie intere. Si fermavano davanti alla casatempio del «vescovo», l'ex prete spretato Dominic Karatibaabo: sacrificavano una vacca e poi danzavano e pregavano in atte�sa della loro sempre più vicina. liberatoria apocalisse. Era nenie mite, raccontano lutti, avevano solo un'idea in testa, che il primo gennaio il inondo sarebbe stato cancellato dai diluvio; e soltanto loro, i puri, };H uomini che avevano seguito i comandamenti del Si�gnore, sarebbero rimasi i vivi. E assicuravano ai tiepidi e agli scettici che le alluvioni che avevano sepolto il Mozambico non erano che il primo segno. Nessuno si stupiva di quel caoti�co pellegrinaggio. E come stu�pirsi, in un l'aese dove in una confusione poco ortodossa, tra guerriglie e spiritualità, in un anarchico caravanserraglio do�ve si confondono cattolicesino, protestantesino, vecchi animi�smi e un guazzabuglio di nuove metafisiche sciocchezze, sono apparse negli ultimi anni alme�no duecento sette? Dove nel novembre scorso la polizia ha dovuto disperdere i fedeli di una profetessa diciannovenne, Nabassa Gwajwa, che sostene�va di essere morta nel '96 e di ossero tornata in Terra su richie�sta divina per preparare gli uomini a una replica del «mille e non più mille». Dove nel 1986 un'altra sinistra cassandra , Alice Lakwena, ha indotto mi�gliaia di seguaci a ribellarsi al governo lanciandosi con lance e bastoni contro i soldati, convin�ti di essere diventati invulnera�bili grazioa un'improbabile ac�qua miracolosa. E cho cosa è se non una setta militarmente più smaliziata «l'Esercito del Signo�re» di Joseph Kony, un altro santone-guerrigliero che rosic�chia il potere o i sogni di gran�dezza del padre-presidente del Paese, Yoweri Musoweni, ama�lo da Clinton ma altrettanto affezionalo al monopartitisnio? In tutta l'Africa australe, dal Congo alla Tanzania al Ruanda, questo orlo sconclusionato di setto e comunità, di profeti e di apostoli che formano un «cri�stianesimo indigeno» opposto alle chiese ufficiali, incarna la rabbia e l'anelito di riscatto, alimenta con il fuocherello di una futura calarsi cosmica la sopportazione del quotidiano stillicidio di drammi e dispera�zione. Il popolo urla cosi il suo sgomento, offeso dalle epide�mie, dalla fame, dala siccità e dalle inondazioni, e da mille altri catastrofi naturali e artifi�ciali. I curiosi avanzano in silenzio verso la casa del massacro strin�gendo davanti al volto foglie di rosmarino: perché il paradiso di Joseph Kibwotere, l'inventore-profeta della sella, puzza orrendamente di morte. Non hanno nulla per proteggersi, invece, i detenuti che lavorano con corde e badili per estrarre i cadaveri di coloro che sognava�no di «essere accompagnati in Paradiso» e invece sono stali uccisi dal loro profeta. Hanno dato a questi recalcitranti mo�natti solo guanti da infermiere. E loro si affannanno a espiare questa parte aggiuntiva e impre�vista della loro condanna. Le fosse restituiscono corpi di don�ne e uomini, di molli bambini che portano ancora ben visibili i segni dei colpi che li hanno uccisi. Settanta, e poi cinquan�ta cadaveri e altri ancora nei giardini, seppelliti sotto le latri�ne, in pozzi improvvisati. Altri detenuti scavano senza posa a Buhungu, dove la setta aveva un altro tempio; a Rushqjwa, dove dove un altro «vescovo», Joseph Nyamurinda, aveva una casa con il suo terribile segreto di cadaveri, perché ormai nessuno parla più di sacrificio collettivo, di una catastrofica eclisse del buon senso, di un bestiale e macabro sprofondare della ragione nel suicidio di massa. Onesto è un immenso delitto che rischiava di diventare perfetto. Perché gli assassini volevano cancellare le prove sotto il cumulo delle loro vittime. Del capo si sa nome e cognome, Joseph Kibwelere, un ex insegnante cattolico di 68 anni, un piccolo politico senza successo che aveva capilo che la scorciatoia per il potere pas�sava attraverso il mestiere di profeta. E cos�annunciava di aver visto la Madonna che gli aveva affidato il compito di restaurare i Dieci Comandamen�ti prima dela fine del mondo. Perché ha ucciso prima di fuggi�re? Perché promettere il Paradi�so va bone, ma non bisogna mai fissare scadenze. Il miracolo del nubifragio salvatore non si è verificalo e i discepoli, stufi di rinvìi, cominciavano a essere rosi dal dubbio teologico, e soprattutto animali dal più con�creto desiderio di avere indietro le povero ricchezze che aveva�no depositalo presso il santone. Valeva pochi soldi il loro pezzo di Paradiso. I seguaci del «vescovo» avevano una certezza: che il primo gennaio il mondo sarebbe stato cancellato da un nuovo diluvio e solo loro, i puri, sarebbero rimasti vivi. E assicuravano che le alluvioni in Mozambico erano il primo segnale Nella sua casa tra gli oggetti di culto KatarinaTumuhimbise, membro della setta, sopravvissuta alla strage LA SETTA DEI DIECI COMANDAMÉUTI E I SUOI ORRORI IL VIESCOVO PA7.ZO Dopo la -jtrage non si sono pm avute notizie delleadei dellasetta, 11 •■profeta" Joseph Kibwetcre (nella foto con la mogtie Theresa che aveva abbandonato da tempo): I'uomo in passato era stato ncoverato a causa di una sindrome manlacale deprcssiva pvSS ^LzlSr^i mf'^'T.W* S^SS^a i^w^atJ BriS J^_ J ^IKi? LE FOSSE COMUNI Per svuotare le fosse comuni sono impiegati anche detenuti. L'ultima ieri è stata localizzata sulle montagne Ruwenzori. lungo il confine congolese. Nella foto prigionieri al lavoro nel villaggio di Rugazi nel cortile di uno dei leader della setta, che operava soprattutto nel distretto di Rukungiri LE COLLUSIONI Il presidente Museven�accusa le autorità locali di avere occultato i rapporti dei servizi segreti che indicavano la pericolosità della setta e ha ordinato un'inchiesta sulla soppressione dei dossier. Kampala ha indetto per oggi una giornata di preghiera per le almeno 924 vittime Uttinrìa tossa comune trovata sulle montagne^, del Ruwenzori REP.BEH. Da C0H60 Lago Rutanage REF.DEM. DELC0MG0 nUKUHGIRI Il distretto dove operava la setta tlira ÌIGANI lolma Kampala •,in|a Mbarara /s? ••.?v ' 0 J ugo m VITTORIA A v^. | . TAUZAMÌA

Persone citate: Clinton, Domenico Qulrico, Dominic Karatibaabo, Joseph Kibwelere, Joseph Kibwetcre, Joseph Kibwotere, Joseph Kony, Joseph Nyamurin, Paradiso, Yoweri Musoweni

Luoghi citati: C0h60, Congo, Kenya, Ruanda, Rugazi, Tanzania, Vittoria