L'appello di Wajtyla divide l'Anm di Giovanni Bianconi

L'appello di Wajtyla divide l'Anm L'appello di Wajtyla divide l'Anm La «sinistra»: noi rispondiamo soltanto alla legge Giovanni Bianconi ROMA ~ Una delle battute che circola nei corridoi dell'Hotel Jolly Midas, do�ve si svolge il congresso dell'Asso�ciazione magistrati, è: «Il Papa ci ha rumati». Ma probabilmente, dietro il richiamo di Giovanni Paolo II, più del cardinale vicario di Roma Camil�lo Ruini ci sono il segretario di Stato cardinal Sodano e il direttore dell'Osservatore romano Mario Agnes, che da tempo hanno un atteggiamento molto severo nei con�fronti dei giudici. In ogni caso, al di là dei possibili ispiratori, il discorso jronunciato dal Papa è lì, ingom�brante come un grande tronco mes�so di traverso su un cammino che si voleva già segnato, a dividere i magistrati e ingarbugliare i giochi interni al loro «sindacato». Per riassumerla in breve, chi tra le «toghe» italiane sostiene una linea meno conflittuale e più dialo�gante col potere e con la politica dall'altro ieri ha qualche argomen�to in più per contrapporsi alla «linea dura» di chi si sente assedia�lo dai politici nella cittadella della giustizia: quelli portati dal «signore vestito di bianco». Nino Abbate, leader storico della corrente centrista, tradizionalista e maggioritaria di «Unità per la costi�tuzione», mollo critico verso l'attua�le dirigenza dell'Anm, dice: «I temi sollevati dal pontefice preoccupano da tempo l'opinione pubblica, e non hanno mai trovato risposte adegua�le da parte di chi ha responsabilità di guida nel mondo giudiziario, nell'Associazione e al Csm. I proble�mi dell'uso strumentale della carce�razione preventiva e di un maggio�re autocontrollo dei magistrali, che dovrebbero parlare solo attraverso i provvedimenti, devono indurre tutti a una presa di coscienza». Come dire che il Papa ha fallo bene a «bacchettare» i giudici. Ma il procuratore di Torino Marcello Maddalena, l'esponente di «Magi�stratura indipendente» che più di lutti ha denuncialo l'aria di assedio che si respira soprattutto intorno ai jubblici ministeri, ribatte: «Le paroe del Pontefice non si possono strumentalizzare, ha espresso con�cetti generali condivisi e condivisi�bili da tutti. Se qualche errore c'è stato si tratta di singoli casi, e come tali vanno affrontali e risolti». Il suo collega di corrente Pier Camillo Davigo, pm di punta del pool Mani Pulite, aggiunge: «Il Papa parla di temi universali, molti discorsi sono solo visioni giornalistiche ridutti�ve». Ma lui che pensa dei «temi universali» toccati da Giovanni Pao�lo II? «Quel che ne penso lo tengo per me, visto che non è materia di dibattito congressuale», taglia cor�to Davigo. Checché ne pensi il «dottor sotti�le» di Mani Pulite, però, il monito del Papa o il suo «incoraggiamen�to», come preferisce chiamarlo il presidente dell'Anm Cicala è entra�to eccome nel dibattito congressua�le. Dalla tribuna parla Livio Pepino, una delle «bandiere» della corrente «Magistratura democratica», e met�to un bel po' di foga in questo passo del suo intervento: «Nella Costitu�zione c'è scritto din i giudici sono soggetti soltanto alla legge, e que�sto significa che abbiamo un dovere di disobbedienza a qualunque altra imposizione che non trovi fonda�mento, laica o religiosa che sia!». La platea applaude, Tra gli ade�renti alla corrente di sinistra della magistratura italiana, dall'altra se�ra non si ripete altro che essere andati dal Papa s'è rivelato un autogol, e si poteva evitare. Ma ormai la frittata ò fatta, e allora si prova a ricomporre i cocci metten�do in guardia dalle strumentalizza�zioni, dimostrate dal fatto che a calcare di più la mano sui richiami di Giovanni Paolo II sono stati quei giornali che da tempo sostengono una linea ostile ai giudici. Ma nei corridoi del Jolly Midas c'è pure Poppino Di Lello, ex-giudice del pool antimafia ai tempi di Giovanni Falcone e oggi eurodeputato di Rifondazione comunista. Lui, ga�rantista da sempre, applaude l'altolà del Papa sull'uso ciistorto della carcerazione preventiva: «lì' uno strumento che serve a non far l'uggire un imputalo, mai a farlo parlare. Onesto sarebbe un princi�pio medioevale». Poi ci sono le opinioni sparse di magistrati più o meno famosi. Ginvanni Tineora, procuratore di Caltanisselta, commenta: «Credo che nessuno lo abbia fatto, e se qualcu�no lo ha fatto ci pensi.,.». E Antonio Marini, che da pubblico ministero ha indagato a lungo sull'attentato a Giovanni Paolo 11: «Quelle del Pon�tefice sono parole sacrosante, quale magistrato può non dirsi d'accordo con i principi da lui richiamati? La carcerazione preventiva dev'essere veramente una extrema ratio». Ma ci sorto stali abusi? «Mi sembra innegabile risponde Marini che in alcuni casi ci sia stata confusio�ne, anche nel periodo di Mani Pulite», A fine mattinata sale alla tribu�na Antonio Mattone, di «Unità per la costituzione», ex-presidente del�l'Anni costretto nell'autunno scor�so a polemiche dimissioni che han�no spaccato l'Associazione, «Noi dobbiamo dire grazie al Pontefice afferma perche ha indicato proble�mi concreti. Possiamo ignorarlo, dicendo che si tratta di un mero incoraggiamento, oppure raccoglie�re l'invito a un'attenta riflessione sulla nostra funzione, e più in generale sulla posizione della magiStratura nel quadro costituzionale e nei rapporti con le allre compo�nenti della società, come io avevo proposto Non possiamo chiuderci nelle autocelebrazioni, poniamoci il problema di ciò che ha detto il P.ipa, perché dietro non c'è solo il pensiero di un singolo, ma qualcosa di più grande». Alla fine raccoglie applausi, ma anche qualche ironia: «Insomma, il Papa è d'accordo con lui..,». La corrente di centro «Le parole del Pontefice devono farci riflettere» Il presidente dell'Anni Mario Cicala ricevuto da Giovanni Paolo II

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