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SE LA CULTURA FINISCE IN TRIBUNALE CATIIVISEGNAU SE LA CULTURA FINISCE IN TRIBUNALE Pierluigi Battista D KCISAMIENTE non è un segno d�buona salute civile che la cultura debba sottoporsi al giudizio dei tribunali, die le controver�sie storiografiche vengano messe nelle mani dogli avvoca�li e che la libera discussione si trasferisca in una giungla bu�rocratica di commi e cavilli. Che le opinioni e i libri si possano trasformare in corpi del reato. Eppure la via giudi�ziaria come metodo di illuso�ria risoluzione dol dibattilo culturale sta diventando una mania contagiosa. lui è di questi giorni la notizia che il Comune ili Pescina ha addirit�tura invocalo il sequestro di L'informatore: Silone, i comu nisti, Ut polizia, il libro degli storici Dario Biocca e Mauro Canali in cui un'ingente, circo�stanziala e, purtroppo, univo�ca documentazione sembra j mettere inequivocabilmente ( fine ai dubbi sul ruolo ili i (iinformatore.) della polizia poj litica fascista che Silone gioco : dal 1923 al 1930, quando era dirigente del parlilo comuni\ sta clandestino. La discussione storiografi�ca prevede che ai documenti I si contrappongano altri docu�menti, non le carie bollale. E j invece si pretende che la legil1 lima difesa della memoria di Silone venga realizzata non �con lesi suffragale da piove i convincenti ma con censure e ingiunzioni giudiziarie. An�che la famiglia di Giovanni Gentile ha deciso di adire le vie legali pretendendo che 1 una corte, in nome del popolo i italiano, debba sostituirsi agli j studi degli storici e decidere I d'autorità grandezze e mise�rie di quel grande filosofo. E ! proprio su questo giornale 1 Eric J. Hobsbawm ha spiegato quanto sia pericoloso e contro| producente affidare a un tribù| naie inglese il compito di I soppesare le teorie di David Irving «riduzioniste» sull'Olo�causto. Una mania. Un prima�to del giudiziario sul culturale che può assumere tratti grotte�schi. Meglio i libri. Meglio riempire archivi e biblioteche e non intasare i tribunali.