Siracusa e Masoiief poltrone a rischio di Giovanni Bianconi
Siracusa e Masoiief poltrone a rischio I NODI APERTI SUL TAVOLO DEL GOVERNO E LE DIFFICILI SCELTE DEL VIMINALE Siracusa e Masone, poltrone a rischio Valzer di nomi per i vertici di polizia e carabinieri retroscena Giovanni Bianconi ROMA Basterà? Sarà sufficiente ciò che hanno fatto o faranno il comandante generale dell'Ar�ma sul caso Pappalardo e il capo della polizia sul caso Aliquò? Ieri è stato D'Alema in persona a dire che i «comizian�ti» in divisa non possono essere tollerati. E se esìste il problema del presidente del Cocer, per il governo esìste pure e non da ieri in grana del leader del sindacato dei funzionari d�poli�zia, quel Giovanni Aliquò che a colpi di proclami e inserzioni sui giornali ha fatto una vera e propria operazione di «controlobbing» per tentare d�blocca�re la legge di riordino delle forze d�polizìa. Al punto cui s'è arrivati, ciò che i responsabili di polizia e carabinieri possono inventarsi per chiudere i casi al loro interno, potrebbe non bastare più. E la «guerra dei Cocer e dei poliziotti» potrebbe diventare l'occasione per un ricambio ai vertici delle forze dell'ordine. Se ne parla da tempo, più al Viminale che al ministero della Difesa in verità, visto che Sira�cusa è slato confermato alla guida dell'Arma appena un me�se fa. Ma ora anche la sua poltrona è a rischio. Perché è difficilmente sostenibile che un documento come quello di Pappalardo sia circolato per due mesi nelle caserme senza che il comando generale ne sapesse nulla; e se cosi fosse, sarebbe ugualmente grave. Fernando Masone, invece, occupa il grande ufficio al se�condo piano dol Viminale da quasi sei anni, quando fu nomi�nato dal governo Berlusconi nel settembre del '94. Dopo un cos�lungo periodo, l'avvicondamenlo può apparire fisiologico. Già l'estate scorsa il primo governo D'Alema slava por clocidere il ricambio, ma poi non se ne fece niente: non si trovò l'accordo sul nome del successo�re, e poi fu varato il decreto legge sugli spot elettorali che bastò a creare sufficienli tensio�ni, «Meglio soprassedere», deci�sero allora i ministri competen�ti. Adesso poro il problema si ripropone. Perché è difficile dare un segnale punendo Ali�quò sul piano disciplinare, co�me invece si può fare con Pappalardo. La due situazioni sono molto diverse, perché la polizìa non è un corpo militare e perché l�dentro ci i sindacati con tulli i corollari di libertà d'espressione che si portano dietro; trovare una norma del regolamento violata dal segre�tario dei funzionari d�polizia e procedere senza essere accusa�ti di comportamento anti-sindacale non è affatto semplice. In ogni caso, anche se ci ha pensa�to e ripensato, Masone non ha avviato nessuna procedura. Ieri però ha chiamalo a rap�porto i responsabili dei sindaca�ti per ribadire «con fermezza» che «non sono più tollerabili contrapposizioni tra organismi preposti alla sicurezza dei citta�dini». E lunedi, dopo l'ultima uscita di Aliquò, aveva fatto un altro passo, inusuale quanto clamoroso: un comunicato di piena solidarietà ai carabinieri. sollecitato dal governo al quale s'era rivolto il comando genera�lo dell'Arma. Con quelle poche righe Masone ha forse spento una miccia, ma non ha certo guadagnato punii all'interno della polizìa, dove le denunce del sindacato dei funzionari al di là dei dissensi sui modi e sui tempi dell'azione non sono cos�isolate. Anzi. C'è poi un altro ragìonamonfo che nelle ultime sellimane ha preso quota nelle stanze del Viminale, sempre al secondo piano ma nell'altra ala del pa�lazzo, dove ci sono gli uffici ministeriali. Anche se Enzo Bianco ripete ad ogni occasiono che Masone gode della sua piena fiducia, varata la riforma dell'Arma potrebbe essere op�portuno rivililaiizzare la poli�zia. Come? Nominando succes�sore di Masone un altro poli�ziotto, che garantisca credibili�tà e nuova linfa tra i «cugini» dei carabìniorì, �quali hanno oaonulo ciò che volevano. I nomi dei candidali ci sono già. Oltre che sul vico-capo vicario Gianni Do Gennaio, la scelta potrebbe cadere sul que�store di Napoli Antonio Manga�nelli, o su quello d�Roma Arnaldo La Barbera, Qualcuno cita anche l'altro vice-capo (e responsabile della Criminalpol) Rino Monaco, e il capo dello Sco Alessandro Pausa. Tulle persone d�grande esperienza nella lotta alla criminalità, or�ganizzata e non, che hanno mostralo «sul campo» le loro capacità invosligalivo e dirigen�ziali, apprezzalo da Bianco nei tre mesi trascorsi al Viminale. Se questa lìnea ha guadagna�to terreno, non è tuttavia tra�montata la possìbililà che toc�chi a un prefetto; la logica visto che il capo della polizia guida anche il Dipartiniento della pubblica sicurezza sareb�be quella di scegliere la «terza via» tra poliziotti e carabinieri. In quel caso a parte il capo di gabinolt.o dol ministro, Bruno Ferrante potrebbe toccare all'attuale profello di Milano, Roberto Sorge. Se il ricambio probabilmen�te all'indomani delle elezioni regionali s�trasformerà in un giro di valzer coinvolgendo an�che altre poltrone, dipenderà da quello elio il governo decide�rà d�faro con i Servizi segreti (che in teoria andavano rifor�mali, ma il disogno di legge govornalivo è rimasto lettera morta, o non vedrà la luce in questa legislatura) e con altro forze di polizia, conio la Dia, Oltre che coi carabinieri, maga�ri por non dare l'impressione di rimozioni in una sola direzio�ne, che apparirebbero punitive. Per la successione di Siracusa, al momento, circola un nome più d�altri: quello del sottoca�po d�Slato maggioro della Dife�sa, il generale Gianfranco Ottogalli, Nella Ps tra i papabili il questore di Roma Arnaldo La Barbera Al comando dell'Arma potrebbe andare il generale Ottogalli Anche Roberto Sorge (prefetto a Milano) e Bruno Ferrante sono «in corsa» Il capo della Polizia Fernando Masone: a sinistra Giovanni Aliquò. il leader del sindacato dei funzionari di polizia
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