Il pozzo dei fondi neri di Gianni Riotta

Il pozzo dei fondi neri Il pozzo dei fondi neri di Gianni Riotta P ■^ :. er chi ha vissuto nella Prima Repubblica italiana è strano pensare a quel che è successo in pochi anni. La De, il Pei, il Psi, il Pli, il Pri, i motori immobili del nostro sistema, cancellati. E chi ha compreso davvero che forza abbia avuto Helmut Kohl nell'Europa del dopoguerra, l'uomo che ha riunificato la Germa�nia e stretto il patto dell'Unione, non può che guardare con stupore ai suoi dolori presenti. Kohl, il leader che ha concluso davvero la Se�conda Guerra Mondiale, si dibatte umiliato da finanziamenti illeciti, percepiti per concludere il suo erculeo progetto. Per fare la guerra diceva il condottiero Raimondo Montecuccoli occorrono tre cose: soldi, soldi, soldi. Potremmo oggi dire dei condottieri che fan politica nel mondo occidarfale che, per una campagna elettorale, occorro�no tre cose: soldi, soldi, soldi. I soldi, motti, maledetti e subito, sem�brano governare il destino delle democrazie. "Gucci Gulch", la valle dei mocassini Gucci, vale a dire il Transatlantico americano, vede politici e lobbisti scambiarsi favori, pacche sulla schiena, accordi. A Londra, a Tokyo, a Roma e Parigi, il passo felpato dei "fat cats", i gat�ti grassi pronti a ungere le ruote di un provvedimento a loro caro, a fi�nanziare spot e rielezioni, marca il terreno che una volta era occupa�to da slogan, ideologie, comizi stentorei. Come va affrontato il costo della politica? Con provvedimenti moralistici, misure di rigore, con�trolli che poi, alla prova dei f^tti, vengono aggirati senza troppi pudo�ri? 0 non piuttosto, come provano a fare gli europei contro gli ameri�cani, riducendo i costi della televisione, la pompa idrovora che per controllare gli spot consuma i bilanci di partiti e candidati? La rispo�sta sta avvilendo la Germania, dopo lo scandalo Cdu. Ha animato la campagna elettorale americana del 2000: la crociata del senatore John McCain contro "soft money", i fondi discreti fatti affluire ai can�didati dalle lobbies, ha avuto dapprima grande successo. Ma chi l'ha battuta infine? Una contraerea violenta di spot, pagati da miliardari texani amici del governatore dello Stato George W, Bush. Il pilota eroe del Vietnam McCain ne è stato travolto. Parabola istruttiva, E che cosa, del resto, impedisce al vicepresidente democratico Al Go�re di considerare la rielezione un problema minore? La dimestichez�za eccessiva con certi finanziatori asiatici che ne corrode l'immagine bonaria da boy scout. Abbiamo voluto dedicare questo secondo fa�scicolo di "Global" proprio al costo della politica. Consci che non si possa evitare un finanziamento lecito, candido e trasparente ai candi�dati e alle loro organizzazioni. Ma preoccupati perché, nel mondo globale, l'influenza di lobby, gruppi di interessi, fazioni transnazionali, rischia di rendere opù-o il nostro dibattito civile. Qualcuno di voi ricor�derà "Il candidato", il film dell'America post Watergate con Robert Redford. Arrivato alla politica con tanto entusiasmo, il giovane parla�mentare si ritrova ostaggio dei gruppi di interesse. In nessun Paese come l'Italia il costo della politica ha influenzato il corso degli eventi nell'ultimo decennio. Siate persuasi che Mani pulite sia stato un col�po di Stato o riteniate invece che i magistrati abbiano assestato un colpo severo alla corruzione, non riuscirete ad eludere il problema di fondo: chi pagherà la politica e come? Chi garantirà un dibattito aper�to e trasparente? Finiranno in mano a pochi magnati i siti di accesso all'informazione? La nostra democrazia si chiamerà plutocrazia? Come è nello spirito di Global troverete in queste pagine gli spunti di analisi, le discussioni, le riflessioni più aguzze sul tema. Senza vi�va né abbasso, senza entusiasmi o condanne su misura. Tutt'altro. Una società come quella occidentale capace di produrre in pochi anni una ricchezza maggiore di quanta ne era stata prodotta nei pri�mi nove decenni del secolo, non riuscirà a tenere lontani i soldi dal potere. Oggi l'economia può più della politica. A Washington, come in Europa, i leader sono sempre più lenti ad affrontare la realtà di quanto non siano i nuovi magnati. Basta allora lasciare il pallino del governo all'economia, mettendo al governo il leader che meglio sa usare fondi e immagine? C'è una fondata, morale, obiezione, con�tro la democrazia del danaro. Eppure, capace di convincere anche chi rifiuta per pragmatismo la posizione etica, c'è un'obiezione radi�cale di funzionamento, contro la corruzione. Se oggi gli Stati Uniti detengono il primato tecnologico e intellettuale nel mondo, la ragio�ne più profonda si trova nella libertà radicale, estrema, di quel siste�ma. Capace di creare dal nulla la rete nervosa di Internet, di farla collaudare a una folla di microimprenditori, che sono, ciascuno, un intellettuale militante. La corruzione, al contrario, non funziona. Con�cede, via lobby, il primato a chi non l'ha meritato in aperta competi�zione. Perpetua assetti, culture, modi di produzione obsoleti, rive�landosi infine zavorra per il sistema Paese. La democrazia globale non funziona solo perché è giusta. Funziona anche perché è più ef�ficiente, perché riesce a filtrare più errori di quanti non ne intercetti un sistema bloccato. Considerate la Cina: Pechino punta su un sistema politico comuni�sta con economia capitalista. Ma quanto a lungo può funzionare la Borsa senza libera stampa? Quanto a lungo la corruzione può fidar�si dei mandarini del partito senza che la produttività ne risenta? Non è forse lezione che noi italiani, reduci della Guerra Fredda, abbiamo imparato a nostre spese? Le risposte le troverete leggendo. Quanto al primo numero di Global, il nostro esperimento è stato accolto da voi con confortante successo, in edicola e nei giudizi. Ve ne ringraziamo. E ringrazia�mo il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, ricevendo i fondatori della rivista, li ha incoraggiati al lavoro con il suo elogio e interesse.

Persone citate: Bush, Carlo Azeglio Ciampi, George W, Gucci, Helmut Kohl, John Mccain, Kohl, Raimondo Montecuccoli, Robert Redford