AMICI DI MAJA
AMICI DI MAJA AMICI DI MAJA Allievi ufficiali a Lecce: quattro mesi filati senza tornare a casa EB lecito in questi tempi m nei quali U massimo inte�resse per la «naia» è dato dalle sfilate per le uniformi delle future soldatesse, ricorda�re con emozione i cinquant'anni di parecchi torinesi al V Corso A.U.C. di Lecce?». Cos�scrive Franco Rambaldi, Tori�no, tei. 011/77.11.035 «No, non è facile dimentica�re i sette amici che divisero lo scompartimento nel lungo viag�gio verso la sconosciuta capita�le salentina! Non era più tem�po di guerra ma, appena mitiga�to dalla spensieratezza della gioventù, era ben forte il turba�mento per il distacco dagli affetti famigliari e per l'approc�cio, in un nuovo paese, all'eser�cito ancora convalescente da prove tremende. Alessio, Bertela, Cuzzoni, Mestrallet, Monge, Rambaldi, Ramondo a cui ben presto si unirono Eirale, Nebiolo, Soda�re, Ballesio e, dalle Langhe, Bordone, già compagni di scuo�la o amici di amici, si trovaro�no cos�l'8 marzo 1950 ancora più uniti da quel senso di piemontesità che, almeno allo�ra, era segno di orgoglio e di distinzione. A proposito: uno dei primi compiti assegnati era quello della visita alla «barberia» dove le nostre chiome, invano già preventivamente ri�dotte, cadevano sotto le forbici degli inflessibili tensori locali che con ineffabile compiacen�za ripetevano «bel servizio Al�lievo, bel servizio!» e non disde�gnavano la mancia anche per�ché, invariabilmente tutti, ave�vano fatto il servizio militare a Torino o al massimo a Venaria. Pur sparsi nelle varie compa�gnie delle due caserme, impe�gnati duramente da istruzione, studio e servizi, attenti anche alle nuove conoscenze, non si perdeva l'occasione di scam�biarci le ultime notizie di las�sù. Quattro mesi filati lontani da casa (a Pasqua part�solo chi risiedeva sotto Roma) acuiva�no una nostalgia che l'attesa posta di famigliari e morose lenivano solo in parte. Le tele�fonate d'altronde costavano pa�recchio nonché la perdita di sudate libere uscite, stante i tempi di attesa al centraline (vero, Ballesio!?). E cos�Bertola «anima nera» del «Filetto d'oro», il giornale intemo del Corso, poteva chiosare: Mon�ge, l'elettrotecnico «due metri» della Radio, saria una buona r.ntenna, ma monotona assai la ricezione; sempre Radio Tori�no, quel frescone! Quanti ricor�di tenuti vivi negli incontri che, pur faticosamente, ci han�no sempre legato in tanti an�ni!: il comandante col. Vigliero, alpino di Mondovì, patt mamente benevolo con noi pie�montesi, i sergenti maggiori e le loro urla (solo nei primi tempi), le consegne per gli abbioccamenti pomeridiani nelle aule roventi, le visite dalla Mariuccia degli esuberan�ti, la «piovra» a mensa il vener�d�(ottima), le ambite escursio�ni per quelle magnifiche terre: Taranto, S. Maria di Leuca, Otranto, Gallipoli, Castellana, le interrogazioni a palle bian�che e nere, i tiri: quelli veri e quelli spassosamente birboni nelle camerate e anche le trepi�dazioni per i moti agrari nel vicino Foggiano. Ed intanto Bordone passò alla storia come «maestro d'api» avendo catturato uno sciame introdottosi nell'allog�gio del comandante e Ramondo. Soderò, Cuzzoni e Mestral�let si distinsero nella magistra�le realizzazione della rivista di fine corso. Alla fine, con l'ammissione alle Scuole di Specializzazione in tasca, si toma a casa: quan�do?, a che ora?, i settentrionali più distanti partono per primi!, ci sarà tutto il corredo nella valigia di ordinanza? (pa�gata con ritenuta pressoché totale delle decadi!). Ancora quasi tutti assieme sul treno sognando come sfruttare al meglio i 15 giorni di licenza. E Torino già a Bari ci dà il bentornati: nella lunga sosta alla stazione sul binario di fronte, sul treno diretto al Sud viaggiava la Compagnia di Ma�cario con le cui ballerine gioio�se belle, anzi mitiche, ci fu un fugace ma intenso scambio di ardenti saluti. Beh! ragazzi, che si voleva di più? Quei ragazzi, quasi tutti (ciao neh, Mestrallet!) ormai con gli inevitabili capelli grigi, reduci anche da brillanti carrie�re, non si sono mai dimenticati negli anni, non ritengono di aver sciupato 17 mesi di vita militare e sono orgogliosi di un grande bene: l'amicizia nata e cementata in grigio verde (kaki). Questi ragazzi vogliono ritrovarsi ancora per celebrare questo particolare cinquanten�nio e, se altri del V Corso desiderano accompagnarsi a lo�ro, ben ritrovati!». Nellafoto, una delle nove Compagnie di Lecce: la terza, quella del lettore Franco Rambaldi
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