CONTRO CORRENTE
CONTRO CORRENTE CONTRO CORRENTE Marco Giusti presenta il suoi film «stracult» OVVIO che non ci fosse niente di paragonabi�le a «Stracult». In Italia il gusto per il lo strano, il non artistico, il polìticamente scorretto, non ha mai superato la soglia di qualche passione privata. Subito considerata depravazione snob di una élite critica. Solo da qualche anno, grazie alla programmazione nottur�na prolungata di nefandezze italiane, da Monnezza in giù, i ragazzacci hanno iniziato un'opera di chiamiamola organizzazione culturale del sottoge�nere cinematografico nostrano. E contemporanea�mente partivano le rivalutazione estere alla Quentin Tarantino e la nascita di riviste settoriah come «Noctumo» e «Amarcord», i Romolo e Remo della critica di quelle che un tempo venivano chiamate «pratiche basse». Oggi tutto appare curiosamente possibile. Gli articolo 31 che invita�no a suonare Alvaro Vitali sul palco, il Fiotta che cita la commedia sexy. Tarantino e Rodriguez che rifanno «Zombi 3» di Lucio Pulci e citano «La belva col mitra» di Sergio Grieco. Ma vent'anni fa, tutto questo appariva inutile provocazione. Io e Giovanni Buttafava, allora anime del «Patalogo Cinema», costola del progetto «Patalogo» di Fran�co Quadri, parlavamo ore di filmacc�italiani da amare, capolavori diretti da Tano Cimarosa, Carlo Croccolo, i Monnezza, gli Avaro Vitali movies. Forse per Giovanni il divertimento era più' alto. La mia passione veniva dalla pratica quotidiana di vedere tutto al cinema e tutto contemporanea�mente. Ford e Corbucci, Ray e Capuano. Mio padre era stato questore e cos�ero riuscito a vedere tutti o quasi i film usciti dal 1965 al 1980. Amando quelli piccoli come quelli grandi. Perden�do tempo per riconoscere caratteristi come Lucia�no Catenacci o Nello Pazzafini o Mimmo Poli. I pochi ad avere passioni come la mia erano amici fraterni sparsi per l'Italia. Steve Della Casa a Torino, Sergio Grmek Germani a Trieste, Teo Mora a Genova. E Giovanni, che dottamente era riuscito a dare un senso alla passione per le pratiche basse studiandole per primo sul Patalo�go. Ma fare addirittura un dizionario tutto su questi film era impensabile. Troppo pericoloso, troppo snob, troppo privato. Come spiegare che si agiva amando Rossellini e, in qualche modo, amando pure il nostro bassissimo oggetto di studio? Al punto che con Giovanni si era pensato di fare prima un più regolare «Cult Movies» italiano centrato proprio sui film da amare, che coinvolgeva solo in parte la nostra passione più privata. Insomma, un po' di Pietrangeli, un pò di Risi, un Moretti, un Benigni, anche un Nando Cicero... Dopo questo libro avremmo forse potuto fare un dizionario di «stracult», di film italiani eccessivi, pornonazi, erotici, hard, ecc. Ma non facemmo mai neppure il «Cult Movies» perché Giovanni se ne andò cos�presto in una terribile estate del 1990 e io non ebbi il coraggio di proseguire con nessun altro il nostro progetto. La grazia di Giovanni era solo sua. Inoltre, col passare del tempo mi sembrava sempre più ■ inutile, occuparmi di cult movies. !1 tema era diventato un po' banale. Chi non amava i Pietran�geli, i Risi, i Matarazzo? Diventava attuale, invece, il secondo progetto, quello degli stracult, anche perche' andavano via via scomparendo con la fine del cinema di genere, ma erano sempre più' amati a livello popolare. E quel dizionario avrei potuto mandarlo avanti anche da solo. C'era davvero bisogno di un lavoro di questo tipo? Non so. Per me si è trattato di sistemare, scrivendo, una massa di appunti e di piccoli desideri critici che avevo accumulato negli anni. Spero che sia anche uno strumento di qualche utilità per chi non ha vissuto in diretta la nascita, lo sviluppo e la fine del nostro cinema di genere, che ha avuto il suo picco tra la fine degli Anni 70 e i primi Anni 80. E per chi seguita a pensare che il cinema italiano sia Rosi, Maselli, Scola, Avati e Tomatore. «Stracult» è anche la storia di una generazione di piccoli critici rosselliniani che ha cercato di andare contro corrente rispetto al nostro cinema alto e a chi lo considerava tale. Eroi ridicoli che si sono scontrati con una mediocrità sempre più forte che ha finito per sommergere del tutto o quasi quello che una volta era il cinema italiano. Marco Giusti E' in programma gioved�6 aprile alle 21 alla libreria Comunardi, via Bogino 2, la presentazio�ne del libro «Il dizionario dei film italiani stracult» di Marco Giusti. Intervengono fautore e Bruno Ventavoli, organizzano Premio Grinzane Ca�vour e Torino Film Festival. Ingresso libero.
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