CARMEN, PROFUGA CHE BALLA

CARMEN, PROFUGA CHE BALLA CARMEN, PROFUGA CHE BALLA Al Teatro Nuovo dal 6 aprile con la coreografia di Gannito CARMEN è una profuga sbar�cata su una costa mediterra�nea. Non è la Spagna, potreb�be essere la Sicilia, o forse la Puglia. Lui è il capo del campo-pro�fughi e intorno a loro brulica una moltitudine di derelitti. E' questa la nuova versione di una delle più celebri storie di amore e di morte, nata dalla penna di Mérimée, diventata capolavoro con la musi�ca di Bizet ed ora rielaborata da Luciano Gannito per la compagnia del Nuovo, al Teatro Nuovo per II Gesto e l'Anima dal 6 al 9 aprile, intitolata «Carmen, una storia me�diterranea». Gannito, direttore del San Car�lo di Napoli, ha lavorato a quattro mani con Gian Mesturino per il libretto, ed ha attinto per le musi�che a Bizet inserendo brani origi�nali di Marco Schiavoni per pro�porre una ulteriore rielaborazione della zingara bella e dannata che va oltre le eroine create da Roland Petit, Matz Ek o Gades. Questa Carmen, alternativamente Marisa Milanese e Stefania Ricatti, po�trebbe essere un'albanese o una kosovara, una disperata in fuga che seduce il guardiano del campo (Antonio Aguila/Diego Brichese) e ammira il capo dei profughi, che qui non è più ovviamente d torero Escamillo (Gianluca Multari/Raffaele Morra). Prenderà cos�vita nelle secche e asciutte scene di Giusi Giustino la vicenda di passio�ne e morte in un mondo perduto che crede comunque nella propria libertà (tel.011/650.02.11). Monica Sicc a Dalla «Carmen" al Nuovo. A destra Alessandro Cora, «Il Fantasma dell'Opera». Sopmjohnny Dorelli e ' Daniela Poggi /jer Bernard Slade

Luoghi citati: Napoli, Puglia, Sicilia, Spagna