Fulmini globulare, una pista

Fulmini globulare, una pista FENOMENO MISTERIOSO Fulmini globulare, una pista Forse sono nubi di vapori di silicio LO spettacolo dev'essere emozionante: una palla lu�minosa che si libra leggera nell'aria, si muove lentamente e infine si dissolve o esplode di colpo. Un evento non frequen�te ma ben testimoniato: fin dal Medioevo sono slati raccolti resoconti di fulmini globulari apparsi durante i temporali. Nonostante secoli di osserva�zioni resta però ancora da chiarire il fenomeno fisico che li provoca. Perché le testimo�nianze sono occasionali ed estemporanee, e riprodurre un fulmine globulare in laborato�rio si è rivelato molto difficile. Tuttavia una recente ricer�ca di due fisici neozelandesi sembra fornire una possibile soluzione e aprire spiragli ver�so una replica sperimentale. Un fulmine globulare è una sfora che emette luce biancogialla al massimo come una lampadina da 100 watt, gran�de non più di un pallone da calcio, con una durata compro�sa fra 2 e 50 secondi. Tutte le ipotesi teoriche proposte han�no un elemento in comune: spiegano qualche proprietà dei fulmini globulari, ma ne trascurano altre. La più nota immagina che, durante un tem�porale, si creino onde elettro�magnetiche stazionarie, in cor�rispondenza delle quali il gas verrebbe ionizzato, portato al�lo stato di plasma e poi confina�to. Ipotosi più esotiche chiama�no in causa meteoriti di anti�materia o fenomeni nucleari. Un articolo su «Nature» offre una spiegazione diversa. John Abrahamson e James Dinniss, fisici dell'Università di Canter�bury in Nuova Zelanda, si sono chiesti cosa accade quando un lampo tradizionale colpisce un terreno sabbioso, ricco di sili�cio. Ebbene, sembra che venga riprodotta la stessa reazione che, nell'industria dei circuiti integratl/'consente 'di estrarre questo elemento dalla sabbia. Il silicio si diffonde nell'aria e si raccoglie sotto forma di nanoparticelle, che hanno di�mensioni dell'ordine del miliar�desimo di metro. Queste poi assumono una configurazione a stringa o a sfera e, ossidando�si a contatto con l'ossigeno, liberano luce e calore: ecco il fulmine globulare che, avendo una densità paragonabile a quella dell'aria, levita sul terre�no. Il calcolo della luminosità massima secondo il modello dei due ricercatori è compatibi�le con le testimonianze: fino a 14 watt. Lo stesso si può dire per la durata, valutata inferiore a 30 secondi, che peraltro dipende dalla temperatura: i fulmini inizialmente freddi vivono più a lungo e si dissolvono dolce�mente nell'aria, mentre quelli molto caldi durano pochissimo e si. concludono con un gran botto. Come mai però le sfere luminose talvolta compaiono da sole, senza che una folgore sia appena caduta l�vicino? Abrahamson e Dinniss hanno una spiegazione ^chp pÉpque�sto. E ancora là temperatura il parametro determinante; i ful�mini globulari più freddi posso�no diventare visibili anche molti secondi dopo la formazio�ne effettiva, quando ormai, apparentemente, non possono più essere associati a un lampo tradizionale. La parola passa ora ai fisici sperimentali. I due scienziati neozelande�si hanno cercato di riprodurre il fenomeno scaricando dei lampi artificiali nella sabbia, ma hanno ottenuto solo delle stringhe di nanoparticelle di silicio e non ancora delle sfere. Per il momento non hanno visto nessun fulmine globula�re, quindi, e proprio qui sta il punto debole del loro modello. Ora contano di riprovarci mo�dificando i parametri, come la composizione della sabbia e la durata della folgore iniziale. Naturalmente facendo molta attenzione: secondo alcune cronache, almeno imo speri�mentatore del passato sarebbe morto per colpa di un fulmine globulare. Marco Cagnotti Un fulmine «normale», scaricandosi sulla sabbia, produrrebbe fulmini globulari

Persone citate: Abrahamson, Dinniss, James Dinniss, John Abrahamson

Luoghi citati: Nuova Zelanda