Venditti: «Tomo a scrivere perché mi conosco di più» di Marinella Venegoni

Venditti: «Tomo a scrivere perché mi conosco di più» IL PRIMO APRILE VIA AL TOUR DAL COLOSSEO DI TORINO Venditti: «Tomo a scrivere perché mi conosco di più» intervisto Marinella Venegoni TORINO ANTONELLO Vonditti apre il prossimo primo aprile al Colossèo di Torino un tour noi teatri italiani. Alla vigilia dell'avvicinamento alia capitale subalpina, abbiamo bnccato al cellulare il cantautore nel traffiCO di Roma, vicino alla nuova residenza in Trastevere: non solo questo ó il primo tour nei teatri in Hi anni, ma Antonello torna anche a vivere nel cuore della sua Roma dopo più di vent'anni passati in campagna; un ritorno che e anche (come vedremo) un programma esi�stenziale ed artistico. Con che spirito torna a tea�tro, Antonello? «L'idea è di intrecciare un rac�conto sulla mia vita. I teatri mi hanno sempre fatto pensare al�l'inverno, forse per questo prefe�risco cantare all'aperto; però non volevo aspettare fino al�l'estui': Mìi qui sani possibile guardare negli occhi la gente: nella prima parte ci sarà Anto�nello e il suo mugico pianoforte, e conterò forse "Sora Rosa" e "Mio padre ha un buco in gola". Poi pian pi;ino arriveranno gli altri, (ili elementi sono sempre gli slessi: io, il mio gruppo, i teatranti ('stremi Kitond che erano con me a Sanremo. L'alle�goria è la stessa, ina a Sanremo non ha capito nessuno». Una storia completa di Venriitti, dalle origini ai nostri giorni... «Dovrò fare molti tagli. Privilegerò 1 '70 e i '90». Nell'ultimo decennio, lei ha molto diradato sia l'usci�ta di dischi che i concerti. «C'è stata una grande ricerca di me stesso. Sono stati anni di grandi soddisfa/ioni personali, e qui succede die il desiderio di esternarsi cali: è come inversa�mente proporzionale alla vita che si fa. l'oi, ogni vollr-i che mi rimetto il pianoforte in spalla, ripenso; oggi so molto più di me, conosco mollo di più la mia voce e me stesso. Ripercorrere in teatro la mia storia, mi farà guardare al futuro Appena avrò [mito il tour, ricomincerò a scrivere: mi sto togliendo degli sfizi, anche l'ultimo disco "Goo�dbye Novecento" ù cambialo come sonorità». E s'è fatto una casa nuova. «Si. In campagna resta lo studio. Avevo già una residenza in Tra�stevere, ma l'ha presa mio figlio; cosi, ne ho trovata un'altra: sto bene iin mezzo al macello, mi sono stufalo del cip cip cronc crune; mi mancava il traffico, l'avventura di mettersi in molo ogni manina porta slimoli. Già una volta ero tornalo, e il primo brano che mi era arrivalo ora sialo "Grazie Roma"». Lei prima ha citato Sanre�mo. Como ci si è trovalo? «Dopo la bomba della comunica�zione, non è successo più niento. Voi giornalisli laggiù vivete in un bunkerone, con una visio�ne di cose anche inesistenti; dovreste non andarci più, Stara a casa, davanti alla Iv. Sanremo la fermare il mercato, prima e dopo; e una sbornia di musica e un blob, una bomba che implo�do». Avrebbe un progetto, por Sanremo riformalo? «Lo farei come Umbria Jazz, pollando poche cose scolto a priori Magari e siala un'occasio�ne non colla da me e da altri superospiti, pero lutti abbiamo tentato di far 15 minuti partico�lari: ebbene, dovrebbero per lutti essere cosi, e poi il senso vero sarebbe soprattutto nel dar voce ai giovani. Io ci sono anda�to per Fazio, che è talmente carino e ama la musica; il Festi�val rischia ormai di esser oscura�lo da chi lo fa». Non si è sentilo un po' fuori tono, dopo la scelta dell'im�pegno fatta da Jovanotti? «Ognuno ha un suo ruolo. Con Juoilec 2000 come con Amnesly, io faccio manovalanza: pen�si cho a fine aprile, a Padova, si riuniscono tutte lo associazioni di volontariato del mondo, por far nascere una superassociazione sui diritti umani. Mi creda, Jubilee 2000 ò più importante quando non si canta: nasce dov'è fallilo il Live Aid, i cui miliardi raccolti rapprosenlavano il deficit di un solo giorno. Anche i nuovi concertoni non mi trovano d'accordo, servono solo a dar impulso alla musica anglosassone». Lei si era dato da fare per l'Eritrea... «Sono lalmenlo arrabbialo, Pochi giorni dopo il Festival ho letto un trafiletto secondo il quale l'Italia ha condonato il 25 percento dei debiti dell'Etiopia: ma il problema sarebbe dire all'Etiopia di smettere di far la guerra all'Eritrea: se i giovani eritrei vanno tutti in guerra, non resta nulla. "Sdebitarsi" vuol dire anche non dare più aiuti a chi fa la guerra: da fino aprile, spero si possa agire tutti insieme. Come vede, sono stufo di faro testimonianza: ora biso�gna passare alla politica, e anda�re drillo alle segreterie dei parti�ti come al Governo». mari voneC" tin.il Il tour: 1 Torino, 3 Napoli, 7 Firenze, 10 Vercelli, 12 Piacen�za, 15 Venezia, 17 Lugano, 19 Hologna, 28 Livorno, 2 maggio Udine, 4 Bergamo, 6 Brescia, 8 Mantova, Rifarei Sanremo come Umbria Jazz portando poche cose scelte a priori Antonello Venditti: «A Sanremo nessuno ha capito la mia allegoria»

Persone citate: Antonello Venditti, Festi, Sora Rosa, Venditti