Dacia Marami e il teatro, trentanni d'amore di Silvia Francia

Dacia Marami e il teatro, trentanni d'amore A Torino per la presentazione della raccolta dei suoi testi e per la rassegna «Elogio alla Follia» Dacia Marami e il teatro, trentanni d'amore L'autrice in un percorso letterario che si snoda fra il 1966 e il 2000 Silvia Francia Tutto il teatro di Dacia, su pagine e palcoscenico, La scriltrìce Dacia Maraini da ieri a Torino, per un doppio appuntamento: la presenta�zione di «Fare teatro», raccolta dei suoi lesti per la scena, neoedila da Rizzoli, e l'inaugurazione di una nssegna, «Elogio alla Follia», la cui prima edizione è dedicata appunto uU'autrìce di «Buio» e «Bagheria». Entrambe le iniziative sono promos�se da Tangram Teatro, nella cui sede, ieri alle 19 sono stati tenuti a battesimo, presente l'autrice, i due volumi di «Fare teatro» (raccolti in cofanetto con rìproduziòne inagriili.ma). Un percorso in olire 1600pagine scritte per la scena ira il 1966 e il 2000: dai lesti d'esordio, come «La famiglia normale», «11 ricatto a tea�tro», «Il manifesto», sino ai più recenti «Camille», «Storia di Isabel�la Morra raccontala da Benedetto Croce» e «I digiuni di Catarina da Siena». Un percorso cronologico che include lesti di successo, allestiti spesso da grandi Compagnie in Ita�lia e all'estero, ma anche diversi inediti e titoli mai approdali sulla scena. Il vasto repertorio consente una esaustiva ricognizione di temi e invenzioni slilistico-drammalurgicho, storie e personaggi: donni.-, sopraltutto, Donne spesso in conflitto con il mondo e i suoi pregiudizi, o, al contrario, in guerra con la propria natura fi coscienza; donne forti e perdenti, accomunale dal «coraggio di raccontarsi», nella diversità e nello ferite, nelle contraddizioni e inquietudini. Come Camille Clau�del, amante infelice di Rodin, che chiude il suo transito terreno inter�nala in un manicomio. 0 come la digiunatrìce Caterina da Siena, qua�si un'anoressica antelitteram, luci�da e visionaria, «rigida come un ramo secco» scrive Maraini ma «forte, tenace» nella sua volontà di mortificare il corpo per amor di Dio, per nutrire una spiritualità dove la carne è sublimata, mai annullata. La successione cronologica dei lesti pubblicati in «Fare teatro», accorpati per capitoli ognuno dedi�cato a mi decennio diverso e corre�dato di una nota dell'autrice, indica anche il divenire della creatività di Dacia e il suo «percorso di formazio�ne» dentro al teatro. A partire dai primi anni di febbrile attività auto�gestita, tra gli spettacoli di strada e quelli allestiti, con mille difficoltà, in «cantine miserabili», nel segno della denuncia politica e sociale. Tempi in cui Marami faceva di lutto per il teatro: «dal suggeritore all'elellricista, dal regista alla sarta di scena» spiega lei. Sino agli anni più recenti, dove le urgenze politi�che cedono il passo a riflessioni e inquietudini più umane. Mentre l'autrice si ritira, per cos�dire, dietro le quinte: «lavoro sopraltutto ai testi e, quando me lo chiedono, intervengo durante le prove taglian�do, riscrivendo, aggiungendo». Proprio da alcuni testi pubblicali nella raccolta è tratto lo spettacolo «Viaggiando» diretto da Ivana Ferri, che ha debuttato ieri alle 21, al Tangram Teatro, La rassegna conti�nua stasera con la prima nazionale di «Camille» (presente l'autrice) di�retta dalla stessa Ferri, regista tori�nese da anni concentrata sul tema del disagio. Sua anche la regia di «Stravanganza», in scena l'8 e 9 aprile: testo in cui la Maraini rac�conta la difficile emancipazione dal manicomio di cinque ex-degenti, licenziati dalla struttura dopo l'en�trata in vigore dalla 180, la discussa «legge Basaglia». Per amore del teatro Dacia Maraini racconta di aver fatto molti mestieri, dall'elettricista alla regista, dal suggeritore alla sarta di scena

Persone citate: Basaglia, Benedetto Croce, Dacia Maraini, Donne, Ivana Ferri, Maraini, Rodin, Tangram Teatro

Luoghi citati: Bagheria, La Morra, Siena, Torino