Da cuba missione a Miami per Eliàn di Franco Pantarelli

Da cuba missione a Miami per Eliàn Da cuba missione a Miami per Eliàn Trentuno persone, con il padre e il presidente del Parlamento Franco Pantarelli NEWYORK Con un'iniziativa spettacolare Cu�ba ha annunciato la partenza per Washington di una delegazione sorprendente: sarà composta da ;t 1 persone e il suo compilo sarà quello di prendere in consegna EliénGonzàlez, il bambino conte�so, e riportarlo all'Avana. Ne fa�ranno parte ii padre del piccolo, .Juan Miguel, la sua attuale mo�glie, il loro figlio e fratellastro di liliali, un suo cuginetto, alcuni psicologi, il presidente del Parla�mento cubani) Roberto Alarcón in veste di «consigliere» e colpo di scena finale una dozzina di compagni di scuola del bambino, che porteranno addirittura il suo banco rimasto vuoto da quando, quel giorno di novembre, la matire decise di portarlo con sé nella fuga verso la Florida che le costò lavila. La delegazione verrà ospitala nella «Sezioni! cubana di interes�si» a Washington, la rappresen�tanza che non può essere definita un'ambasciata, dal momento che fra i due Paesi non vi sono rappor�ti diplomatici, ne una rappresentanza commerciale, perché per gli americani commerciare con Cuba e proibito dall'embargo. Per�ché il viaggio della delegazione abbia luogo si aspetta solo il permesso delle autorità america�ne: per quanto riguarda Cuba «i passaporti sono pronti e anche un aereo», ha detto ieri Fidel Castro, che ha citato il famoso detto: «Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto». Tutto quello che l'Avana chiede è che Eliàn venga consegnato al padri; o che il governo degli Stati Uniti prometta di «fare di tulio» perché ciò avvenga. Il governo, come si sa, se non di lutto sta facendo molto. Ma la faccenda, nonostante, come ha detto l'altra sera Clinton nella sua conferenza slampa, «io abbia fal�lo del mio meglio per evitare che l'osse politicizzata», si è fatta terri�bilmente complicala e politica. Il pennesso di soggiorno di Eliàn è stato prorogato fino a martedì: in teoria i funzionari dell'Ufficio im�migrazione avrebbero dovuto re�carsi nella casa di Miami in cui Eliàn vive con i parenti «america�ni» per prelevarlo e rimandarlo a Cuba. Ma di fronte alla minaccia di disorùini da parte della comuni là anticastrista, e alle parole dello stesso sindaco, che aveva negato ogni assistenza della polizia e anzi aveva apertamente dello che «degli eventuali disordini sa�rà direttamente responsabileWashington», i funzionari hanno prorogato il permesso e hanno ripreso i negoziali con Lazaro Gonzàlez, il prozio di Eliàn. «Bisognerebbe che ognuno si mettesse in testa che la legge va rispettala», ha dello in un'intervi�sta Janel Reno, segreiario alla Giustizia, ripetendo i concelli di Clinton. Ma lo ha dello in tono conciliatorio, direno più a blandi�re che a minacciare. Il ministro ha ricordalo di avere passalo gran parte della sua vita fra la comunità cubana di Miami e di conservarne un bellissimo ricor�do. Insomma, l'Amministrazione non vuole lo scontro (anche per non pregiudicare del tulio, dico�no i maligni, le già scarse possibili�tà che Albert Gore ha di vincere le elezioni in Florida nella sua corsa alla Casa Bianca), ma che riesca ad evitarlo senza cedere non è sicuro. A Washington, alcuni de�putati e senatori repubblicani, dopo che la loro proposta di dare a Eliàn una «speciale» cittadinan�za americana è fallila, sono torna�li alla carica per dargli un permes�so di residenza «ad personam», ma anche questa non sembra una strada percorribile. Lo slesso Treni Loti, capo dei senatori re�pubblicani, ha detto di voler «esa�minare attentamente» la propo�sta prima di mandarla al dibattito e quindi al voto. Intanto Fidel Castro e altri leader cubani continuano a dire che la «mafia» di Miami, pur di non vedere Eliàn partire, è pron�ta a rapirlo e portarlo lontano o addirittura a ucciderlo. Non sono ipolesi, ha detto Fidel Castro, ma «precise e attendibili informazio�ni raccolte dai nostri servizi segre�ti». A complicare ulleriormenle le cose, la «Abc» ha mandato in onda l'ultima puntata di un'inter�vista in tre parli in cui Kliàn dice di non volere che suo padre arrivi a Miami «perché mi vorrà riporta�re a Cuba e io non voglio». La rete televisiva si è attirata un'ondata di critiche e l'accusa di sfrullare il dolore di un bambino di sei anni, liscile, insomma, per il mo�mento non se ne vedono. Il sindaco della città agita la minaccia disordini «Se ci saranno sarà soltanto colpa di Washington» Prorogato a marted�il permesso di soggiorno .ì^^~' Eliàn Gonzàlez gioca con la cugina Marisleysis nella casa degli zii in Florida

Persone citate: Albert Gore, Clinton, Fidel Castro, Juan Miguel, Treni Loti