Il tormentato odio-amore con la politica di Francesco Grignetti

Il tormentato odio-amore con la politica IL LEADER COCER DEPUTATO PSDI, SOTTOSEGRETARIO CON CIAMPI, VICINO ALL'ULIVO E AD AN Il tormentato odio-amore con la politica Storia di un militare che ama bazzicare ipotenti personaggio Francesco Grignetti ROMA I stanno telefonando tan�tissimi carabinieri da tutit'Italia. Sono preoccupati di quanto sta accadendo». Il co onnello Antonio Pappalardo, al cellu�lare, risponde con voce d'oltretom�ba. E' chiuso da ore dentro il Comando generale dell'Arma, in viale Rumanìa, dove sta subendo un processo in piena regola. Ha chiamato addirittura l'avvocalo. Quella che doveva essere una giornata di festa per i generali, il Cocer e i carabinieri tutti visto che al mattino il Senato ha votato definitivamente la riforma della Benemerita s'è infatti trasforma�ta in un disastro. Quel documento, colonnello... «Si sta valutando il da farsi. Ma non voglio dire d�più d�quanto ho scritto nel comunica�to». Un uomo bastonato, ecco co�s'era ieri il leader del Cocer. E' costretto ad applaudire la decisio�ne dei generali di rimuoverlo dal comando dei tre battaglioni mobi�li del Secondo reggimento carabi�nieri; in pratica controllava larga par. dell'ordine pubblico nella Capitale. Ma ostinatamente, fino a sera, rifiutava di dimettersi dall'organo di rappresentanza per�ché «condivido pienamente so�stiene la presa di posizione del Comando Generale. Apparente�mente è indirizzata a censurare un operato che mi è stato attribui�to. Ma esprime i miei stessi senti�menti e le mie stesse idee». Parliamone, allora, d�queste idee. «Ho sempre servito il Paese con grande spìrito democratico, con lealtà e fedeltà, in qualità di cittadino, d�militare e cu rappre�sentante politico, non sottraendomi al dovere di denunciarne le disfunzioni». Il solito Pappalardo, dunque. Metà carabiniere e metà politico. La sua storia è tutta un oscillare tra i due opposti. Alla fine degli Anni Ottanta è nel Cocer, ramo ufficiali. Il colonnello ha carisma, parla chiaro, ha presa soprattutto tra appuntati e marescialli. Quel Cocer produce un documento sul�la stato «del morale e del benesse�re» del personale che passa alla storia come il certificato del «ma�lessere». Pappalardo a quel punto ingaggia un furioso corpo a corpo con u comandante generale, che era Antonio Viesti, fatto di intervi�ste ai giornali, comunicati, com�parsale televisive. Finisce con le querele. Nel '90 il tenente colonnello Pappalardo termina il mandato e finisce a Frascati, dove va a co�mandare il Terzo gruppo carabi�nieri. Parte a razzo con e indagini sulle mazzette. Tangentopoli è alle porte. Si moltiplicano i piccoli casi. Pappalardo è sempre sui giornali e invita i cittadini alla denuncia. Ma non si tira indietro di fronte alle polemiche. Il nuovo Cocer pubbhca un ennesimo docu�mento-scandalo, quello che si ri�propone di «picconare» l'Arma sull'esempio di Francesco Cossiga. Lu�non rinuncia a un ruolo pubblico: «Finalmente. E' la rivol�ta degli schiavi». Il comando gene�rale gli sta sul collo. Si avvicinano le elezioni del 1992. Pappalardo ha organizzato una quarantina d�ex delegati Cocer, sir. carabinieri che finanzie�ri, e tratta con i partiti. Ottengono di essere insenti nelle liste del Psdi in veste di indipendenti. Pap�palardo e i suoi con l'occasiono fondano un'associazione, che si chiama Progetto Duemila, dove echeggiano quelle stesse riflessio�ni che sono finite oggi nel docu�mento dello scandalo. Fecero scal�pore anche all'epoca. Claudio Mar�telli, vicepresidente del Consiglio, sbottò: «Candidati in divisa da poliziotti, finanzieri e carabinieri, alcuni già responsabili d�pronun�ciamenti di sapore golpista, non hanno titolo per impartire lezio�ni». Alla fine viene eletto il solo Pappalardo. In pieno turbine di Mani Pulite, si aggirava sperduto per il Transatlantico con giacche d�panno verde e cravatte multico�lori. Teneva a farsi chiamare «co�lonnello». Alla parola «onorevole» storceva il naso. Nel frattempo l'associazione si trasforma in par�tito. Solidarietà Democratica. «Si ritiene generalmente scriveva nel programma che in Italia vi sia slato uno solo gruppo di pote�re, la cosiddetta P2, a tramare contro le lìbere istituzioni demo�cratiche. Si sappia che che la P2 è solo una delle aggregazioni di potere politico, economico e finan�ziario che ha commesso "l'errore" di mettersi troppo in evidenza». Intanto l'on. Pappalardo ottie�ne la nomina a sottosegretario alle Finanze. E' il maggio 1993, gover�no Ciampi. Annuncia subito ballaglie all'amia bianca contro gli evasori. Sennonché due settimane dopo arriva una condanna per diffamazione strascico delle liti con Viesti e Ciampi pretende lo sue dimissioni. Lui resiste. Indice conferenze slampa. Si scatena con�tro l'attuale Presidente della Re�pubblica. «Burocrate» è l'epiteto più gentile. Finisce che un Consi�glio dei ministri si deve occupare solo di lui. E sarà il precedente che verrà richiamalo quando il gover�no Prodi rimuove il sollosegrelario Angelo Giorgianni dall'lnlerno. A novembre '93 cerca l'elezio�ne a sindaco di Roma, proponendo�si come outsider tra Fini e Rutelli. Invano. Nel marzo '94 aderisce a Alleanza nazionale, che gli dà un piccolo ufficio in vìa della Scrofa e una candidatura per le Europee di quell'anno Nuovo fallimento. An�nuncia quindi che rinuncia alla politica e che toma a fare il carabiniere. Ottiene un ruolo di comando in Abruzzo e l�sembra chetarsi. Sbagliato: nel '96 lo si ritrova candidato dell'Ulivo nella circoscrizione d�Chieli, ma non ce la fa a essere eletto. E cos�appro�da a Roma. Prima al comando generale, poi alla guida dei batta�glioni mobili. L'anno scorso è rieletto con successo nel Cocer, il suo primo amore. Rifiuta di dimettersi: condivido pienamente la presa di posizione del Comando Generale Un'Immagine di uno squadrone di carabinieri a cavallo e, a destra, il colonnello Antonio Pappalardo

Luoghi citati: Abruzzo, Frascati, Italia, Roma