Dini in Corea del Nord: fate come la Cina di Renato Rizzo

Dini in Corea del Nord: fate come la Cina Dini in Corea del Nord: fate come la Cina «Un Paese socialista ma aperto alla globalizzazione» Renato Rizzo PYONGYANG Seguite l'esempio della Cina e del Vietnam, non rimanete chiusi al�l'interno delle vostre frontiere politiche e ideologiche: nel mon�do ormai diventato villaggio glo�bale è irragionevole e colpevole perseguire l'utopìa d'una vita chiusa in una solitudine più o meno splendida. Didascalico e pragmatico, Lamberto Dini: ter�minando l'intensa visita diploma�tica che lo ha portalo, primo ministro degli Esteri del G7, in Corea del Nord, ha indicato ai dirigenti del Paese la ricetia per vincere un isolamento intemazio�nale diventato, ormai, gabbia eco�nomica e sociale. «Nessuno, oggi, può pensare ha sostenuto il capo della nostra diplomazia di poter sviluppare da solo quelle nuove tecnologie indispensabili per arri�vare al traguardo di un'economìa motlema». Per rendersene conto non è necessario volgere gli ocelli solo a Occidente. Basta guardare ad altre due nazioni di que�st'Oriente estremo: la Cina, ap�punto, e il Vietnam, che hanno saputo ottenere «grandi risulta�ti». Un consiglio che cade in un terreno fertile: da qualche tempo, infatti, il rigido regime comuni�sta che governa a Pyongyang sta tentando di costruire una sorta di difficile (;pmp,romes?p tra lp orgo�gliose posizioni idcologichn e la risposta agli inviti all'apertura inviati dalla comunitàintepazionàle: i primi, timidi passi mossi dalla Corea del Nord per vipcere la «logica dell'accerchiamento» e incrementare i rapporti con l'este�ro hanno riguardato essenzial�mente Cina e Russia. Un dialogo con il resto del mondo, sollecitato in particolare da Usa, Cina, Giap�pone e Corea del Sud, che non è dettato solo da imperativi di stra�tegìa commerciale. Risponde, in�fatti, a precìse ragioni polìtiche: è grande il timore che incute la situazione d'un Paese attanaglia�to da una lacerante crisi economi�ca e custode d'un imponente e continuamente arricchito arsena�le militare. Due realtà che posso�no determinare una terribile mi�scela esplosiva, resa ancora più drammatica dalla divisione delle due Coree. L'«instabilità» e le «permanen�ti tensioni» frutto della contrap�posizione che dura da oltre cìnquant'anni sono la prima e più forte causa di questa impasse dell'economia. Ecco perché, se�condo Lamberto Dini, «il deside�rio molto grande» espresso dai leader nordcorean�di impostare una cooperazione con l'Italia e condiviso dal nostro Paese può essere considerato non solo un'oc�casione di sviluppo, ma anche, implìcitamente, un modo per fa�vorire un percorso di riconcilia�zione. Quello, cioè, che il pruden�te linguaggio della diplomazia cos�traduce: «Cercare le condizio�ni per l'iniziu del dialogo sulla riunificazione». Certo, ha sottolineato Dini guardando a questo dialogo diffi�cile e condizionalo da storici attri�ti, «non tutte le ragioni stanno da una sola parte». Vale a dire: esisto�no «ragioni valide» espressa dal governo nordcoreano che, «se si vuole arrivare alla distensione e alla riduzione delle armi» vanno assolutamente prese in considera�zione: Momento cruciale della visita del capo della nostra diplomazìa, una «dichiarazione congiunta» fir�mata con il primo ministro Hong Song Nam, il ministro degli Este�ri, Paek Nam Sum ed il leader del Presidium dell'Assemblea del Po�polo, Kim Young Nam. Il docu�mento getta le basi per approfon�dire il dialogo e le relazioni di amicizia e collaborazione tra �due Paesi. Tra le iniziative d�cooperazìone che l'Italia intende varare, c'è un progetto di soste�gno umanitario per un valore di un mUione di dollari rivolto alla produzione agricola e alla prote�zione dei nuclei più deboli (mino�ri, donne ed anziani). Oltre ad altri aiuti per complessivi quat�tro milioni di dollari a sostegno di nuove coltivazioni. Oltre a que�sto piano, che sarà attuato anche grazie anche alla collaborazione della Fao, s�sta studiando un programma relativo alla pesca con fornitura di pezzi di ricambio e di carburante alla fiotta nordcoreana, A rendere possìbile tutto ciò prowederà l'Ufficio per la cooperazione che tra pochi mesi l'Italia aprirà a Pyongyang. Da parte nordcoreana, duran�te la missione della Farnesina, è stala ripetuttamente data la disponìbìbtà ad aprire le porte a industrie del nostro Paese che vogliano compiere investimenti. Proposta accolta con interesse, ma subordinata a una precisa condizione: per favorire la pro�spettiva di accordi e joint ventures sarà indispensabile un chiaro «quadro d�garanzìe istituziona�li». Pyongyang «Abbiamo accolto calorosamente il ministro italiano»

Persone citate: Dini, Hong Song Nam, Kim Young Nam, Lamberto Dini