Il Mese del Ponte

Il Mese del Ponte BUONGIORNO i Gramelllnl Il Mese del Ponte Ro^lHTlAMO un ponte verso il IH^"futuro. Non quello sullo ■^^Slretto che non si farà mai, ^ma il nuovo Brooklyn degli studen�ti. Un mese di aule chiuse a singhioz�zo, fra elezioni. Pasqua, Prìmomaggio e referendum, urrah! E meno male che la sinistra aveva accusato il ministro Berlinguer di farsi scappa�re i consensi della scuola. Dopo il varo di un ponte simile lo voterebbe anche la figlia di Fini. E' l'ultima risorsa della politica per farsi amare dai giovani: associare i propri riti alle loro vacanze. Nessun adulto può essere cosi moralista da gridare allo scandalo, dimenticandosi quanto go�deva da ragazzo all'arrivo di questi regali inaspettati. Cadeva un gover�no Fanfani e saltava l'interrogazione di greco. La mia simpatia per Palmel�la nacque così: ogni suo referendum era una settimana guadagnata. Non c'è ponte elettorale che non si alzi qaacuno con l'idea di spostare i seggi da un'altra parte. Ma dove? In caserma fa regime dei colonnelli. Negli uffici postali fa caos e basta. Si possono montare dei gazebo per la strada, ma all'aria aperta i brogli vengono pure meglio. D'altronde non si può sempre fermare di colpo il programma scolastico ai box, con la certezza che non arriverà più al traguardo. Una soluzione è rendere istituzionali i ponti, come ormai tutto in Italia, scioperi compresi. Variamo ufficialmente il Mese del Ponte: dedicate a elezioni, gite scola�stiche e primi amori.

Persone citate: Berlinguer, Fanfani, Fini

Luoghi citati: Italia