Edipo nella gabbia di Martone di Masolino D'amico
Edipo nella gabbia di Martone LA RECENSIONE Coro di extracomunitari per il Sofocle allestito all'Argentina di Roma Edipo nella gabbia di Martone Masolino d'Amico ROMA DICHIARAZIONI di intenti e risultati discutibili nello spet�tacolo con cui Mario Marto�ne Onalmente debilita in prima perso�na come direttore dello Stabile di Roma; cominciamo dalle prime. Per mettere in chiaro che il suo sarà il teatro di tutti e non solo quello dei borghesi, il regista napoletano eliniina il parterre deiranlico e . dorato teatro Argentina per collocare il pubblico nei palchi, fortunatamen�te ce ne sono ben sei ordi�ni, trasforiiiali per l'occa�siono in gallerie uniche eliminando le pareline di�visorie: e questi palchi ulteriormente ingabbia con assi di legno grezzo verticali, sviluppate per altezza, come per costrui�re una specie di cantiere intorno alla ex platea, che quindi gli spettatori spia�no da dietro un ostacolo. N el la ex platea siedono, in terra o su qualche poltro�na rimasta come dopo un lungo periodo di incuria, persone qualunque, in prevalenza extracomunitari, di quel�li che di solito per strada ci siamo abituati a non guardare nemmeno. Questa è la piazza, questo è il popolo; la reggia, ossia il luogo dove avvengo�no i fatti dei potenti, è il palcosceni�co, che mentre la piazza è più o meno illuminata a giorno, si trova quasi sempre nel buio, salvo nebulose appa�rizioni di elementi solenni un muro d'oro, un carretto cerimoniale. In�somma, cari signori negli ex palchi, questa città, questo teatro, non è più casa vostra, la realtà ò questa non per caso, del resto, lo stesso squisito Argentina è stato recentemente umi�Un mom liato dall'assurdo approdo di un capo�linea tranviario davanti alla facciata, da presunto luogo del privilegio di�ventando cosi porto di mare. Inoltre, seconda dichiarazione di intenti, allo spettacolo, il cui coro è costituito da questi non-attori, che quando non battono mani, sassi o tubi si acquatta�no impegnali in giochi di tavoliere, ecc., partecipano alcuni dei capoco�mici di compagnie ospiti quest'anno, come a ribadire un senso di appartenenza e di solidarietà. Bene sin qui: per quanto onnai siffatte dissacrazioni di luoghi teatra�li non siano rare, il colpo d'occhio organizzato dallo scenografo Mim�mo Paladino è sufficientemente ag�gressivo. Il punto è che il lavoro scelto per questa scesa in campo, «Edipo re» di Sofocle, non lo giustifi�ca né lo sostiene; e dal canto suo Martone è troppo fedele al suo passa�to di onestà e di amore nei confronti dei testi per violentarlo ai suoi fini, cosa che altri si sarebbero indubbia�mente concessi. «Edipo re» non parla di comunità multietnica, Tebe è com�Roma patta, l'unico straniero è semmai il re («appunto», risponderà Martone, ma allora non lo seguo più); la misteriosa pestilenza, qui illustrata con un fune�rale iniziale accompagnalo da nenie arabe, ò una punizione divina per il misfatto imperdonabile che il sovra�no pur senza rendersene conto ha compiuto, parricidio e incesto con la madre; e la pièce consiste nell'emo�zionante rivelazione della propria colpa allo stesso Edipo che conduce l'indagine, mediante una serie di testimonianze sempre più incriminanti. Avendo concepito la suddescritta cornice, quando (ossia quasi subito, il detta�to è breve, 90' filali anche in questa lettura) comin�ciano questi interventi, Martone fa semplicemen�te snocciolare la corretta traduzione di Guido Paduano senza accenti parti�colari, badando solo alla perfetta intelligibilità e a parte le difficoltà con l'ita�liano dell'ultima messag�gera, ottenendola; chiu�dendo gli occhi potremmo essere alla radio, anche perché quanto avviene nel profondo palcoscenico, compreso un episodio in piscina, è oltre che remoto ai comuni mortali, di scarsa visibilità. Intorno a Claudio Morganti, che è un Edipo impaziente e intollerante, non simpatico e quin�di da ultimo poco commovente, la recitazione di tutti è dunque non più che corretta, né altro le è richiesto. Il solo Toni Servillo (Creonte) sfoggia una voce e un piglio autorevoli; Carlo Cecchi, Licia MagUetta, Aldo Puglisi si limitano a poigere senza compro�mettersi. Consensi da parte degli spettatori, che cos�sgranati stentano a formare un fronte comune. Repli�che fino al 16 aprile. Un momento delIVEdipo re» allestito da Martone a Roma
Persone citate: Aldo Puglisi, Carlo Cecchi, Claudio Morganti, Guido Pa, Mario Marto, Martone, Toni Servillo
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