Il secolo breve di Fred Astaire di Alberto Papuzzi

Il secolo breve di Fred Astaire Hobsbawm, Lizzani e Scalfari laureati a Torino Il secolo breve di Fred Astaire Alberto Papuzzi TORINO NELLA sua laudatio di Eric J. Hobsbawm, du�rante la cerimonia in cui ieri l'Università di Torino gli ha conferito la laurea honoris causa, Aldo Ago�sti ha ricordato che il grande storico inglese è stato paragona�to a Fred Astaire. Come lo stile del celebre ballerino faceva sem�brare i suoi passi di danza quan�to di più naturale, cos�11 secolo breve, l'opera maggiore di Hob�sbawm, sembra scritta senza fatica. A parte l'eleganza di una scrittura, che ne rende appassio�nante l'opera. Agosti ha indicato due meriti storiografici di Hob�sbawm: innanzi tutto, l'attitudi�ne a tracciare grandi periodizzazioni, sintetizzate nei titoli dei suoi libri (The Age of Revolutions. The Age of Capital, The Age of Empires, The Age ofExtremes); in secondo luogo, l'interesse per aspetti in genere estranei alle com�petenze degli sto�rici, dalle scienze naturali all'evolu�zione delle arti e alla musica jazz. La lectio che il nuovo dottore tie�ne, dopo aver ri�cevuto la laurea (e di cui abbiamo pubblicato un ampio stralcio ie�ri), è suonata co�me una brillante conferma di que�sti tratti della per�sonalità di Hob�sbawm. Infatti il�lustrava un caso legale, che ha vi�sto contrapposti, in una corte bri�tannica, David Irving, autore di li�bri che rivaluta�no il nazionalsocialismo, e la studiosa americana Deborah Lipstadt, che lo aveva definito un «negatore dell'olocausto». Il ca�so è servito a Hobsbawm per analizzare, in un ottimo italia�no, i problemi che sorgono quan�do il giudizio politico si sostitui�sce al giudizio storico e le re�sponsabilità dello studioso si misurano con le sue passioni politiche. Tema autobiografico, poiché Hobsbawm è stato testi�mone di avvenimenti come l'ascesa del nazismo a Berlino nel 1933 e ha anche fatto parte di una pattuglia di storici marxi�sti che ha militato nella sinistra comunista inglese. Nella mattina di ieri, l'autore del Secolo breve era stato rice vu to dall'avvocato Gianni Agnelli nel suo ufficio al Lingotto, per una lunga conversazione, che ha avuto per oggetto le grandi questioni storiche ma anche le esperienze di Hobsbawm. D'al�tronde Agosti ha ricordato come raramente accada che la perso�nale biografia di uno storico rappresenti cos�emblematicaIl rettore dedi Torino, RinIn alto Eugr mente «nodi e fasi salienti di una parte almeno delle epoche che sono al centro della sua opera». Nato ad Alessandria nel 1917, figlio di una famiglia co�smopolita, studente a Berlino nel 1933, al tempo dell'ascesa di Hitler, Hobsbawm ha appreso dalla sua stessa vita a intreccia�re storia collettiva e percorsi individuali. In toga e tocco accanto a Hobsbawm, nell'aula magna del�l'Università di Torino, sedevano altri due intellettuali, che sono stali insigniti della laurea hono�ris causa in Scienze della Comu�nicazione; il regista Carlo Lizza�ni e il giornalista Eugenio Scalfa�ri, «personalità che appartengo�no alla cultura italiana», secon�do il rettore Rinaldo Bertolino. Le due laudatio, affidate rispet�tivamente a Gianni Rondolino e a Nicola Tranfaglia, e le lectio magistralis, più ampia quella di Lizzani, più speci�fica quella di Scal�fari, hanno dise�gnato un sinteti�co quadro delle vicende del cine�ma e della stam�pa dal dopoguer�ra nel nostro pae�se. Affacciatosi giovanissimo al�la critica cinema�tografica negli an�ni corsi fra la guerra di Spagna e la guerra mon�diale, in un grup�po di intellettuali raccolto intorno a Luchmo Viscon�ti, Giuseppe De Santis, Pietro Ingrao, Mario Allea�ta, quindi collabo�ratore di Roberto Rossellini e Alber�to 1 .aitu,id.i, infi�ne regista con Achtung! Bandi�ti!, Carlo Lizzani per Rondolino al post-neorealismo, che tendeva a «una rappresentazione storici�stica della realtà nazionale», cui approdò con il film Cronache di poveri amanti, considerato il suo capolavoro. Nella stessa le�zione svolta dal regista è venuta a galla una tendenza educativa per un «cinema civile». Dedicando la sua lezione al�l'ascolto non come audience ma «opinione strutturata». Eugenio Scalfari, fondatore dell'Espresso nel 1955 e di Repubblica nel 1976, ha analizzato il modello del «giornale partito», con un proprio patrimonio ideologico e una propria cultura politica. Se�condo Scalfari tutti i giornali importanti corrispondono a que�sto modello, che offre una rap�presentanza ai propri lettori, a partire da due casi storici come il Corriere di Albertini e La Stampa di Krassati. I comnienli sollevati dall'intervento di Scal�fari, svolto a braccia, si sono spenti nel Gaudemus igitur, del�la Corale universitaria, .e ha chiuso la cerimonia. l'Università ldo Bertolino. nio Scalfari. appartiene Il rettore dell'Università di Torino, Rinaldo Bertolino. In alto Eugr nio Scalfari.

Luoghi citati: Alessandria, Berlino, Spagna, Torino