«Italia, un vigneto d'oro»

«Italia, un vigneto d'oro» PARLA IL MINISTRO DE CASTRO: ECCO LE NOS1 :arte «Italia, un vigneto d'oro» «Ma bisogna migliorare la qualità media» intervista Vanni Cornerò H0MA SONO passati 34 anni dalla prima edizione e Vinitaly no ha fatta di strada. Negli anni Sessanta, in Italia, le rassegne vinicole venivano vi�ste più o meno come grandi fiere di paese e a descriverle i termini come «kermesse» e «folcloristico» si sprecavano. Il vino, che si vendeva a prezzi irrisori, veniva visto dal gran�de pubblico come un prodotto cheau, l'italiano medio pensa�va att altri traguardi di consu�mo. Insomma, investire in dena�ro e in immagine, su una manifestazione imperniata sul vino richiedeva lungimiranza e coraggio. Cose che non sono mancate né ai nostri produtto�ri, né alla Fiera di Verona, che oggi, con Vinitaly, vanta la più qualificala rassegna enologica del mondo, tale da polverizza�re ogni concorrente, Vinoxpo di Bordeaux e Pro Weine di Dusseldorf compresi. Ministro De Castro, come valuta questa affermazio�ne d'immagine? «Naturalmente come un gran�de successo legato alla qualità della nostra vitivinicoltura, perchè so cosi non fosse difficil�mente tanti produttori di ogni parte del mondo sceglierebbe�ro il Vinitaly come vetrina e confronto. E quest'affermazio�ne è anche la grande rivincila del vino italiano, che dopo lo scandalo del metanolo del 1986 molti davano per morto, mentre oggi è ai più alti livelli di richiesta intemazionale, co�me dimostra un export che l'anno scorso ha superato il valore di 4200 miliardi» Qual è la carta vincente del nostro vino? «L'impegno dei produttori, la loro capacità di accettare sfide e volerle vincere: basti pensa�re ai successi in campi come quello dei vini novelli o di quelli in barrique, dove i fran�cesi dominavano incontrasta�ti». E qual è il suo punto debo�le? «C'è ancora un gap troppo ampio tra i prodotti d'eccellen�za e i vini più comuni. Bisogna assolutamente migliorare la qualità media per poter au�mentare la remuneratività di questa fascia di prodotto». Le nuove concessioni da lei ottenute a Bruxelles aiuteranno in questo sen�so? «Certamente saranno una com�ponente importante nella cre�scita del livello globale del "vigneto Italia". Avere 1200 miliardi a disposizione per il rinnovo degli impianti è una base che favorirà non poco gli sforzi congiunti di produttori e ministero.» Che cosa fanno il Ministe�ro delle Politiche agricole, il governo? «Stiamo cercando di recupera�re alcuni ritardi. Ad esempio le nostre leggi considerano reati penali le irregolarità o omissio�ni nelle denunce di impianti, mentre a livello europeo sono faccende che si risolvono con un ammenda. Ora con il mini�strò Diliberto stiamo cambian�do le cose e questo consentirà molti viticoltori di mettersi in regola senza paura» Si parla di eccessiva fram�mentazione delle aziende vitivinicole che le rende meno concorrenziali. «Questo è vero, ma tutto som�mato il problema è mono grave che in altri settori agricoli. Non solo siamo quantitativa�mente i primi produttori di vino del mondo, ma nel settore abbiamo una tradizione, una cultura, che altri, pur ottenen�do buoni risultati, non posso�no avere». Insomma il vino italiano è vincente. «Le rispondo cosi: vorrei che l'agricoltura avesse molti set�tori con potenzialità del gene�re». «Abbiamo a disposizione milleduecento miliardi per rinnovare gli impianti» Il ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro

Persone citate: De Castro, Diliberto, Paolo De Castro, Pro Weine, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Bordeaux, Bruxelles, Italia, Verona