Berlusconi: D'Alema a casa se vinciamo di Amedeo La Mattina

Berlusconi: D'Alema a casa se vinciamo Berlusconi: D'Alema a casa se vinciamo Replica il premier: alle regionali il governo non è in gioco Amedeo La Mattina ROMA Ormai sembra di assistere, con un anno d'anticipo, alla campa�gna elettorale per le politiche del 2001 con in campo i due possibili candidati a Palazzo Chigi: Massi�mo D'Alema e Silvio Berlusconi. Oppure, se si preferisce, l'impres�sione è di essere in piena campa�gna reforendaria, che ufficial�mente, invece, inizierà il prossi�mo mese. La novità è che al contro di tutte le polemiche sale in primo piano la sorte del gover�no. Se vinciamo le regionali il go�verno D'Alema non ha più la legittimazione degli elettori, ha tuonato Silvio Berlusconi duran�te il faccia a faccia virtuale con il premier andato in onda ieri sera su «Il fatto» di Enzo Biagi. Insom�ma, è il ragionamento del cavalie�re, D'Alema «non potrà far finta di niente e continuare a governa�re come fa ora, contro la volontà dei cittadini». Allineato con il leader del Polo Gianfranco Fini: «Vincere la sfida delle regionali, vuol dire mandare a casa la sini�stra». Replica del presidente del Con�siglio; ma che c'entrano le regio�nali con il governo? «Il governo non è in gioco, ci mancherebbe altro. In nessun Paese normale d'Europa si dice di votare pinco o pallino per rovesciare il governo nazionale quando si tratta di consultazioni regionali. E' un mo�do sbagliato che va contro il bone e la stabilità del Paese». Infine un alto di fede da parte di D'Alema: caro Cavaliere, si metta l'animo in pace perche «il governo lo lasceremo tra molto tempo, la�sciando un Paese più bello di comò l'abbiamo trovalo». Anche sul referendum viene tiralo in ballo la slabilità di gover�no. Lo fa il capogruppo alla Came�ra dei Ds, Fabio M ussi, per mellore in guardia l'oleltoralo di sini�stra e stimolarlo a recarsi allo urne per scongiurare il mancalo raggiungimento del quorum. Cor�to, afferma Mussi in un'intervi�sta al Corriere della Sera, giurìdi�camente la mancaza del quorum non ò una bocciatura del referen�dum, ma politìcamente «la vicen�da jxjr il governo si complichereb�be molto». Con Mussi si dicono d'accordo Franco Monaco e Anto�nello Soro, capigruppo dei Demo�cratici e dei Popolari. L'esponen�te del Ppi è convinto che l'evenluale mancanza del quorum avrebbe riflessi negativi sulla maggioranza e anche sul governo «che non una variabile indipen�dente dal quadro politico». Ma Soro invila tulle le parli politiche senza successo, per la verità a non «radicalizzare» il confronto, riducondolo ad un dualismo tra maggioritario o proporzionale. Sulla stessa linea di Mussi, Mau�ro Zani che fa parte della segrete ria Ds e segretario della Quercia in Emilia Romagna: «Il fallimen�to del referendum elettorale sa�rebbe cortamente un fattore deslabilizzanlo, perché inevitabil�mente tulli si sentirebbero più liberi. Di conseguenza potrebbe�ro esserci dei riflessi sul quadro politico e a quel punto, a cascata, sulla maggioranza e sul gover�no». Ma la maggioranza su questo è divisa. Infatti, non tutti la pensano in questo modo, soprat�tutto quegli esponenti del centrosinisti-a che hanno aderito al Co�mitato per il No al referendum elettorale (che ieri ha tenuto una conferenza stampa) e che chiedo�no al governo di mantenere un atteggiamento di neutralità. Per Franco Marini collegare le due questioni è «un modo balordo di affrontare il problema». Che c'en�tra il governo con il referendum? si è cmesto l'ex segretario del Ppi che chiede a D'Alema di fare un passo indietro. E a Mussi cònsiglia di non drammatizzare lo scontro, di non fare il «furbo», di non mostrare «una sorta di prepo�tenza strisciante», caricando il referendum di significati politici che non ha. Lo stesso leader del Ppi invila a non fare accostamen�ti azzardati. Castagnetli ricorda, infatti, che lo scorso anno non ci furono ripercussioni sul governo quando U referendum non rag�giunse il quorum. Per Enrico Boselli quella di Mussi è pura «propaganda elettorale per im�paurire quei tanti elettori di sini�stra che non andranno a votare e che non ne vogliono sapere dell'ipermaggioritario, perché han�no capito che non assicura la stabilità di governo». C'è poi un'altra questione che anima il dibattito pohtico: se dovesse fallire il referendum, con quale legge si andrà a volare nel 2001? Secondo Veltroni con quel�la attuale, cioè il «Mallarellum». Dunque, è la sua osservazione, in ogni caso non vincerà il fronte proporzionalista. Del resto, ag�giunge Soro, in Parlamento non c'è una maggioranza per una nuova legge elettorale. Il referendum decide le sorti di Palazzo Chigi Mussi: «Se non passa, la vicenda si complica» La replica di Marini: «Prepotenza strisciante» I leader del Polo Silvio Berlusconi

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