PUTIN E IL SUO DOPPIO

PUTIN E IL SUO DOPPIO L'EREDEDIFmiN PUTIN E IL SUO DOPPIO EnzoBettiza PUTIN storicamente è uno dei più giovani Capi di Stato russo, ma non il più giovane in assoluto. Lo zar Nico�la li aveva 26 anni quando sal�al trono e tentò poi invano di salvare dall'autodistruzione l'im�pero più vasto del mondo. Le�nin, che i bolscevichi chiamava�no già «il vecchio», aveva 47 anni allorché conquistò il potere e cominciò a ricostruire l'impero in chiave comunista. II nuovo Capo dello Stato postcomunista russo ha la stessa età che Lenin aveva nell'ottobre del 1917, ma, dopo la lunga serie dei gerontocrati, tutti lo considerano un capo giovanissimo, sano, sporti�vo e marziale. Questa reputazione per cos�dire fisica e ginnica, di cui né lo zar Nicola né Lenin avevano mai goduto, è senz'altro per ora il dato certo fra quelli più sfuggen�ti che non riescono a mettere bene a fuoco il personaggio. Continuare però a domandarsi ancora chi sia Putin, che cosa si nasconda nella scatola nera del suo cervello, mi sembra non abbia molto senso. I primi due�cento e passa giorni del suo governo interinale, ma tutt'altro che interlocutorio, hanno rivela�to con sufficiente intellegibilità chi è e chi sarà probabilmente Putin nei prossimi tempi. Carat�teristica della lunga e travagliata fase di transizione, che la Russia postsovietica sta attraversando dal 1991, è una certa congenita doppiezza di un potere politico in bilico continuo tra il metodo democratico e l'ukaz autoritario. Già Boris Eltsin è stato un Capo di Stato doppio, per metà demo�cratico e metà monocratico, e Putin ne è l'impeccabile erede. Con ogni probabilità la Russia e il mondo non avranno mai a che fare con un solo e unico Putin, ma sempre con due e magari tre in una volta. Alle sue spalle, per di più, c'è la cultura ubiqua e trasformista del Kgb i cui epigoni democratiz�zanti, o presunti tali, costituiran�no il nucleo operativo del nuovo Cremlino. Finora una duplicità sistematica, accuratamente pro�grammata, quasi ostentata dalla guerra in Cecenia agli abbracci con Tony Blair, ha accompagna�to passo dopo passo ogni mossa putiniana. Fiori alla tomba di Sacharov e brindisi nelle caserme a Stalin; devota collaborazione col defunto sindaco di Pietrobur�go Anatoli Sobchak, promotore dell'economia capitalista nei pri�mi Anni 90, e nello stesso tempo devotissima commemorazione dell'ex segretario generale del Pcus e capo del Kgb Juri Andropov, il cui busto è stato rimesso in dicembre al suo posto d'onore nell'ingresso del tetro vestibolo della Lubjanka. Infine, in un libro-intervista dal titolo «In prima persona», Putin ha voluto indicare in Charles De Gaulle e Ludwig Erhard i suoi massimi modelli storici: un presidente autoritario, che non celava il suo disprezzo per le chiacchiere dei parlamenti e dei partiti, e un mago dell'economia liberista, che apprezzava soltanto il marco e il mercato. Non sono che alcuni accenni sul Putin uno e trino con cui i russi e il mondo dovranno veder�sela per molti e forse moltissimi anni. Un Putin che, liberatosi dei vincoli ideologici, si abbando�nerà pragmaticamente all'onda del momento, usando con spre�giudicatezza postmoderna i mez�zi più convenienti al fine che si proporrà di raggiungere: quelli democratici se serviranno la mo�dernizzazione economica della Russia, quelli autocratici se servi�ranno il potenziamento e le fona centripeta dello Stato Russo.

Luoghi citati: Cecenia, Russia