AMERICA CONFORMISTA FRA INGIUSTIZIE E PAURE

AMERICA CONFORMISTA FRA INGIUSTIZIE E PAURE AMERICA CONFORMISTA FRA INGIUSTIZIE E PAURE Lietta Tornabuonl FACCIAMO il conto delle ingiustizie, magari la�sciando da puree Kubrick ogli italiani, parlando soltanto di film e personaggi che erano candidati al premioi' Discutere gli Oscar è un'impresa sempre frivola, spesso risibile, certo inutile, ma a volte divertente: ammesso che della serata allo Slirine Atiditorium trasmessa da Tele4si . potesse capire molto, con quei due condutto�ri troppo impegnati a chiac�chierare tra loro o in inglese con Malcom McDowell per preoccuparsi di spiegare, con�densare, riassumere, tradurre quanto accadeva. Vediamo. La bocciatura di "Buona Vista Social Clubdi Wim Wenders può essere poli�tica, da parte degli americani che intorno a Cuba ancora mantengono quell'embargo ca�pace di impoverire crudamen�te l'isola. La sconfitta di «Ma�gnolia" di Paul Thomas Ander�son, con Tom Cruise cos�bravo da meritare cento premi, può essere l'espressione d'un rifiuto hollywoodiano della novità, non di soggetto ma di linguag�gio. La disfatta di «The Insider» di Michael Mann può essere il segno d'una ripulsa del classico cinema americano di denuncia contro il potere economico, d'una ritorsione in�dustriale e mediatica. E l'Oscar a Michael Caine, meritatissimo però dislocato perchè de «Le regole della casa del sidro» l'attore è il vero protagonista anziché un non protagonista, è troppo poco per il film di Lasse Hallstrom. 1 film candidati erano più o meno tutti dello stesso livello; buoni lavori, nessun capolavo�ro. Ma gli attori... Russell Crowe in «The Insider» e Sean Penn nel penultimo Woody Alien «Sweet and Lowdown» sono straordinari, più bravi e più giovani di Kevin Spacey che in «American Beauty» raggiunge il massimo della ovvietà drammatica dei suoi personaggi. Emmanuel Lubezki e Roger Pratt, i direttori della fotografia de «Il mistero di Slecpy Hollow» di Tim Burton e di «Fine di una storia» di Neil Jordan, sono magnifici, più bravi, originali e densi di Conrad L. Hall di «American Beauty»; ma a quel film, in un modo o in un altro, dovevano toccare almeno cin�que Oscar per giustificare i grandi esborsi pubblicitari, la grande posta del successo. I quattro Oscar toccati a «Matrix» dei registi fratelli Andy e Larry Wachowski sono di quel tipo «tecnico» (suono, effetti visivi, montaggio) che viene attribuito di solito ai film d'animazione o ai film per bambini; e invece «Matrix» è il cinema, oggi.

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