«Piano anri-polizia», rivolta bis dei funzionari

«Piano anri-polizia», rivolta bis dei funzionari ALIQUO', IL LEADER DELLA PROTESTA «Piano anri-polizia», rivolta bis dei funzionari Ma Musone e il governo ribattono: «Affermazioni ridicole» Francesco Grignett�ROMA L'Associazione dei funzionari di polizia riparte alla carica. Ancora un comunicato a pagamento sui giornali contro la legge in discus�sione sui carabinieri. Ancora un titolo ad effetto «Piano Solo-I nuo�vi misteri della Repubblica», che è un ardito gioco di parole tra il piano pseudogolpista degli Anni '60 e una legge che sarebbe stata studiata «solo per favorire» i verti�ci dell'Arma. Ma cos�come l'usci�ta pubblica del 20 gennaio scorso ebbe l'effetto di velocizzare il voto della Camera, questo appello ri�schia di compattare il Senato che proprio oggi si occuperà della leg�ge di riforma della Benemerita. L'ultima iniziativa del leader dei funzionari, Giovanni Aliquò, è sta�ta accolta dalle critiche di palazzo Chigi, ministero dell'Interno, tito�lare della Difesa, parlamentari vari, sindacati di polizia. Replica il colonnello Antonio Pappalardo, del Cocer carabinieri: «Una pole�mica che non ci preoccupa per niente». La bacchettata ai funzionari più dura e inattesa viene dal capo della polizia. In veste di direttore del Dipartimento di Pubblica Sicu�rezza, il prefetto Fernando Masone «condanna in modo fermo e deciso le dichiarazioni di chi lenta di infangare l'Arma dei carabinie�ri». Quanto al merito dell'appello, e cioè un timore di Aliquò di trovarsi sottomesso ai carabinie�ri, il Dipartimento «respinge con forza le affermazioni secondo le quali verrebbe indebolita la poli�zia di Stato, in particolare nella figura della responsabilità del que�store». La nota di Masone, sollecitata in un giro di consultazioni ai vertici delle istituzioni, arriva al�l'ora di pranzo. Viene accolta dal mondo politico e sindacale con grande soddisfazione. Il ministro della Difesa, Sergio Mattarella, aveva già liquidato gli ai^gomenti di Aliquò come «affermazioni ridi�cole». Il suo collega dell'Interno, Enzo Bianco, «condivide piena�mente» le dichiarazioni di Maso�ne e invoca una rapida approva�zione della legge. Gli ambienti vicini a Massimo D'Alema chia�mato pesantemente in causa fanno sapere che «a Palazzo Chigi si apprezza la posizione del Dipar�timento, perché riafferma il neces�sario coordinamento delle forze di polizia e perché condanna il tentativo di creare una perniciosa contrapposizione tra le stesse for�ze». Ma è da un trasversale fronte politico che viene la reazione più dura. L'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che giu�dica Aliquò «sulla strada della fellonia» e dai «comportamenti ribaldi», annuncia un'interroga�zione al governo per sapere come D'Alema e Bianco giudichino un funzionario che «dimostra chiara�mente di non possedere qualità di lealtà e equilibrio che debbono essere proprie di un funzionario di Polizia». L'on. Paolo Palma, ppi, relatore della legge in discussio�ne, è irritato: «Ma di quale Piano Solo parlano? E' davvero una pole�mica eccessiva. L'ennesimo an�nuncio a pagamento non è davve�ro accettabfle». I parlamentari di Alleanza nazionale Maurizio Ga�sparri, FUippo Ascierto e Mario Palombo insorgono: «Aliquò la smetta di fameticcire. A questo punto è opportuno che il Parla�mento vari tempestivamente la legge. Le intimidazioni vanno re�spinte. E le farneticazioni sanzio�nate dalle autorità di governo e dallo stesso capo della polizia che non può tollerare lo sproloquio di un funzionario». Sono molto criti�ci anche a sinistra. Il senatore Giovanni Pellegrino: «Iniziativa sopra le righe che non può essere condivisa». Valdo Spini, presiden�te della commissione Difesa alla Camera: «Criticare è legittimo, ma non si devono usare certi toni». E il senatore Rocco Loreto, responsabile ds per la Difesa: «Cri�tiche assolutamente prive di fon�damento». E Pietro Polena, coordi�natore ds: «E' solo una piccola associazione che in modo irre�sponsabile continua a fomentare il fuoco di polemiche del tutto inesistenti». L'associazione dei funzionari viene criticata anche dai sindaca�ti di polizia, con i quali non ha buoni rapporti. Il Siulp confedera�le rifiuta «scenari da Grecia dei colonnelli». Il Lisipo ritiene «assurdo ogni scontro con i colleghi dell'Arma». Il Sap, sindacato auto�nomo, non si esprime su Aliquò, ma incalza il ministro dell'Inter�no e il Dipartimento che «devono dimostrare di credere nella poli�zia di Stato e di volerla difendere con i fatti». Alla fine, a difendere timidamente Aliquò, rimane solo il sen. Stefano Semenzaio, Verdi: «Continuo a pensare che questa riforma sia sbagliata. Non è effica�ce l'ipermilitarizzazione di carabi�nieri e finanzieri». Nuovo comunicato sui giornali per la legge in discussione sui carabinieri: «E' stata studiata per favorire l'Arma e limitare i poteri dei questori» Bianco: «Subito il s�del Parlamento» Palazzo Chigi: «Sono sbagliate le contrapposizioni» Cossiga: «Quella protesta è un atto di fellonia» La centrale operativa dei carabinieri e nella foto sotto il capo della polizia Fernando Masone i L'Assoi ne na�zionale dei funzionari di polizia pubblica a pagamen�to, sui maggiori quoti�diani, un appello dai toni accusatori: "i par�lamentari si leggeva voterebbem la rifor�ma dell'Arma sotto condizionamenti e ri�catti del comandante generale dei carabinieri" -LaCa*2ffli i mera 1 appro�va il dise�gno dilegge di riforma dell'Arma: contrari solo lo Sdi e �cossuttiani, il Polo si astiene La po�lemica si riac�cende in se�guito a una telefonata tra D'Alema e il colonnello Pappalardo, capo del Cocer dei carabinieri: il presidente del Consiglio rassicura al telefono il Cocer sul contenuto del pacchetto sicurezza, in discussione alla Camera. L'Anfp definisce la telefonata "agghiacciante" jÈMmtoma ** \ all'atmarzo 1 tacco 'iùumfadl contro la legge di riforma con un nuovo avviso a pa�gamento su alcun quotidiani UN ANNC M POLEMICHE Sospetta Francesco Cossiga che per Giovanni Alìquò, battagliero segretario dell'Associazione funzionari di polizia, sia pronto un trasferimento in un 'prestigioso ufficio di un'organizzazione europea, premiando cosi, invece di punire, comportamenti ribaldi". Ma l'inte�ressato risponde che non è vero: "lo sto benissimo dove sto, cioè a Roma, insieme a mia moglie e mio figlio di 8 mesi". Sospetta ancora Cossiga che dietro questo trentanovenne funzionario di polizia in servizio presso il primo reparlo delia Dia. Direzione investigauva antimafia, ci siano dei "mandanti politici". Ribatte l'interessato: "Evidentemente lui. che è anche appuntato onorario dell'Arma dei carabinieri, sa che cosa significa agire da manàatario. lo no". Se gli chiedi come si colloca politicamente, Aliquò ci pensa un po' e poi risponde: "Starei con il partito d'azione di un tempo". Fra tre settimane perù si vota, e il partito d'azione non s'è presentato... 'Oggi non trovo nessuno in cui riconoscermi politicamente", s'irrigidisce il segretario dei funzionari di polizìa associati, che prima di approdare alla Dia per concorso, nel 1992, ha lavorato nelle questure di Torino. Sondrio e Reggio Calabria. E' diventato poliziotto nel 1986. dopo una laurea in Giurisprudenza ottenuta col massimo dei voti, 110 e lode. Le origini sono siciliane, e la discendenza è da una "modesta famiglia di presidi, professori e magistrati". C'è pure chi si domanda, come fa il deputato di An Maurizio Gasparri, "chi paga Aliquò e le sue inserzioni', e lui risponde: "1 soldi si trovano, basta non rubarli. I nostri 1.100 iscritti pagano delle quote annuali, una piccola percentuale sullo stipendio (un primo dirigente versa 25.000 al mese anche sulla tredicesima, oltre 300.000 lire all'anno, e amministrando bene quel denaro si riescono a pagare pure gli annunci sui giornali, che costano alcune decine di milioni. Ma l'ultimo verrà un po' meno, perché divideremo la spesa con le altre associazioni che hanno firmato il documento'', [gio.bia.] '

Luoghi citati: Grecia, Masone, Reggio Calabria, Roma, Sondrio, Torino