«Regioni fondamentali per le imprese» di Roberto Ippolito

«Regioni fondamentali per le imprese» VERSO IL 16 APRILE «Regioni fondamentali per le imprese» Confindustria lancia un «manifesto» federalista sul voto Roberto Ippolito ROMA Il voto si avvicina. E la Confindustria scende in campo. Con un Manifesto presenta «le indicazioni del mondo imprenditoriale per le elezioni regio�nali del 16 aprile»: in pratica le propo�ste per il futuro delle Regioni. Propo�ste che ruotano intomo al principio del federalismo, la «forte richiesta di maggiore autonomia e di autogover�no». La Confindustria si dice «convin�ta che il processo di modernizzazione e il rilancio della competitività delle imprese possono essere attuati in Ita�lia anche con il concorso determinan�te della Regione e attraverso il con�fronto con e forze sociali sul territo�rio». Nel caso di elezioni politiche gli industriali non hanno mai mancato di far sentire la voce della loro associazio�ne. Ma è la prima volta che diffondono un documento perle regionali. «L'inte�resse per la consultazione del 16 apri�le deriva dalla speranza che l'elezione diretta del presidente della giunta attribuisca maggiore importanza alle Rogioni e dall'avvio ancora timido del federalismo», spiega Guidalberto Gui�di, consigliere con la delega per le riforme istituzionali e la semplificazio�ne oltre che per il Centro studi. Parallelamente al trasferimento di poteri dallo Stato alle realtà locali, anche la Confindustria sta ragionando sul decentramento della propria orga�nizzazione. Un processo che dovrebbe concretizzarsi con la presidenza di Antonio D'Amato, che sarà eletto il 24 maggio prossimo dopo la designazio�ne del 9 marzo scorso alla successione di Giorgio Fossa, arrivato alla conclu�sione del mandato. Gli industriali veneti, ha racconta�to il loro presidente Nicola Tognana, hanno sostenuto la candidatura di D'Amato in particolare per il suo impegno al «trasferimento di compe�tenze (in sintonia con la legge Bassanini sul decentramento) dalla Confindu�stria centrale alle Regioni». E ieri, dopo un incontro con D'Amato, l'Assolombarda ricorda in una nota che gli imprenditori milanesi premono per il «ripensamento del sistema Confinduòtria, che deve accettare la sfida del cambiamento e del federalismo, pun�tando sulle sinergie tra il centro e le diverse associazioni territoriali e di categoria per ottimizzare le risorse e ridurrei costi». Insomma, mentre comincia a deli�nearsi la nuova Confindustria di D'Amato, meno accentratrice, con la regia di Fossa vede la luce il Manifesto per le regionali. L'associazione che rappresenta gli imprenditori è pronta, come tradizionalmente avviene a li�vello nazionale con governo e Parla�mento, ad aprire la stagione del dialo;o con le Regioni, una concertazione ocale: «Si impegna ad adottare, nella nuova legislatura regionale, la strate�gia del confronto con i Consigli e con le giunte regionali, nonché con i loro organismi unitari di rappresentanza» (conferenza dei presidenti delle giunte e Stato-Regioni). La Confindustria, quindi, fa i conti con il maggiore peso delle Regioni con iresidenli eletti direttamente: «Ma a presente Guidi 1 attenzione alle vicende politiche e a«.rompagnata dal�l'assoluta indipendenza dai partiti e dagli schieramenti come ha i onfermato ancora una volta Fossa sabato scorso chiudendo il convegno di Geno�va». Il Manifesto è stato concepito il 16 febbraio scorso nell'ultima riunione della conferenza dei presidenti delle federazioni regionali degli industriali, organo previsto dallo statuto. E' stato messo a punto con il loro contributo: dal Piemonte alla Calabria, dall'Emi�lia Romagna alla Puglia sono stati elaborati documenti regionali. Il lavo�ro è stato curato da Francesco Console che dirige la segreteria per il coordina�mento dei presidenti regionali, E dopo l'okay del direttore generale Innocen�zo Cipolletta e quello finale di Fossa, ieri la divulgazione. Si è arrivati cosi al Manifesto che mette in evidenza tre temi da affronta�re «subito dai nuovi poteri regionali». cioè «riforma statutaria, leggi elettora�li, politica industriale a carattere terri�toriale». L'attesa riforaia degli statuti regio�nali dovrà avere come «principio ispi�ratore», secondo la Confindustria, «la libertà dell'intraprendere». Questo si�gnifica «accelerazione del processo di liberalizzazione» in base al principio di sussidiarietà, ovvero «tutto quello che può fare l'impresa non deve esse�re fatto dal potere pubblico». In materia elettorale vengono solle�citate norme «per semplificare il qua�dro politico e completare il processo di stabilità», garantendo r«altemanza». Per la politica industriale territoriale si chiaie di rafforzare «i fattori di competitività» tenendo vivo il «rap�porto con l'Unione europea» e puntan�do a «un disegno condiviso fra le Regioni» per il rilancio del Sud. «Autonomia e autogoverno per rendere le aziende più competitive» Antonio D'Amato, presidente designato di Confindustria I candidati presidenti di Regione in corsa per ili centrosinistra si presenteranno in campagna elettorale sotto la definizione «Ulivo-Nuovo centrosinistra». Questo per il momento è soltanto il «nome televisivo» della coalizione: lo ha annunciato il presidente dei Democratici Arturo Parisi precisando che la decisione è stata presa durante il vertice della maggioranza di venerd�scorso. «Per adesso è un nome televisivo spiega Parisi -, un'etichetta che comparirà sotto il mezzo busto degli oratori quando partano in tv. Ma è dai nomi che si comincia conclude e noi Democratici consideriamo questo un nuovo inizio» «La campagna denigratoria di Armando Cossutta nei confronti del Prc, il livore privo di qualunque freno contro la scelta per il proporzionale, gli attacchi, tanto violenti quanto pretestuosi, contro Fausto Bertinotti hanno superato i limiti della decenza». La segreteria nazionale di Rifondazione, in una nota, spiega che «per scelte e per stile» il Prc ha sempre «evitato la polemica diretta con il Pdci», Ma questa vòlta, «e sarà l'unica in tutta la campagna elettorale», contìnua, il partito ha deciso di «rompere il silenzio: la mutazione genetica del Pdci è ormai completa, il suo asservimento alle logiche e alle scelte del centrosinistra è fuori da ogni principio e da ogni tradizione della «Il Parlamento del Nord non si tocca». Umberto Bossi insiste: «Quello è il nostro obiettivo storico. Abbiamo accettato di fare una politica moderata, perché il rischio è che tutto resti fermo. In ogni caso "federalismo" è una parola un po' vaga... Il Paese è spaccato in due: il Nord ha bisogno di politiche contro la de-industrializzazione e il Sud che ha bisogno di politiche per l'industrializzazione: due cose diverse e antitetiche. L'unico modo, se non c'è la secessione, per mediare questa situazione, prima che diventi pericolosa, è devolvere le competenze alle varie Regioni e creare un coordinamento del Nord e uno del Sud-. «Le donne candiate devono acquistare più visibilità sui giornali e sulle televisioni oltre che maggior peso politico. Occorrono meccanismi che incentivino questo cambiamento-, dice il ministro per le Pari Opportunità Laura Balbo. Di parere diverso il giudice costituzionale Fernanda Contri: ^«Sono ancora troppo poche le donne candidate dice -. Ma io penso che purtroppo le donne non votano le donne e non hanno ancora una grande autostima. D'altra pane non si può pretendere che un uomo dica: "Mi faccio più in là por lasciare il posto a lei". Il posto bisogna saperselo conquistare».

Luoghi citati: Calabria, Fossa, Piemonte, Puglia, Roma, Romagna