Bassolino : «Lo riscossa del Sud parte da Biofi e arriverà all'Ue» di Fulvio Milone

Bassolino : «Lo riscossa del Sud parte da Biofi e arriverà all'Ue» I CANDIDATI DEL CENTROSINISTRA: SGRAVI FISCALI PER LE NUOVE IMPRESE Bassolino : «Lo riscossa del Sud parte da Biofi e arriverà all'Ue» il progetto Fulvio Milone Inviato a EBOLI ((Altro che Pontida», sussurra don Armando, vecchio militante co�munista «ma soprattutto un uo�mo del Mezzogiorno». Per pronun�ciare il «giuramento» di Eboli, Antonio Bassolino e gli altri candi�dati del centro-sinistra delle regio�ni meridionali hanno scelto il paese che ispirò l'autore di un grande romanzo, Carlo Levi, «Al�tro che Pontida», conferma Anto�nio Bassolino al microfono nella sala della parrocchia di San Barto�lomeo, e don Armando sorride beato. E' qui, Bassolino, per illu�strare il «manifesto di Eboli», un documento con cui si chiede al governo italiano di aprire una vertenza con l'Unione Europea per lo sviluppo del Mezzogiorno. Le richieste principali: meno tas�se per le nuove imprese al Sud e una politica più incisiva sulla disoccupazione. Ma 'o sindaco non rinuncia a sparare alzo zero contro l'asse Polo-Lega al Nord. «Siamo federalisti e non separati�sti, per noi l'unità d'Italia è sa�cra», dice, e accusa con durezza Berlusconi e Bossi: «Loro divido�no il Paese, noi rappresentiamo venti milioni di italiani», tuona mentre inforca gli occhiali da presbite per leggere poche righe tratte da un articolo pubblicato sulla Padania, il giornale delle camicie verdi: «Una società dove non si può discriminare non è libera». Le idee di Bossi «sono eversi�ve», e l'alleanza fra Lega e Polo «rappresenta una provocazione, un grave atto di ostilità verso il sud e i meridionali». E' scritto cos�ne) manifesto di Eboli, la ricetta per far crescere il Mezzo�giorno condensata in 23 pagine dai candidati del centro-sinistra: Bassolino in Campania, Nuccio Fava in Calabria, e poi il lucano Filippo Bubbico, il molisano Gio�vanni Di Stasio e il pugliese Giannicola Sinisi, rimasto a Bari per altri impegni. L'unico modo per neutralizza�re i possibili effetti del patto stretto al Nord dal centro-destra è fare in modo che il Sud conti di più sia in Italia e in Europa. Come? «Non certo piangendoci addosso o presentandoci con il cappello in mano», insiste Bassoli�no, che sottolinea i punti più qualificanti del manifesto. Il pri�mo è la «fiscalità differenziata per le nuove imprese che si insediano al sud». Bassolino riconosce a D'Alema il merito di «aver comin�ciato a porre il problema nel vertice di Lisbona», anche se, aggiunge, «servono altri passi avanti». L'Europa unita deve capi�re che il peggior nemico è la disoccupazione. «Per batterlo spiegano i candidati del centro-si�nistra è giusto che in regioni di un paese dove vivono più di venti milioni di persone si adotti una tassazione differenziata per le nuove imprese e per i nuovi investimenti di quelle già esisten�ti». Il governo italiano, a questo punto, deve chiedere che la Com�missione europea non vieti più l'introduzione al sud di una tassa�zione di redditi di impresa più bassa rispetto al resto d'Italia, con una fiscalizzazione degli one�ri sociali e previdenziali che an�nulli il divario di produttività fra Nord e Sud. Nel manifesto di Eboli c'è an�che la proposta di adottare il tasso di disoccupazione, e non più il reddito pro-capite, come punto di riferimento nell'assegnazione delle risorse comunitarie per le aree meno sviluppate: «Non vor�remmo è scritto nel manifesto che nel 2006, quando saranno decisi i nuovi regimi di aiuto , il Sud resti tagliato fuori non per�chè ha effettivamente migliorato le sue condizioni, ma solo perchè nell'Ue sono entrati i Paesi del�l'Est con redditi medi decisamen�te inferiori ai nostri». Dal canto loro le Regioni del Mezzogiorno si impegnano ad un «utilizzo pieno e trasparente dei fondi europei», come assicura Bassolino che pro�mette la convocazione entro l'estate di un'assemblea con tutti gli enti locali meridionali. L'obiet�tivo è «coordinare e unire il Mez�zogiorno con il contributo indi�spensabile di tutte le amministra�zioni locali a prescindere dal loro colore politico». Antonio Bassolino