Con gli sconfitti, pallidi e increduli

Con gli sconfitti, pallidi e increduli I RIVALI DEL LEADER AL PROGRAMMA «ITOGHb Con gli sconfitti, pallidi e increduli La notte elettorale negli studi della televisione reportage Giulietta Chiesa inviato a MOSCA SE l'aspettavano tutti, eppure le loro facce sono terree, gli sguardi che vagano nel vuo�to alla ricerca di qualche appi�glio, chissà, di qualche speranza, descrivono uno sconcerto inedi�to. Il contenitore della paura è un grande studio di Ostankino, per il programma Itoghi più seguito dai moscoviti, dell'anchorman più amato dai democratici, Ev;henij Kiseliov; della televisione, 'unica, rimasta (anzi passata) all'opposizione, la JVtv ; dell'obgarca Vladimir Gusinskij, ebreo, amico, sostenitore, finanziatore dell'ebreo Javlinskij, candidato sconfitto di questa terrificante per i democratici russi elezione presidenziale. Il contrasto tra quei visi e le espressioni raggianti dello staff elettorale di Putin, il campo di Agramante, è palmare. La diffe�renza sembra consistere nel fat�to, essenziale, che il campo di Agramante conosceva già i risul�tati. Ma solo a partire dalla mez�zanotte, quando l'irresistibile ascesa del vincitore comincia al ritmo di un uno per cento all'ora. Fino a quel momento Kiseliov aveva sperato almeno nel ballot�taggio, che Putin non riuscisse a vincere al primo turno. Sarebbe stato un freno per il futuro. Per questo Kiseliov aveva co�minciato con insolita per lui imprudenza, rivelatrice di gran�de nervosismo annunciando «sviluppi drammatici». Pensava, alle 19 della sera, che il secondo turno fosse ancora, se non proba�bile, possibile. Metteva i suoi desideri davanti al carro blindato di Vladimir Putin. Lui sa che il suo destino personale, quello di Ntv sono in pericolo. L'uomo nuovo, quello che è arrivato, non ama essere contraddetto. Potreb�be ritirare la licenza, ha già mes�so un'ispezione fiscale alle costo�le di Gusinskij, ha già costretto Ntv a 140 mifiardi di multe. E' logico che sia nervoso, che speri. E, per la prima volta, invece di condurre la trasmissione si fa condurre dalle emozioni, e conta�gia i suoi ospiti. Poi il regista Govomkhin, uno degli undici candidati-scartina, pronuncia la sentenza definitiva: «Ha vinto al primo turno, come era nei suoi piani, andiamo a casa tutti». Ma nessuno si muove. C'è ancora la speranza che Grigorij Javlinskij risalga dalle profondi�tà del S'io e della quarta posizione dietro l'inatteso ex governatore di Kemerovo, ex comunista AmanTuleev. Il disastro è però ormai eviden�te. Ogni collegamento in diretta con la commissione elettorale centrale mostra la curva di Putin in salita. Arriva al potere un uomo che ha cromosomi antichi, uno sconosciuto che tutti temono di riconoscere fin troppo presto. Le tribune, piene di giovani silen�ziosi e pallidi, che hanno ripiega�to le loro bandierine a sostegno dei candidati sconfitti, assistono in silenzio alle schermaglie tra i polli a testa in giù che Kiseliov ha invitato a piangere con lui fino a notte fonda. Sì, se l'aspettavano, ma adesso che arriva la tempesta, o quella che temono come tale, si chiedo�no come è potuto accadere, dove si è sbagliato. Il popolo russo appare loro lontano, straniero: come è possibile che non capisca? «Schiavi, ecco cosa siamo, schia�vi ...» La signorina seduta accan�to a me in tribuna ha belle scarpe italiane e uno splendido e discre�to maquillage. Potrebbe passeg�giare in Via Montenapoleone e, salvo l'avvenenza speciale, nessu�no la potrebbe distinguere come straniera. Ha votato per Ziuga�nov. Qui ci sono solo sconfitti e amici degli sconfitti. Putin, è ovvio, non verrà. E' andato alla banja, il bagno russo, in segno di assoluto disinteresse per quanto sta accadendo. Forse anche lui conosce già il risultato finale. L'unico degli sconfitti che non ha l'aria afflitta è Ziuganov. In fondo è un vincitore anche lui. E quando Putin, più tardi, dopo il bagno, appare sui teleschermi, in maglioncino, senza riuscire a trat�tenere un sorriso di scherno, l'unico cui concede magnanimemente l'onore delle armi è pro�prio lui, Ziuganov, il nemico nean�che troppo nemico, «Pensate dice Putin che i comunisti han�no preso il SO0/*), e senza avere dalla loro neanche una televisio�ne. Risultato vero, perché rappre�sentano chi soffre e deve essere aiutato». E i democratici in sala rabbrivi�discono: ci guiderà un agente del Kgb. E parla bene dei comunisti. Ma Putin pensa ad altro. Pensa che dovrà rispondere anche al�l'elettorato comunista se vuole essere un comandante di lungo corso. Il che non significa che voglia invitare i comunisti sul proprio carro, al contrario. Javlinskij è pallido come un morto. Ma è pallido anche Kirienko, l'ex premier del disastro finanziario del 1998, che ha chia�malo le sue piccole coorti del partito della destra a votare per Putin. Si accapigliano attorno a chi appoggiare al secondo turno. E dal pubblico una voce li sbeffeggia: «Perdete tempo, non ci sarà nessun secondo turno, non avete ancora capilo?» Appare, in collegamento, an�che la faccia tosa di Boris Nemtsov, l'ex enfant prodige di Nizhnij Novgorod, quello che Eltsin aveva nominalo uno dei tanti come suo successore. Lui ha rollo con Kirienko e i radical-democratici, e non ha volalo por Putin. Ha perso la rotta e lo si vede, con quegli occhi sperduti che ruotano nello schenno e la bocca storta in una smorfia da vecchio, lui che era un giovano cos'i promettente, E' pallido anche l'ex procurato�re di Russia, Jurij Skuratov. Ha preso meno dell'uno per cento dei voti e non è riuscito a convincere nessuno del fatto che proprio Putin organizzò la registrazione dei suoi incontri sessuali. Kise�liov insiste perché ricostruisca gli eventi, perché spieghi come mai Eltsin lo licenziò, la faccenda delle carte di credilo, della Mabotex. E lui racconta con voce sommessa, per l'ultima volta. Tra poco non sarà più candidato o lo luci della ribalta si spegneran�no definitivamente, por lui. Arriva anche Veshniakov, il presidonto della Commissione elettorale centralo. Nessuno può rifiutare un invito nel salotto prestigioso di Kiseliov, anche se questa soia il salotto sembra un'infermeria, Veshniakov mo�stra grande sicurezza. Ziuganov ha parlato di truffa elettorale, Javlinskij ha esibito documenti sconcertanti sullo clamorose stra�nezze dell'afflusso elettorale, pri�ma bassissimo, poi vertiginosamonto in salita, come so i russi fossero stati tarantolati dal desi�derio di votare por Putin. Solo nell'ultima ora di voto. Veshniakov li ascolta con suffi�cienza o distacco. Forse sta già pensando che, con i servizi rosi, potrà diventare anche lui amba�sciatore in qualche boi Paese dell'occidente. Al suo prodecessore, Rjabov, è toccala Praga, nien�te malo. Ma entrambi i candidati, ormai secondo e terzo, non sem�brano avere né la voglia, né l'intenzione di andare fino in fonilo. «Intanto nessuno potrà mai verificare nulla», dice Kise�liov con voce gravo, pause chilo�metriche e oceanici sospiri. E un grande, inusitato silenzio por uno studio televisivo cade su tutti i protagonisti che siedono sullo polirono al contro, sullo tribuno, e sui tecnici che si affollano dietro le paratie di legno. I giovani in tribuna ripiegano le bandierine a sostegno del loro candidato, una ragazza dice: siamo solo degli schiavi L'unico che non ha l'aria afflitta è Ziuganov: in fondo con il suo 30 per cento è anche lui un vincitore Un'anziana senzatetto, nel centro di Mosca, bacia *~~ laprimapaglnadel giornale che pubblica la foto del presidente i russo Vladimir Putin

Luoghi citati: Mosca, Praga, Russia