ADESSO E' CECENIA OVUNQUE

ADESSO E' CECENIA OVUNQUE ADESSO E' CECENIA OVUNQUE Barbara Spinelli VIVREMO ora sotto lo sguar�do della Russia: osservati da vicino, soppesati, dall'occhio vigile-esigente del nuovo Presiden�te Vladimir Vladimirovic Putin. E' il neoeletto successore di Eltsin che ha ottenuto questo trionfo supple�mentare, accanto a quello strappato in patria domenica notte. Il trionfo è questo: poter guardare l'Europa e l'America dall'alto di un vasto suc�cesso in casa, poter addirittura det�tare le regole del gioco nei futuri rapporti fra Est e Ovest, e trasforma�re una sanguinosa guerra coloniale nel Caucaso in incidente lungo il cammino, in dettaglio banale, che non significa per l'esattezza nulla. Esistono le ampie questioni intema�zionali, esiste la New Economy glo�balizzata, esiste l'oscillare dell'im�mensa Russia tra caos e stabilità, e a fianco di tante enormità la Cecenia altro non è che quisquilia, super�fluità. Roba che non incide sull'es�senza che conta. In antico latino quisquilia si tra�duce immondezza, e come tale Pu�tin ha trattato un lembo cospicuo della propria nazione. «Caccerò i terroristi fino a scovarli nei cessi», aveva assicurato. E quel che ha detto ha fatto. Ha raso al suolo Grozny, con i suoi 400.000 abitanti russi e caucasici: i telespettatori possono contemplare quel che è restato della città. Ha distrutto e disperso un popolo intero. Ma non è che una minuzia, per i responsabili europei e americani che attoniti fissano il trionfatore dello scrutinio. Ancor oggi, dopo aver visto le ceneri di Grozny, i volti dei profughi, i cadaveri martoriati delle vittime civili, dicono con finta ingenuità: «Giudicheremo il Presidente sulla base delle azioni». Riuniti a Lisbo�na, i capi di Stato e di governo dell'Unione europea non potevano essere più cortesi, usar vocaboli più eufemistici: «Speriamo che la Rus�sia, liberata dalle pressioni della campagna elettorale, presti atten�zione alle preoccupazioni della co�munità intemazionale». La guerra coloniale di Putin nel Caucaso non è stala un'Azione, per i dirigenti del�l'Ovest. Ben altre sono le Azioni. E' stala un soffio di vento. Un simula�cro di dettaglio, più che un vero dettaglio. L'ansia è forte di voltare le teste, e gli sguardi. Di passare infine a faccende serie. A faccende che di solito si pronunciano in ingle�se. Al business. Alla New Economy. Al Brave New World. In una landa desolata e peregrina, un popolo ignorato si batte vanamente per la libertà, l'indipendenza. Deve esser immolato nel sangue, perché il mon�do riprenda a essere bello nuovo e ordinato. E' cosi anche nel romanzo di Huxley. Precisamente questo ha conse�guito Putin, nella sua campagna elettorale che non era solo russa bens�europea, e mondiale. Che non era solo militare ma anche mentale, e strategica. D'improvviso non è più la Russia sotto lo sguardo dell'Occi�dente come accadeva nell'era EltCONTINUA A PAGINA 4 PHIMA COLONNA

Persone citate: Barbara Spinelli, Eltsin, Huxley, Putin, Vladimir Vladimirovic Putin

Luoghi citati: America, Cecenia, Europa, Grozny, Russia