In riva al Po, nelle terre di Peppone e don Camillo

In riva al Po, nelle terre di Peppone e don Camillo LA BASSA EMILIANA DI GIUSEPPE VERDI E GIOVANNINO GUARESCHI In riva al Po, nelle terre di Peppone e don Camillo WEEKEND Guido Conti BISOGNEREBBE girarle in bi�cicletta le strade della bassa emihana, vicino Po; d'estate il sole picchia in testa come un martello e d'invemo, la nebbia, cancella il mondo. Può capitare, a volte, che da un cespuglio sbuchi fuori un soldato vestito con l'arma�tura medievale. Questa terra di contrasti, d'incontri magici, di so�gni e dura realtà, tra pioppeti ed argini oltre i quali scorre lento il grande fiume, è la terra di Giovanni�no Guareschi. Ma anche di Giusep�pe Verdi. E da Roncole bisogna partire per visitare i luoghi di Giovannino. A fianco alla casa nata�le del grande musicista c'è l'Archi�vio Guareschi, sede del Club dei Ventitré. Una volta era il bar del padre, poi diventò un famoso risto�rante; smesso il molo di raffinatis�simi cuochi, Alberto e Carlotta Guareschi curano oggi, con rigore filologico, le carte oel padre. E in quella grande stanza con un lampa�dario fatto con damigiane ed imbu�ti, disegnato dallo stesso Giovanni�no, che lavorano i figli; alle pareti le centinaia d�traduzioni ed edizioni in tutte le lingue del mondo. E' un luogo da visitare, da leggere e so�prattutto da ascoltare: Alberto e Carlotta intrattengono gli ospiti, gli studiosi e �turisti. Raccontano aned�doti legati alla vita del padre. Ci si sente a casa e la porta è aperta a tutti. Poi si riparte e si va verso Po. Le strade della bassa serpeggia�no tortuose tra i campi. Le chiama�no «le strade dei salami»; questa era la tassa da pagare per far s�che la strada passasse vicino a casa. Ma siamo alla leggenda. Veri invece sono i luoghi dei racconti. Guare�schi storpiava tutti i nomi dei paesi, delle località vicino a casa, e li metteva nei suoi racconti, in una geografia più che immaginaria, del cuore. Una geografia cu affetti che si può leggere tra le righe della saga epica, vero romanzo in forma di racconti, del don Camillo, Peppone e del crocefisso che parla. Allora fare tappa ad Ongina, luogo di ritrovo di letterati e registi impor�tanti come Bertolucci, Siciliano, Bertoli, Pasolini ed altri amanti del�l'anguilla, sui confini del piacenti�no, è quasi d'obbligo. Si respira un'aria particolare, luogo d'altri tempi che resiste col suo fascino immutato. S�costeggia il fiume passando da Polesine, Zibello, Roccabianca verso Colomo; paesi di�versi ma per molti aspetti simili. E' un modo per attraversare non solo il mondo ma il cuore di Guareschi. (Palazzo Greppi a Milano ha ospita�to mercoled�un seminario di studi guareschiano e l'amministrazione di Roccabianca ha in progetto un parco letterario con «viaggi senti�mentali», per la fine di maggio), i prende poi la strada dell argine maestro, costeggiando il fiume. A volte ti sembra di volare a dieci metri d'altezza. Terra strana, que�sta, dove i crocefissi non solo parlano ma scendono col fiume in piena. Ce n'è uno in cuoio rosso, a Busseto, che sembra quasi vero. Dicono che cammini, che si sposti da una chiesa all'altra, e non sono leggende. Poi si capisce perché i crocefissi parlano. Qui il nume Po respira, e il suo alito particolare, che sa di fango e di nebbia, rende particolare la carne pregiata del maiale. Solo in questa zona nasce il culatello doc, quello che tutto il mondo c'invidia, che prende il profumo del fiume, della nebbiolina che sempre si vede oltre i pioppi. Allora, verso sera, bisogna fermarsi su^li argini e il grande spettacolo di tramonti accesi come incendi immensi, è quasi mozzafia�to. Si può piegare verso Fontanelle, paese natale di Guareschi, e di un altro grande suo amico giornalista e critico cinematografico: Pictrino Bianchi. Qui c'è un'associazione Amici di Guareschi. A Diolo di Soragna, nella torre di campanaria, c'è un signore che assomiglia mol�tissimo a Guareschi, con un museo molto naif dedicato al grande scrit�tore, che la dicono lunga sull'affet�to della gente per il baffuto papà di don Camillo. E poi via verso Colomo. Il Palaz�zo Ducale, regno estivo della Du�chessa Maria Luigia, moglie di Napoleone attende il visitatore. Ali entrata c'è la magica Ubreria di Alberto Panciroli, una volta l'unico barbiere-librario italiano, ex sinda�co di Colomo, che vi consigherà sicuramente sui volumi da leggere. Chiedetegli aneddoti sul fiume e lo scrittore, non rimarrete delusi. E poi, dopo Colomo, continuale ver�so Reggio. 11 primo paesino che incontrate è proprio Brescello, do�ve su un grande cartellone campeg�gia «Benvenuti nel paese di don Camillo e Peppone». Qui i pereonaggi vivono ormai di vita propria rispetto al loro autore. C'è un museo dedicato a loro in questo che è il paese dove furono registra�ti i film con Fernandel e Gino Cervi. C'è anche il crocefisso «par�lante» del film che fu, qualche tempo fa, oggetto di controversie perché qualcuno andava a venera�re un oggetto di scena, senza consa�crazione. Potenza del cinema ma molto di più, della letteratura. Per chiudere potrete percorrere anche l'argine dove Fernandel e Gino Cervi gareggiano in bicicletta, in un gioco a riconoscere i luoghi dell'immaginario filmico. Se poi non è lardi, in dieci minuti tornate indietro e fermatevi a chiudere in bellezza al ristorante davanti a un buon piatto di culatello. Qui, quando il fiume respira, la campagna sa di fango e nebbia e rende particolare la carne pregiata del maiale Giovannino Guareschi

Luoghi citati: Brescello, Busseto, Fontanelle, Milano, Ongina, Potenza, Reggio, Roccabianca, Soragna