Tajarin, agnolotti e bolliti a Broadway

Tajarin, agnolotti e bolliti a Broadway Tajarin, agnolotti e bolliti a Broadway Premiamo le dinastie di ristoratori che all'estero fanno onore alla cucina italiana a cominciare dai Maioglio del Monferrato Carlo Petrini ALL'ESTKRO il iliade in Italy alimentare è in piena espan�sione e cpiel che più conta è l'arte del vivere all'italiana che fa tendenza. Pasta, olio, vino, formaggio, caffè e quant'altro ap�partenga all'italica mensa conosco�no un successo senza precedenti. Tutto ciò avviene mentre la ristora�zione italiana all'estero è, nella me�dia, di basso livello. Una contraddi�zione non da poco se si considera che proprio la ristorazione dovreb�be essere il volano di questa econo�mia e che, lineila italiana, è la seconda lobby risloranlizia al mon�do dopo quella cinese. Questa lob�by, frullo di diverse ondate migrato�rie, ha prodotto un ibrido di cucina con varie influenze regionali e con interpretazioni di piatti e ricette storiche a dir poco originali. Il tricolore, il fiasco, la tovaglia a quadretti sono stati per anni il segno distintivo di una cucina che spesso guardava alla patria lontana modellando i piatti secondo gli usi ed i gusti del paese ospitante. C'era poi il problema delle materie prime e occorreva far di necessità virtù addattandosi con spezie e profumi che non appartenevano alla nostra tradizione. Oggi la situazione ò ulte�riormente cambiata ed il panorama della ristorazione italiana all'estero è quanto mai confuso. Si va dai pochi ristoranti di qualità, decisa�mente cari, a locali che di italiano hanno ben poco. Tutti soffrono del�la carenza di un legame culturale e informativo da parte dell'Italia. Se qualcuno volesse raccogliere questa sfida e rispondere a questi bisogni, forse questo è il momento giusto per farlo. La qualificazione di un comparto strategico comò, quello della ristorazione italiana all'estero potrebbe rappresentare un impor�tante filone economico-finanziario. La complessa opera di monitorag�gio dovrà discernere i bravi profes�sionisti dai ciarlatani e mettere a disposizione dei giovani imprendito�ri quel legame diretto con il sistema Italia che finora è mancato. Un posto a parte meritano quelle poche dinastie che da anni promuovono con serietà la nostra cucina. Mi piace qui ricordare, dopo una recen�te visita, il ristorante italiano più antico di New York: Barbetta. Non lontano da Broadway, sulla 46 stra�da, questo ristorante rappresenta da quasi cento anni un sicuro punto di riferimento della cucina piemon�tese. Fondato nel 1906 da Sebastia�no Maioglio, emigralo a New York da Fubine Monferrato, Barbetta è gestito dal 1962 da Laura Maioglio, figlia del fondatore. La carta delle vivande è tra le più curiose che mi è capitato di vedere poiché accanto alla denominazione dei piatti porta la data dell'anno in cui questi piatti sono entrati nel menù del locale. Cosicché si scopre che Tajarin. Lepre in civel. Agnolotti, Bolliti misti piemontesi sono in carta dal 1906. Il primo caffè espresso arriva nel 1911, le linguine al pesto nel 1914 e cosi via: una sorta di menù storico. La carta dei vini è strepito�sa e rappi esimia la migliore selezio�ne di vini piemontesi negli Stati Uniti. Tanta serietà e tanta devozio�ne alle proprie radici meriterebhu un riconoscimento ufficiale da par�te del Piemonte, anche perché la ristorazione di questa regione fuori dai patrii confini è praticamente inesistente.

Persone citate: Barbetta, Carlo Petrini, Laura Maioglio, Maioglio, Pasta

Luoghi citati: Fubine, Italia, Monferrato, New York, Piemonte, Stati Uniti