Un pugno di quattrini per la strage

Un pugno di quattrini per la strage Un pugno di quattrini per la strage Da Piazza Fontana al 1982, 2712 attentati: l'argent fait la guerre o la guerre fait l'argent? Un capitolo ancora buio dei nostri anni passati CHI può dubitare che "l'argent fait la guerre"? Tutti i classici del pensiero strategico sia pure con sfumature diverso dal Irallato di Sun Tzu a quello di von Clausewitz non lo nascondo�no. Probabilmente l'inconfutabile osservazione non vale solo quando si traila di muovere gli eserciti e condurrò unità militari su teatri di battaglia. Le guerre costano anche quando sono sommerse, nascoste, non ortodossa, affidate a soldati c;ho non portano divisa. Eppure raspol�lo dei quattrini, dei "so di elio fanno la guerra", è certamente uno dei più difficili da afforrare, dei meno inve�stigali, doi più elusi nella ricoslruzione della lunga stagione di conflit�to mai dichiaralo ma cruenlemenle praticato che a colpi di stragi e imboscate terroristiche ha ferito por quasi un quindicennio il nostro Paese. Pesa cortamonlo in questa elusiono o mimetizzazione di un tema rilevante e concroio la particolare caratteristica di queste "campagne di guerra" che puro hanno delineato nella Penisola un bilancio pesantis�simo: "Tra il 1969 e il 1982 si conteranno in Italia 2712 allentali terroristici) di cui 324 con danni allo persone. Lo vittime saranno 1119: 351 i morti, 867 i forili. Gli attentati vorranno firmali affonna Donatel�la Lolla Porta in un suo saggio sul terrorismo con centinaia di siglo: rispettivamente 216 e 269 solo noi 1978 e noi 1979. Migliaia di giovani saranno processati e condannali, negli Anni Settanta o Ottanta, per appartenenza a banda annata". Dati qualitativi o quaniiiaiivi di una guerra che pur non avendo lorrilori da sollomolloro ha avuto certamente obiettivi lattici e finalità strategiche ila conseguire: pianifi�cando e realizzando azioni militari (attentati, rapimenti, esecuzioni pùbbliche, eie) capaci di proporsi immediatamente come eventi in grado di mutare rapporti sociali e politici nonché drastici cambiamonti nelle aspirazioni e nella rappre�sentazióne della reallè da parlo sin di singoli cittadini che dell'intera camunità nazionale. E tulio questo prende posto su un lealro di battaglia dove s muovo�no strateghi e pedine, grandi vecchi o volonterosi ap ircndisti, movimen�ti politici Ioga i e organizzazioni illegali, fornitori di pacchetti ideolo�gici perogni possibile cruento scena�rio e stagionati professionisti dell'intelligence: tutta una gran folla dalle confìiggenti mete unita jierò dall'oducatissimo precetto tipico del�lo famiglie bene allevate e da lungo tempo approdate all'agio di evita�re di parlare di denaro. Soprattutto quando si è a tavola o quando sono presenti i ragazzi. Accade cosi che in molte ricostru�zioni dedicale ai nefasti capitoli di queste patrie storie si tenga hi poco, 0 nessun conto, lo scorrere di quattrini. Si ignori leslardamenle il busi�ness pian necessario per allestire strutture logistiche presumibilmonte assai complicalo e gli invoslimonli indispensabili por foraggiare, lun�go gli anni, apparali clanoeslini che non vivono d'aria e per compensare omertà e silenzi che si protraggono ben al di là dello fasi più calae di ((uoslo guerre. Emblematico a questo riguardo la stagione di attentali chn culmina nella strage di Piazza Fontana: un crimine che, a oltre Irenl'anni dal suo acòadere, è riproposto in queste settimane alla valutazione della Cor�te di Assise di Milano che dovrà giudicare i presunti esecutori, indi�viduati ili elementi dell'organizza�zione neonazista Ordine Nuovo del Veneto appoggiati da camerati mila�nesi o sostenuti da professionisti dell'intelligence atlantica. Chi si legge il più recente libro dedicato alla strage, quello che Mau�rizio Dianese e Gianfranco Bettin hanno pubblicato da Feltrinelli ri�percorrendo soprattutto i retrosce�na più immediati della preparazio�ne dell'attentato c^el 12 dicembre, può sconsolatamente ma erronea�mente-approdare alla e nsiderazione che la storia d'Italia sia stata mutala in quel 1969 da un pugno di uomini senza scrupoli e da poche centinaia di migliaia di lire. Per la precisione quattrocentomila lire, vale a dire l'equivalente di quattro mesi di un mediocre stipendio di quel tempo. Soldi spesi per acquista�re la dozzina di candelotti di gelignile che semineranno la morte alla Banca nazionale dell'Agricoltura di Milano. L'esplosivo fa parte di un carico più ampio che Roberto Roteili, un subacqueo, demolitore di navi, ha messo in vendila. Nelle sue fonda�mentali rivelazioni Carlo Digilio, l'ex uomo della Cia in Veneto non�ché maestro d'armi e di esplosivi dei nuclei neo-nazisti allora operan�ti tra Padova e Mestre, spiegherà che l'acquirente del carico è il mestrino Delfo Zorzi, classo 1947, allo�ra studente di lingue orientali e, in quel finire degli Anni Sessanta, mili�tante discreto e determinatissimo della nuova destra. E Digilio, quasi tenendo una fredda contabilità, ag�giungerà: "Roteili mi disse che inten�deva vendere questo esplosivo che era costato circa cinque milioni investendo proventi del contrab�bando di sigarette... Prima della vendita Roteili mi aveva chiesto di valutare l'esplosivo e io gli chiesi da quanti armi lo aveva ed egli mi disse che erano un paio d'anni. Allora gli dissi che poteva calcolare l'aumen�to di valore del prezzo iniziale in base al tempo passalo e aggiungere qualcosa per il suo guadagno". QuattrocentomUa lire per la stra�ge? Il dato è esatto e tuttavia forte�mente depistante: poiché rischia di dipingere la complicata ramificazio�ne terroristica che porta prima al�l'attentalo di Piazza Fontana e poi alla ferrea catena di omertà e prote�zione che impedisce per anni di ricostruirne la pianificazione, con tratti che sanno di italianissimo fai da te. Con atmosfere da brancaleonesca armata dove rompendo il salvadanaio un gruppetto di came�rati di provincia riesce a buttare all'aria un Paese. In realtà basterebbe mettere as�sieme le decine di persone che in quei mesi percorrono in lungo e in largo l'Italia per predisporre le azio�ni criminali, pensare all'argent de poche fornito a questi ragazzi dalle cattivissime intenzioni per consen�tire loro di viaggiare, sostare, comu�nicare, affittare abitazioni, corrom)ere. per comprendere come anche 'attività dello stragista abbia dei costi sostenibili solo da bilanci di solida consistenza. Uno squarcio pure economico incastonato dentro questa vicenda i diversi milioni (del tempo) affidati dal conte Loredan a Giovanni Ventu�ra che della strage fu uno dei registi già fanno compiere un primo salto: dalle centomila lire si passa ai milioni. Ma, probabilmente, anche questi sono briciole rispetto alle somme complessive, erogate prima e dopo la strage, investite da singoli individui o da entità colletti�ve nella criminale impresa. I soldi della strage, anzi i soldi delle stragi, sono ancora un capitolo buio dei nostri anni passati. Dedicar�ci qualche attenzione può essere rischioso ma utile. "L'argent fait la guerre". Ma è anche vero che, per qualcuno, "la guerre fait l'argent". Perché le guerre delle bombe do�vrebbero fare eccezione? DA LEGGERE Sun Tzu L'Arte della guerra Risoli, Milano 1990 D Della Porta e M. Rossi I terrorismi in Italia tra ili 969 e il 1982 II Mulinò, Bologna 1983 M, Dianese, G. Bettin La strage. Piazza Fontana. Verità e memoria. rvltrinellì, Milano 1999 La strage di Piazza Fontana, un crimine che, a oltre trent'anni dal suo accadere, è riproposto in queste settimane alla valutazione della Corte di Assise di Milano