«Non disturbate papà», ma lo aveva ucciso
«Non disturbate papà», ma lo aveva ucciso Bergamo: una casalinga spara al consorte poi lo mette cadavere a letto e accende la tv «Non disturbate papà», ma lo aveva ucciso Né a pranzo, né a cena i due figli hanno sospettato nulla Lei si è giustificata: «Non volevo impressionare i ragazzi» MILANO Ha ucciso il marito la mattina; a tarda sera ha confessato. In me^o una giomata «normale»: il bucato, le faccende di casa, il pranzo e la cena per i figli. E proprio per loro, «per non impressionarli», ha costrui�to una messinscena che ha retto quasi quattordici ore. Barbara Re, 42 anni, era sposata da 25 anni con Filippo Magistro, 46 anni. Da tempo i loro rapporti erano tesi, tanto che, da due anni, l'uomo risultava residente a Montello (Ber�gamo) anche se, nei fatti, continua�va a vivere nell'appartamento co�niugale di Fiorano al Serio, sempre in provincia di Bergamo, Ed è qui che è avvenuto il delitto. La molla che ha fallo scatenare in Barbara Re il raptus omicida è stata una pistola, una calibro 22 con matricola abrasa trovata sul como�dino del marito. Quella pistola rap�presentava una vita da cui la donna aveva cercato di affrancarsi dando a se stessa e ai figli un'esistenza normale. Un'esistenza fatta di pre�carietà ai confini e anche oltre i limiti della legge: Magistro viveva facendo saltuariamente il commer�ciante di auto; aveva precedenti penali tutti legati alle armi e per detenzione d'armi, a maggio, dove�va essere processato. Sua moglie, invece, con quel tipo di vita non voleva aver niente a che fare e, soprattutto, non voleva che ne aves�sero a che fare i suoi figli, una ragazza di 25 anni e un maschio di 22, «Butta via quell'arma, non vo�glio che i ragazzi si spaventino», dice al marito al risveglio, venerd�mattina, «Di quel che pensano i miei figli non m'importa niente», risponde lui brutale. I ragazzi sono già fuori casa, non sentono la lite tra i genitori e non sentono il colpo di pistola, verso le dieci. Barbara Re, con quell'arma che voleva non vede�re più, spara al marito: un solo colpo, alla nuca. Poi la messinsce�na: cambia le lenzuola, sporche di sangue; ripulisce il cadavere del marito e lo mette a letto; gli rimboc�ca le coperte, accende la televisione in camera, fa il bucato. Quando i figli temano a casa per il pranzo dice che il padre è in camera, riposa guardando la tv e non vuol essere disturbato: nulla di strano per i ragazzi, che infatti consumano il pasto ed escono tran�quilli. Nel pomeriggio Barbara Re controlla che tutto sia in ordine: le lenzuola restano sporche e le butta in un cassonetto, pulisce ancora, prepara la cena. I ragazzi temano: stessa scena che a mezzogiomo, stesso pasto tranquillo; poi escono con gli amici. Alle 23 Barbara Re si presenta alla caserma dei carabinieri: «Ho ucciso mio marito, con questa». Consegna la pistola, racconta tutto. La sua esasperazione per quell'uo�mo e la vita che non voleva smette�re di condurre, l'ennesimo litigio, lo sparo e anche la decisione di recita�re, per i suoi ragazzi, una giornata «normale». I carabinieri ascoltano il suo racconto e vanno a casa a verificare: Filippo Magistro è davve�ro disteso a letto, morto. Saranno loro a raccontare ai due giovani tomad a casa ignari, che il loro padre, per tutto il giomo, non aveva mai guardato la tv e che la loro madre adesso sta in carcere, accusa�ta di omicidio volontario, [r, m.) La calibro 22 con cui Barbara Re ha ucciso Il marito è stata all'origine del litigio: lui non voleva buttarla elei non voleva che i figli la vedessero
Persone citate: Barbara Re, Filippo Magistro, Magistro
Luoghi citati: Bergamo, Fiorano Al Serio, Milano, Montello
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