Dini: cosa dirò ai nordcoreani
Dini: cosa dirò ai nordcoreani La missione del ministro a Pyongyang Dini: cosa dirò ai nordcoreani ROMA «Mi renderò interprete dei timori della comunità intemazionale sulla proliferazione nucleare e il riarmo missilistico e dell'impor�tanza del rispetto dei diritti uma�ni». Con queste parole il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, ha anticipato ieri sera uno dei temi caldi della sua missione in Corea del Nord alla vigilia della parten�za per Pechino da dove poi rag�giungerà Pyongyang. La prima visita in Corea del Nord di un ministro del G-7 (Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Giap�pone, Francia e Italia) è stala preceduta da una serie di fitti con�tatti fra Roma, Washington, To�kyo, Pechino e Seul. «Dopo l'espe�rimento missilisti�co intercontinen�tale nordcoreano del 1998 affer�ma un diplomati�co nipponico gli equilibri in Estre�mo Oriente sono stati stravolti e tutti sono minac�ciati». I timori di Tokio sono largamente diffusi fra gli esperti di antiterrorismo in Occidente, che considerano la Corea del Nord una sorta di supermercato di componenti e tecnologia missilistica cui attin�gono Stati come la Libia, il Sudan e l'Iran, ma potrebbero farlo anche vere e proprie organizza�zioni terroristiche. «Su alcune questioni centrali come la proliferazione nucleare e missUistica non sono consentiti indugi», ha affermato Dini, impe�gnandosi a tentare di conseguire in proposito «risultati visibili e concreti in tempi rapidi». La Co�rea del Sud da parte sua si augura che la visita di Dini faccia compie�re un passo avanti al dialogo con Pyongyang. «Mi adopererò per illustrare ai dirigenti nordcorea�ni Ip recente proposta del presi�dente sudcoreano Kim Dae-Jung ha assicurato Dini in favore dell'inizio di un dialogo diretto fra i due Paesi perché può essere Il ministro degl Esteri Dini una tappa decisiva per pervenire alla completa pacificazione e nor�malizzazione della Penisola» ri�masta spaccata in due dopo la guerra che oppose le due Coree e terminò nel 195J. ideila missione a Pyongyang Dini ha discusso secondo fonti ufficiose la scorsa settimana a Venezia anche con il Segretario di Stato americano, Madeleine Albright. Un successo della missione farebbe dell'Italia una protagonista del vertice del G7 che si terrà in luglio a Okinawa dove le crisi regionali asia�tiche si annunciaiiu in cima al�l'agenda. La preparazione del viaggio è stata particolar�mente delicata nella parte orga�nizzativa a causa del fatto che la Corea del Nord è un Paese ermeti�camente chiuso al resto del mon�do e dove regna incontranstato il «Caro Leader» Xim Jong-Il, fi�glio del defunto «Grande Leader» Kim Il-Sung. Nel�l'ultima roccafor�te dello stalinismo del pianeta vigono cerimonie e protocolli uni�ci, come l'obbligo per ogni ospite ufficiale di rendere solennemen�te omaggio con un mazzo di fiori alla statua di Kim II Sung. Da qui le delicate, e non facili, trattative fra i diplomatici dei due Paesi per definire nei dettagli il program�ma della visita. La determinazio�ne dei coreani nel rispettare i propri «costumi» è stata dimo�strata nel difendere il rifiuto opposto alla presenza di giornali�sti della carta stampata al segui�to del ministro degli Esteri. La loro presenza è stata considerata controproducente al fine del buon esito della visita. Pyong�yang ha accettato dopo molte insistenze m di'concedere il visto di ingresso solò a giornalisti che rientrassero nell'anomala defini�zione nordcoreana di «governati�vi»; da qui la luce verde per l'Ansa, il TG1 e il Giornale Radio Rai. [m. mo.) Il ministro degli Esteri Dini
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