«Con Milosevic, contro l'Occidente» di Giuseppe Zaccaria

«Con Milosevic, contro l'Occidente» Parla per la prima volta Dragoslav Bokan, il più pericoloso criminale di guerra secondo il Tribunale dell'Aia «Con Milosevic, contro l'Occidente» Giuseppe Zaccaria inviato a BELGRADO AL di fuori del potere, oggi a Belgrado trovare qualcu�no che parli bene di Milose�vic è praticamente imposjsibile. Con un'eccezione sorprendente: quella di Dragoslav Bokan. Trentotto anni, regista e critico cinematografico, già ideolo�go e leader di formazioni paramili�tari in Bosnia, definito dal Tribu�nale intemazionale dell'Aia il più pericoloso criminale di guerra in circolazione, Bokan è appena usci�to da anni di silenzio con un'inter�vista televisiva che in Serbia ha fatto scalpore. Questa è la prima volta che accetta di parlare con un giornale occidentale. Come mai, signor Bokan, nessuno più difende il Ca�po? «Gli intellettuali scelgono sem�pre di stare col più forte e oggi la parte forte è quella che attac�ca il presidente Milosevic. Vivia�mo in una realtà isterica dove ogni atteggiamento diverso dal�la retorica liberale dell'Occiden�te vienft punito con metodi medievali. E le punizioni sono durissime, per il Paese vanno dall'embargo ai bombardamen�ti, per i singoli dal tentativo di arresto, alle accuse dinanzi al tribunale dell'Aja, all'omicidio da parte di assassini sconosciu�ti...». Dunque, lei difende Milose�vic per reazione. «Da una parte credo sia nobile farlo, soprattutto quando non si è parte del suo sistema di pote�re, poi difendere Milosevic oggi significa difendere i serbi. E' un'equàiione occidentale, siete voi a sostenere che dire Milose�vic è come a dire popolo serbo. Se esistesse una politica intema forse parlerei diversamente, ma voi avete gettato nella pattu�miera il vocabolario politico». Quale vocabolario? «Quello che contiene espressio�ni come indipendenza, sovrani�tà, libertà, patria... Gli america�ni hanno succhiato la politica interna non solo a noi serbi ma a tutta l'Europa, sostituendo al lessico politico quello economi�co. Adesso suonano credibili solo espressioni tipo tenore di vita, stipendi, esistenza confor�tevole... Chi è contro questa combinazione di moralismo e di utopia è un erotico, e dunque deve andare al rogo». Nell'appiccare il rogo che un anno fa ha avvolto la Jugoslavia, però, Milosevic ha svolto un ruolo decisivo. O secondo lei non è andata così? «Io dico che se oggi sei un uomo serio e deciso a lottare contro l'ingiustizia e il potere, il tuo unico nemico è la comunità internazionale, è la Nato». Ma cosa propone, uno scon�tro infinito? Ha visto i risul�tati della guerra? Pensa che la Jugoslavia possa ave�re un futuro se si chiude in questo atteggiamento? «Sulle nostre terre gli scontri si succedono da otto secoli, i perio�di di pace sono siali solo brevi tregue. Non c'è nieuLe di nuovo sotto il sole, oggi cambiano solo metodi e nomi degli imperi, de jure abbiamo di fronte una comunità intemazionale che de facto è l'impero america�no...». Una coalizione, comunque voglia considerarla, che pe�rò ha distrutto l'economia jugoslava: e lei immagina che la distruzione possa continuare all'infinito? «E' lo slesso argomento che sessant'anni fa leggevamo sui giornali tedeschi. Il Terzo Reich ci mandava a dire: come pensa�te, voi cos�piccoli, di avere diritto a una posizione propria? E dopo i bombardamenti: chi ve lo ha fatto fare, potevate fare parte di noi senza angosce, senza sofferenze... Nella storia le cose vanno così, una resisten�za che a volte appare inutile più tardi acquista dimensioni gigan�tesche». E lei non crede che il suo presidente abbia usato il nazionalismo, la retorica della resistenza solo per rafforzare il potere perso�nale? «Questa è una lesi banale. Provi a spiegare ai serbi che gli altri presidenti del mondo sono per�sone nobili e magnanime, che soffrono per i poveri e s'immer�gono solo in letture sloriche dagli alti contenuti... La politi�ca è un'attività feroce e l'intro�duzione della morale in politica è pura demagogia. Potrei dirle che Milosevic è più morale di Clinton perché non tradisce sua moglie, ma l'elemento centrale del discorso sta nel fatto che lui ha un'identità forte, è uno degli ultimi politici del mondo e non un semplice impiegato del go�verno mondiale». Per essere l'cmltimo gran�de politico», ha commesso errori catastrofici. «Non esiste politico al mondo che non commetta qualche erro�re. La vera politica però consi�ste nel sapere cosa è importan�te, cosa è più importante e qual è la cosa più iriiporlanle di tulle. E questo Milosevic lo sa, non accadrà mai che in cambio di un buffello sulla spalla dalla signora Albrighl lui tradisca il suo popolo, o per riavere l'ener�gia elettrica venda un pezzo di sovranità. Dia un'occhiaia agli altri leader balcanici, ex genera�li comunisti, ex fondamenlalisti islamici... Lui invece ha vissuto in America per venl'anni, ha fallo il banchiere, cono�sce benissimo le mentalità occi�dentali, la forza e i limili della vostra economia». E della vostra? La Serbia oggi è un Paese devastato. «Com'era Varsavia dopo i bom�bardamenti hilieriani? E l'Italia durante le guerre con gli au�striaci? Anche quei Paesi allora vivevano nel rischio, erano cir�condali dalla catastrofe ma chi vuole la libertà dev'essere pron�to a pagare. Per quallro secoli noi siamo stali sono il dominio turco, sappiamo bone cosa signi�fichi una sofferenza a lungo termine. Spesso per una sola firma si perde la storia, e ram�menti che in questo i sorbi sono diversi da tutti gli altri». Diversi, perché? «Storicamente, si sono addor�mentali noi Medioevo per risve�gliarsi quando l'occupazione ot�tomana è finita, agli inizi doll'SOO. Hanno saltalo tutte le fasi di costruzione dol mondo com'è adesso: il Rinascimento, il barocco cattolico, la creazio�ne dell'uomo faustiano, il cre�scere dell'idea di quantità o successo... Noi continuiamo senza interruzioni a vivere un sogno cavalleresco, il nostro vocabolario politico è un voca�bolario dol Medioevo non seco�lare ma sacralo, dove la politica non è mera funzione ma senso profondo». Nonostante la sua visione delle cose, i sondaggi dico�no che se oggi si votasse in Serbia, Milosevic non supe�rerebbe il 20oZo. «Sono semplici supposizioni, giochi dei media. Contornila ser�bi ascoltano la mia intervista in televisione e cambiano opinio�ne, poi magari la cambieranno ancora... Voglio spiegarle piutto�sto perchè le opposizioni non vinceranno mai: i loro loador non hanno spessore, sono gonio che non si trova né di qua né di là, né in un Occidente che non conoscono no nel mondo mislico dei serbi. A me sembrano ci ha fatto ecisit 7,a vìvere il nostro l Medioevo le»' indigeni pronti a vendere i pro�pri territori per una manciata di perline. All'Occidente non interessa la libertà in se, ma la libertà dol capitalo: posiziono legittima, ma è legittimo anche chiamarsi fuori da questa visio�ne». E trova legittimo perfino chiudere giornali e televi�sioni, soffocare ogni dissen�so? «Trovo irritatilo che un giornali�sta occidentale sventoli la ban�diera della morale dopo lutlo quello che è accaduto. Piangete per la chiusura di una tv di provincia dopo che olio mesi fa i vostri aerei hanno bombarda�lo la televisione sorba di Stato, uccidendo impiegati e truccato�ri? Ma cosa c'è di normale in questo atteggiamento? Noi seco�li passali lo condanno al rogo erano sostenute da argomenti teologici, oggi da argomenti pseudomora�li. Questa nel mio lessico si chiama propa�ganda». Ed è propa�ganda an�che l'enor�me proble�ma del fu�turo di questo Pae�se? Lei lo immagina come una continua lotta? «Quando uno viene attaccato da un brigante non gli si può chioderò fino a quando combal�lerà. Chiedetelo al brigante». Briganti a parte, all'Aia c'è anche un Tribunale che intende giudicare lei e Mi�losevic. «Le origini di quel Tribunale slatino nell'Inquisizione. Fu quello il primo tribunale inter�nazionale, si occupava di colo�ro che minacciavano la "coscienza dell'umanità", non usava argomenti giuridici ma teologici. Questo mi sembra la stessa cosa: allora si faceva sparire la gonio promettendo il Paradiso, oggi si promolto il Paradiso in terra, un mondo ordinato senza quei pazzi di serbi noi Balcani». E se l'arresteranno lei an�drà dritto verso il rogo? «Bob, di solilo d�chi viene portalo al rogo non scoglie la strada... Uno può solo decidere se andarci piangendo 0 con una corta dignità». «Il dominio ottomano ci ha fatto saltare quattro secoli decisit 7,noi serbi continuiamo a vìvere un sogno cavalleresco, il nostro è un lessico polìtico del Medioevo non secolare ma sacrale»' «MTAmerica non interessa la libertà in sé, ma la libertà del capitale. Io dico che se oggi sei un uomo serio e deciso a lottare contro l'ingiustizia e il potere, il tuo unico nemico è la Nato» «5Zo^o è uno degli ultimi politici del pianeta e non un semplice impiegato delgoi 'emo mondiale, Non accadrà mai che in cambio di un buffetto della signora Albright lui tradisca il suo popolo» 3 aprile. Cominciano I bombardamenti su Belgrado. 6 aprile. In occasione della Pasqua ortodossa Belgrado offre II «cessate il fuoco unilaterale», la Nato rifiuta. 3 giugno. Milosevic s�arrende. il Parlamento serbo accetta i principi del piano di pace del GB per il Kosovo (a lato la prima pagina della Stompo del 4 giugno. premiata fra tutti i quocidianl europei con lo European Newspaper Award). 10 giugno. Dopo 78 giorni la Nato sospende gli attacchi aerei; a Colonia viene firmato il Patto di stabilità per l'Europa sud-orientate f LA STAMPA aSa5 -»« IVU 0 Ss Vxnak-iaavRlcfr^ntmditKrtMicii Vtiv.titKfejrt'H.iAjafcòRbfafr.iMnTuaattak : La resa d Maosevic s�d (Nano di pcNe U mediatorf l V: podlgloniIpnlafiHe dei raid Clinton pmdente ma Un bambino serbo davanti alla gigantografia del presidente jugoslavo Slobodan Milosevic. Nella foto a destra Dragoslav Bokan, 38 anni, regista e critico cinematografico, già Ideologo e leader di formazioni paramilitari in Bosnia, che ha accettato per la prima volta di parlare con un giornale occidentale