Mina: grande, grande, grande

Mina: grande, grande, grande Simbolo del Paese felice del boom, colonna sonora di più generazioni: si è ritirata dalle scene nel 78, ma ogni nuovo disco è un successo Mina: grande, grande, grande Compie 60 anni la voce più amata dagli italiani CI sono silenzi dolorosi o pieni di rancore, e ci sono silenzi lievi, persino un po' bricconi. Sabato 25 marzo iMina compie sessant'anni, e il silenzio di cui si è circondata in questi ultimi ventidue anni non ha nulla di tetro. Anzi. E' un silenzio pieno della sua voce, quella della «cantante bianca più grande del mondo» come diceva Luis Arm�strong, ma soprattutto colonna so�nora di quarant'anni di vita italia�na, in bilico tra lo squillo e la carezza, il sorriso e la commozione. Quando Mina canta per la pri�ma volta in pubblico nel 1957, ragazzetta goffa dalle lunghe gam�be, ammirale dal cronista Giorgio Bocca, e dall'energia straordinaria, l'Italia è un paese fermo, chiuso, conformista. Lei è scatenata, la sua voce un invito alla riscossa contro il grigiore e il perbenismo. ((Afferra�va il microfono e cominciava a urlare ricorda il patron storico della «Bussola», Sergio Bernardini non era ancora neanche diventata Baby Gate e io le dicevo: se urli cosi, col cavolo che andrai avanti. Quella frase lì, me l'avrà rinfaccia�ta mille volte». A colpi di assurde zebre a pois e fantastiche tintarelle di luna. Mina diventa il simbolo della travolgen�te mutazione degli Anni 60, se non addirittura uno dei motori. «I suoi inizi sono stati quelli di molti di noi annota Paolo Limiti il simbolo della ribellione, James Dean, vaghi retaggi del proibito. Ma lei aveva dalla sua parte intelligenza e ironia fuori dal comune e un tipo di bellezza che l'aiutava: si era abitua�ti a donne bambole, lei era alta, forte, indipendente». Un'indipendenza, quella di Mi�na, non costruita, ma istintiva, spontanea, impossibile da argina�re. Fin da giovanissima è insoffe�rente alle regole troppo strette: «Mai nessuno poteva dirle: fai cosi. Non avrebbe ascoltato. Tra i grandi animali istintivi è unica» dice il suo press agent Luciano Tallarini. Cosi, dopo due Festival di Sanremo nel I960 e nel 1961, decide di non lasciarsi stritolare dal "sistema" e rifiuta di partecipare ancora. Nel 1967 fonda con il padre Giacomo ima sua casa discografica, la Pdu, per rendersi indipendente dai mec�canismi commerciah. Un'improvvisazione dopo l'al�tra, im continuo cambiare look, minigonne e capelli cotonati, un giorno bionda e l'altro bruna, cone se il suo corpo e la sua voce fossero strumenti duttili al servizio della sua straordinaria e rapida mente. Cosi la scatenata Baby Gate diven�ta lirica, languida, sensuale, quan�do canta un allo d'amore sotto un soffitto viola che non esiste più. E' «Il cielo in una stanza», uno scanda�lo ma prima di tutto una rivelazio�ne, una rottura con tutto quello che c'era stato prima. E l'Italia scopre un'altra Mina appassionata e coraggiosa, innamo�rata al di là di ogni calcolo, tanto da diventare a 23 anni, ragazza madre di Massimiliano, figlio di Corrado Pani, all'epoca già sposato, e per questo bollata come "peccatrice" e tenuta lontano dalla televisione pubblica. Lei ne è ferita, ma non fa marcia indietro. Tornerà a furor di popolo, reclamata dal suo pubbli�co, per diventare, oltre che cantan�te, musa dei grandi varietà del sabato sera. Appuntamenti tradi�zionali che stravolge con ironica impetuosità, grazie a microgonne e acconciature da «swinging Lon�don» ma soprattutto alla scioltezza e all'ùnpagabile mimica. Giù dimen�tica Mina con Totò, Mina con Battisti, la Carrà e Alberto Sordi? Gli Anni Settanta si aprono con il grande amore per il giornalista Virgilio Crocco. «Per dire come è fatta raccontava ancora Bernardi�ni una sera a Temi si avvicina un giornalista per fare un'intervista e lo invite ai nslorante con noi. Dopo due, tre mesi, verso la fine del febbraio 70, nel camerino dell'Alfie�ri a Torino mi dice: "Mi devi fare un regalo. Devi sospendere la tournée per una settimana senza chiedermi niente. Ci vediamo a Bari tra sette giorni". Dopo due giorni apro i giornali e leggo: Mina s'è sposata. Allo scadere della settimana arriva puntualissima a Bari, con un sorri�sino: "Non ti avevo detto di stare tranquillo?"» Nasce una bambina. Benedetta, che oggi è una ragazza bella e altera. E arriva la tragedia, la mor�te di Vigilio, in un incidente d'auto negli Stati Uniti nell'ottobre del 1973. Nel frattempo la grande mu�tazione sociale è compiuta e anche Mina è cambiata, maturata dal dolore e dall'esperienza. E' nel 1978, alla Bussola, che decide di dare l'addio al suo pubblico, per ritirarsi a una vita completamente appartata, fuori dai meccanismi dello show business, del glamour, delle mode. Nell'ultimo, magico, concerto ci sono cinquemila fans che farebbero qualsiasi cosa per lei. Ma lei, come sempre quando cantava in pubblico, trema. E deci�de che sarà l'ultima volta. Nessuno riuscirà a farle cambiare idea. Continuerà a parlarci con le sue canzoni, Mina. Brani belli, a volle stupendi, indimenticabili; «Insie�me», «Amor mio», «Grande grande grande», «L'importante è finire», fino all'ultimo, sentilo proprio l'al�tra sera, «Tutti gli zeri del mondo» con Renalo Zero. Eppure, forse, non ha ancora avuto la Canzone con la C maiuscola, e l'aspetta. E' la contraddizione di una vita e una carriera che hanno reso armoniche lo note più dissonanti: nessuno come lei ha vissuto la sua prover�biale pigrizia con tanta intensità, ha sfidato le convenzioni senza rabbia, quasi affettuosa. Adattan�dosi a tutto senza adattarsi a nuli?, in questo, davvero, cosi simile al l'Italia, imprevedibile. Come quel�la notte che, non trovando un taxi, ferma un'auto. «Ma lei è Mina!» il tipo al volante non crede ai suoi occhi. E lei tranquilla: «Si, mi da un passaggio?» Anna Maria Mazzini è ancora una ragazzina quando, nel settembre del 1958, debutta a RivarolodeIRe. durante una festa di piazza, insieme agli Happy Boys, amici di rock, Si presenta con uno stile inconsueto, agitando le lunghe braccia e le mani sinuose. La sua notorietà esplode in Versilia, alla Bussola In questa foto partecipa all'edizione '61 di San Remo con Le mille bolle blu: è favorita, ma arriva solo quinta Canzoni come Tintarella di luna, Il cielo in una stanza. Quand'ero piccola. Insieme, Amor mio. Grande grande grande. L'importante è finire, forniscono una colonna sonora indimenticabile agli anni 60 e 70. Conquistagli italiani con il corpo giunonico, la voce prorompente, gli abiti trasgressivi e un comportamento spesso controcorrente. Nella foto qui accanto. Mina si prepara al duetto con Lucio Battisti, per lo Studio I tv del 1971. Oltre a essere protagonista indiscussa delle classifiche musicali, gira parecchi film, da Urlatori alla sbarra di Lucio Pulci a Per amore e per magia di Duccio Tessarì. Ed è testimonial di celebri caroselli, come quello della pasta Barilla e della cedrata Tassoni. Il figlio ff.vto con Corrado Pani, all'epoca sposato con un'altra donna, suscita scandalo e le costa un lungo ostracismo televisivo. Nel I '966 trasferisce la sua residenza a Lugano. Nel 1978 tiene l'ultimo concerto in pubblico e dà l'addio alle scene Nella sua lunga vita artistica Mina vende 50 milioni di dischi, ha cantato in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, turco, giapponese, napoletano, genovese, milanese e romanesco. Nel '98, festeggia I quarant'anni di carriera con Adriano Celcntano (anche il molleggiato debuttò nel '58 e anche lui provocò non poco clamore con i suoi atteggiamenti iconoclasti) incidendo un fortunato alburp che contiene dieci canzoni e si presenta con un'ironi'.a copertina, con i due protagonisti nei panni di paperina e Paperino. Tra i brani più belli del ed. Messaggio d'amore, scritto dal figlio Massimiliano Pani, tra quelli più originali. Che t'aggia a di, in dialetto foggiano Nel disco, oltre a un'antologia di foto storiche ci sono anche immagini di Mina, durante le registrazioni nello studio di L ^ano. L'altra sera ha canrato in duetto con Renato Zero Tutti gli zeri del mondo, su RalUno

Luoghi citati: Bari, Italia, Lugano, San Remo, Sanremo, Stati Uniti, Torino