«Spuracio non è oHendibile sulle slrqgi» di Fabio Albanese

«Spuracio non è oHendibile sulle slrqgi» «Caso Messina», saltano fuori i verbali nei quali il falso pentito ha fatto riferimento agli attentati del '93 «Spuracio non è attendibile sulle stragi» Diliberto al Csm: ora dovete sospendere Lembo Fabio Albanese MESSINA Vero o falso che sia, è il pentito Litigi Sparacio l'uomo attorno a cui ruotano le polemiche sul nuovo imbarazzante capitolo del caso Messina. Mentre la procura di Catania prosegue gli interrogalori delle cinque persone arreslale domenica, due di loro sono mangistrati, il clima attorno al pentito si è fallo rovei .te. Saltano fuori verbali di interro�gatorio nei quali Sparacio che ha fretta di ri-accreditarsi come pentito sincero, negli ultimi giorni del '98 avrebbe fatto rivelazioni sugli allentali del '93 a Roma, Firenze e Milano e sull'omicidio del docente universitario Matteo Bottari, e subito piovono smentite. Sparacio avrebbe dello di avere partecipalo a riunioni prima e dopo le stragi, «nella seconda metà del '93 a Roma con Nino Mangano e Leoluca Bagarella», una strategia che «mirava a creare una situazione di panico costringendo il Governo a dimettersi» e il procuratore di Firenze Antonino Gutladauro deve precisare che le dichiarazioni di Spara�cio «non sono riscontrabili né concilia�bili, addirittura in contrasto» con quan�to scoperto sinora. Gutladauro conferma l'iscrizione nel registro degli indagati del pentito ma aggiunge; «E' un atto dovuto». In quegli slessi verbali Sparacio parla di un suo coinvolgimenlo del delitto Bona�ri, avvenuto a Messina due anni fa, e il procuratore della città dello stretto Luigi Croce, dice che quelle rivelazioni, sono da considerarsi destituite di ogni fondamento». Per queste indiscrezioni, un giornalista è stato indagato dalla procura di Messina per atti ancora secretati. Personaggio misterioso, Spa�racio. Il suo ruolo-chiave nell'inchie�sta, infatti, dalla lettura degli atti catanesi è comunque in secondo piano rispetto a quello di Michelangelo Alfa�no presunto bos di Bagheria ed ex presidente del Messina Calcio. Il falso pentimento Sparacio, sei anni fa, appa�re anzi come una strategia pianificala da Cosa Nostra contro i veri pentiti. E Alfano ne sarebbe il grande architetto. Ieri, comunque, è stala proprio la gior�nata delle smentite. Dalla procura di Catania ammettono l'esistenza di nuo�ve indagini su altri giudici del distretto di Messina «ma nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati» come il procuratore aggiunto D'Agata e i sosti�tuii Scavone e Fanara hanno scritto in un comunicalo congiunto. I Ire magi�strati messinesi, i cui nomi sono stati falli da alcuni organi di stampa, hanno annuncialo querele. Si tratta del procu�ratore aggiunto Pietro Vaccara, del sostituto Claudio Mango e del sostituto procuratore generale Franco Langher che scrivono: «Nonostante le smentite è stalo reiteralo l'altaccu inconsulto e ingiustificato comunicando nomi di magistrali non iscritti nel registro degli indagali né tantomeno indagali». Ieri, il ministro della Giustizia Olivif-ro Diliberlo ha chiesto al Csm la sospensione delle funzioni e dallo sti�pendio del sostituto procuralore della Dna Giovanni Lembo, tra le persone finite in manette per la gestione del pentito Sparacio. Un atto che uno dei suoi difensori l'avvocalo Guido Zicone, ex membro del Csm, dice essere «so�stanzialmente dovuto, automatico do�po un ordine di carcerazione». Venerd�se ne occuperà la Commissione discipli�nare di Palazzo dei Marescialli. Sul fronte dell'inchiesta, ieri pomeriggio nel carcere di Forte Boccea, a Roma, i magistrali catanesi hanno interrogalo il maresciallo dei carabinieri Antonio Princi, collaboratore del giudice Lem�bo, accusalo di avere costretto il penti�to Vincenzo Paratore a calunniare l'av�vocato Ugo Colonna il legale che, con le sue denunce, ha fatto aprire l'inchiesta. Prince avrebbe anche minaccialo un suo collega, il brigadiere Antonio Foli, che doveva sostenere un interrogato�rio: «il dottore Lembo ha il libro dei buoni e dei cattivi gli avrebbe detto e fa passare i guai a chi lo tradisce». Il sostituto procuratore Giovanni Lembo Ottaviano Del Turco, presidente commissione Antimafia