«Altri quattro magistrati sotto indagine a Messina» di Fabio Albanese

«Altri quattro magistrati sotto indagine a Messina» Sarebbero accusati per la gestione «impropria» di un pentito, che li ha denunciati «Altri quattro magistrati sotto indagine a Messina» Fabio Albanese CATANIA Ancora pentiti gestiti «impropriamentc», ancora niayistrali che potrebbero dover renderne curilo ai collidili elio incla(',ario. Il caso Messina si allarga. La procura di Catania smentisce, ma ci sarebbe�ro altri quattro magistrati su cui il procuralorc aggunto di Catania Enzo D'Agata e il sostituto Fabio Scavone indagano; ire lavorano nel palazzo del «venuinaio» di Messina, un altro a Patti, li c'è un quinto magistrato, a Reggio Cala�bria, che risulta «parte offesa» e che dai colleghi catanesi attende giustizia. Al centro, ancora una volta, un collaboratore di giustizia: or�lando Calali Giordano, uh boss di Tortorici che gestiva il trafdco di droga mentre faceva il pentito. Il nome della sua famiglia ha fatto il giro d'Italia all'epoca del proces�so af.li estorsori di Capo d'Orlan�do, Le sue dichiarazioni sarebbe�ro stale pilotale da tjuesli magi�strali, tre dei tpiah sarebbero Uniti nel registrò riservalo delle notizie di reato della procura etnea. Ma si parla anche di altro due inchieste in corso su magiStrati. A far partire l'indagine, un anno e mezzo fa, sarebbe sialo lo stesso Calali Giordano, ma anche un esposto dell'avvocalo messi�nese Ugo Colonna, lo stesso che ha provocato l'apertura dell'in�chiesta per la quale sono finiti in carcere cinque persone e tra (|iieste i magistrati Giovanni Lembo della Direzione nazionale antima�fia e l'ex capo dei gip messinesi Marcello Mondello, Knlrambi so�no accusali di concorso estemo in osssociazione mafiosa per via di supposti rapporti troppo ami�chevoli con boss e finti pentiti. Ieri, nell'ufficio del gip Edo Curi, è staio interrogato l'ex giu�dice Mondello, che a ottobre ave�va deciso di andare in pensione dopo aver saputo dolTindagine, La procura antimafia di Catania f;li contesta frequentazioni trop�po slrelle con boss del calibro tli Santo Sfameni, Avrebbe partecipatoa riunioni nella masseria del boss, a VillalVanca Tirrena, in cui sarebbero stale adottate stralef.ie difensive e provvedimenti (.'.indiziari a favore del falso penti�to Luigi Sparacio, dei boss Mario Marchese e Antonino Patti, e avrebbe rimesso in libertà il capo�mafia Michelangelo Alfano, accu�sato di essere il mandante del ferimento del giornalista Mino I.icordari, «Ila cercalo di dare chiarimen�ti dice uno dei suoi avvocali, Giuseppe Raner�-: si è mosso a disposizione e corniamo di arriva�re ad una completa chiarificazio�ne». Le accuse sono (jravi e soste�nute, come per il pm Lembo, da dichiarazioni di testimoni (poliziotii e carabinieri) e di collabora�tori di giustizia, «Sapevo elio Mondello era un magistrato 'avvicinabile' dice il pentito Guido La Torre tramilo Sfameni Santo, un costruttore legalo alla nostra organizzazione». Un affilialo, Antonino De Lu�ca, viene arrestalo per omicidio; «Sparacio mi diede l'incarico racconta La Torre al pm di Reg�gio Calabria un anno fa di recuperare falsi testimoni per costruire un alibi a De Luca. L'idea del falso alibi era stala suggerita da Mondello a Sfameni i!, da questi, allo Sparacio», Mon�dello già lo scorso anno, mentre abbandonava la magistratura, al pm di Catania aveva ammesso i suoi rapporti con Sfameni, ma li aveva legati all'attivila lavorati�va dell'imprenditore, «Tulio que�sto dico l'avvocato Kaneri va inquadrato nel più complesso problema del pentitismo». Dopo l'intorrogatorio Mondel�lo ò sialo riaccompagnalo nella sua abitazione di Messina, dov'è agli arresti domiciliari. Lembo, almeno per il momento, resta rinchiuso nel carcere calaneso di Bicocca anche se il Csm, che chiederà alla procura di Catania gli atti sui due magistrali anestati, vorrebbe ascoltarlo. La prima commissione, che ha da tempo aperto un procedimento di trasfe�rimento per incompatibilità am�bientale, lo avrebbe infatti convo�calo per il 4 aprile a Roma. Carcere permettendo. A Palazzo dei marescialli dovrebbero acqui�sire anche gli atti che riguardano gli altri due magistrati coinvolti nell'inchiesta sulla gestione del falso pentito Sparacio; l'ex pm Carmelo Marino, ora in servizio nel tribunale di sorveglianza, e il sostituto procuratore di Reggio Calabria Francesco Mollace. En�trambi sono accusati di abuso d'ufficio. Marino si difende; «Ho già dato ampie spiegazioni ai colle�glli di Catania ai quali ho detto di essere stato io a determinare la revoca del programma di prote�zione a Sparacio, con atti del '97 e del '98, prima ancora dell'inter�vento di Catania, chiedendo an�che il sequestro di una villa che Sparacio aveva acquistato men�tre ora solloposlo a programma di protezione». Domani sarà senti�ta anche il maresciallo dei carabi�nieri Antonio Princi, collaborato�re di Lembo, detenuto a Forte Boccea, Dalla procura di Catania si ostenta tranquillità. Ma da ieri anche il gip Cari e il sostituto Gariolo, come gli altri magisu ati titolari dell'inchiesta, sono sotto scorta. Interrogato l'ex pm Mondello La procura di Catania gli contesta frequentazioni troppo strette con il boss Sfameni: avrebbe partecipato a numerose riunioni segrete nella sua masseria L'ingresso del Palazzo di Giustizia di Messina