Storace, la corsa parte dal nuovo Iook di Fabio Martini

Storace, la corsa parte dal nuovo Iook DA UOMO FORTE A CANDIDATO «TRANQUILLO) Storace, la corsa parte dal nuovo Iook Fini: se vinciamo nel Lazio, mandiamo a casa D'Alema Fabio Martini ROMA I leader devono ancora arriva�re, la straripante platea dell'ho�tel Milton sta aspettando con la solila eccitazione: entra Berlu�sconi o parte l'applauso, entra Fini e un microfono nascosto annuncia: «11 presidente di Alle�anza Nazionale Gianfranco Pi�ni!». Stavolta l'applauso dei duemila è scrosciante e svento�lano gli stendardi. Mentre Ber�lusconi e Pini si stringono la mano, dietro le quinte l'ex portavoce dol Cavaliere Anto�nio Tajani corca e trova il «Pierino» di An e a brullo muso gli grida: «Non ci provaio più!» e glielo ripelo quattro, cinque volte. E' iniziata or. ruoslo picco�lo, sintomatico incidente la campagna elettorale di France�sco Storace, candidato alla pre�sidenza della Begione Lazio, personaggio controverso, ru�spante e grintoso, la più rischio�sa scommessa di Gianfranco Fini, forse l'enigma più compli�cato nella scacchiera delle quin�dici regioni. «La sinistra può mettersi il cuore in pacedirà il presidente d�An dal palco -. Se vince Storace, tempo pochi me�si e Berlusconi sarà il premier. Li mandiamo tulli a casa». Certo, sotto traccia la rivali�tà ira i partili del Polo rosta forte, ma a 25 giorni dalle elezioni non ò possibile permet�tersi smagliature e cosi i tre leader del centrodestra sono accorsi a sostenere Storace. E il più caloroso ò sialo Silvio Berlusconi, colui che più di ogni altro ha dubitalo sull'effi�cacia della candidatura di Sto�race. Sotto il flash dei fotogra�fi, Berlusconi ha stretto a lun�go e con vigore la mano di Storace. Ai due si è avvicinato anche Silvano Moffa, attuale presi�dente della Provincia di Roma, ex rautiano e Berlusconi ha stretto contemporaneamente quelle due mani «di destra». E poi quando Storace ha fatto il suo discorso, il Cavaliere ha applaudilo, qualche volta sorri�so, ma ha mostrato di apprezza�re la trascinante oratoria del presidente della Commissione di vigilanza Rai, un'oratoria falla di retorica nlollorale, ma anche di battuto efficaci. Ieri Storace ha aperto la sua campagna elettorale con i lea�der, ma l'ex portavoce di Fini è sull'allerta da quattordici me�si, da una notte per lui fatidica. Era il 25 gennaio del 1999, Storace quel giorno compiva 40 anni e prima di addormen�tarsi, decise di sgonfiare la pancia, asciugare la pappagor�gia, darsi un look da candidato. Quel giorno di gennaio Stora�ce non era ancora candidato. Ma lui è andato dritto, ha perso per strada 25 chili, il suo viso è più asciutto, più presentabile, anche se lui con la solila fran�chezza ammette: «Ho ripreso 4, 5 chili...». Con quel cognome evocativo («Refuso», lo ribattezzò Enzo Biagi) e con quella fama di missino vorace. Storace ha la�vorato sulla pancia ma anche sull'immagine. E finora non ò ancora scivolato su una di quelle battute che a seconda dei gusti sono il suo punto forte, ma anche il suo tallone d'Achille. Come quando se la prese contro il giornalismo pro�gressista «con la erre moscia, un po' omosessuale...». Polvero�ne polemico e lui: «Non volevo offendere i gay. Chiamatemi Checco: non è soltanto il dimunilivo di Francesco, ma anche il maschile di checca...». Proverbiale il suo tormento�ne contro l'ex presidente della Rai Enzo Siciliano, che dopo aver ricevuto 153 lettere da Storace si rivolse ai presidenti di Senato e Camera. E Storace rese noto il testo della sua prima lettera: «Caro presiden�te Siciliano, le rondo noto che ieri la Commissione di Vigilan�za Rai mi ha eletto suo presi�dente». Con quel «suo» che suonava volutamente ambi�guo, sicuramente spiritoso. Ma in queste elezioni non è più tempo di battute e Storace lo sa. Il Lazio, per il partito di Fini, è la cassaforte di fami�glia: a Roma sfiora il 30 per cento ed è questa la regione nella quale An prende più voti. Sulla scommessa-Storace, Fini si gioca una parte del suo futuro e dentro il Polo lo sanno tutti che se An perde voti e Storace perde, il primo a resta�re scottato sarà proprio il presi�dente del partito. Anche Berlusconi, il più scettico davanti alla scelta degli alleati, applaude il «colonnello» di An, che perde 25 chili e rinuncia alle battute polemiche Francesco Storace a una manifestazione insieme con Gianfranco Fini Slamo agli Inizi degli Anni Novanta: il partito si chiama ancora Msi-Dn L'attuale candidato alla presidenza della ' Regione Lazio In tempi più recenti nelle vesti di presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai: qui è con Carlo Freccerò Addio definitivo all'estremismo: ovvero, Francesco Storace oggi. Candidato di tutto il centrodestra, pronto anche a riconoscere umilmente qualche eccesso di «buonismo»

Luoghi citati: Begione Lazio, Lazio, Roma