NEW ECONOMY, VECCHIA EUROPA di Luigi La Spina

NEW ECONOMY, VECCHIA EUROPA NEW ECONOMY, VECCHIA EUROPA Luigi La Spina IN ordine sparso e con le idee confuse. Il prossimo appunta�mento della Unione europea a Lisbona sull'economia è molto importante, ma i leaders, in que�ste giornale di vigilia, rischiano di propararlo nel peggiore dei modi. Tra gaffes diplomatiche e pasticci ideologico-mediatici, in un curioso intreccio di lettere a firme congiunte ma revocabili, la ricetta por la riforma dello Stato sociale sul nostro Continen�te latita, piegandosi alle esigenze elettorali di alcuni, ai protagoni�smi alla moda di altri, alle paure corporative di al�tri ancora. Eppu�re, nella lunga at�tesa, forse troppo lunga, che la mo�neta unica arrivi nelle lasche dei cittadini europei, l'armonizzazione delle politiche fiscali, di quelle pensionistiche, di quelle occupazionali diventa ogni giorno di più necessaria, se vogliamo che gli effetti della tanto sospirata ripresa economi�ca non vengano inquinati dal rialzo dell'inflazione. L'Italia, naturalmente, non fa eccezione al dissonante concerto di idee che frullano in Europa. Di nostro, come al solito, ci aggiun�giamo la massima variabilità di opinioni e la minima attuazione concreta delle proposte. Il lutto confezionato nella stucchevole bipartizione italiana, quella dei cosiddetti conservatori e quella dei cosiddetti innovatori. In real�tà, nel centrosinistra italiano la divisiono c'è, ma non passa tanto tra D'Alema 0 Cofferati, l'uno convertito sulla via di Damasco dal neoliberismo e l'altro arrocca�to sulla difesa della protezione sociale vecchio stampo. Il vero contrasto non si fonda sujjli sche�mi ideologici, ma tocca piuttosto il metodo di governo, le opposte convinzioni e le opposte conve«H GOVERNOTronchetti:troverà dUgo Berton TIRI DRmO» sul Welfare gli alleati A PAGINA 5 nienze, relative al modo con il quale si può assicurare lo svilup�po in Italia e il suo diritto a restare in Europa in una posizio�ne di eccellenza. La prima tesi, propugnata da Palazzo Chigi, cerca di conquista�re il ceto medio italiano, ancora diffidente nei confronti di D'Ale�ma, attraverso una politica eco�nomica fondata sostanzialmente sulla manovra di due leve: una riduzione delle tasse, accompa�gnata da una maggiore flessibili�tà dell'occupazione. Se le elezio�ni regionali dovessero confortare le speranze del premier, ò proba�bile che l'ultimo anno del governo D'Alema, prima della scadenza na�turale della legi�slatura, sarebbe improntalo al ten�tativo di accelera�re questa terapia, anche a costo di un certo scontro con i sindaca�ti e con la sinistra più tradiziona�le. Diversa è l'opinione di chi, come il primo realizzatore del sorprendente ingresso in Europa dell'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, ma anche di un economista catto�lico come il governatore della Banca, Antonio Fazio, ritiene più adatto al nostro Paese un altro metodo di governo. Un metodo fondato sull'intesa col sindacato, ai fini di una moderazione sala�riale che riosca a spegnere i focolai di inflazione in cambio di garanzie sociali rassicuranti. Un consenso che solo può evitare sia ai conti dello Stalo, sia alle deboli strutture della nostra economia i rischi di uno scontro rischioso, all'insegna di slogan astraili e poco applicabili alla storia e alla cronaca dell'Italia d'oggi. Ecco perché in palio, alle ele�zioni del 16 aprile, non ci saran�no solamente le poltrone delle Regioni italiane, ma le sorti, for�se a noi più care, anche delle nostre lasche. «H GOVERNO TIRI DRmO» Tronchetti: sul Welfare troverà degli alleati Ugo Bertone A PAGINA 5

Persone citate: Berton, Carlo Azeglio Ciampi, Cofferati, D'alema, Ugo Bertone

Luoghi citati: Europa, Italia, Lisbona